Lo studio dell’intelligenza umana è tra i più antichi e nel corso degli anni ha compiuto passi da gigante
2300 anni fa, Aristotele fece il primo riferimento a qualcosa di molto vicino all’idea di intelligenza e la chiamò “ragione”. La descrisse come la capacità degli esseri umani di regnare nelle loro passioni e di resistere all’impulso dei loro istinti, distinguendosi dagli animali. L’intelligenza umana è stata osservata e studiata da studiosi, filosofi e psicologi di ogni periodo e nel corso dei secoli ha subito numerosi cambiamenti. Oggi quando si parla di intelligenza, si fa riferimento ai traguardi accademici raggiunti da un individuo. Spesso un bambino è considerato intelligente solo se ha tutti voti eccellenti a scuola e così via per il resto degli studi fino alla laurea. Negli ultimi 80 anni, però, sono state introdotte delle teorie su quel tipo di intelligenza che non si ottiene attraverso l’apprendimento dei libri: l’Intelligenza Emotiva.
Che cos’è l’intelligenza emotiva?
Il termine “Intelligenza Emotiva” (o anche Quoziente Emozionale o EQ) è stato impropriamente usato numerose volte, dimenticando che poggia su solide basi scientifiche. É la capacità di un individuo di monitorare i sentimenti e le emozioni proprie e altrui, di utilizzarli come informazioni per guidare il proprio pensiero e le proprie azioni, al fine di motivare, pianificare e realizzare la vita. Una persona emotivamente intelligente, possiede quattro caratteristiche fondamentali: autoconsapevolezza, autogestione, consapevolezza sociale e abilità sociali.
La nascita dell’EQ
Solo a metà degli anni ’90 la teoria dell’Intelligenza Emotiva è entrata nella coscienza collettiva della società.
In particolare lo scrittore Daniel Goleman, autore di numerosi libri che trattano l’argomento, ha contribuito all’espansione. Ma il merito della nascita dell’EQ, va attribuito ai due psicologi sociali Peter Salovey e John Mayer. Nell’estate del 1987 i due, dipingendo i muri di casa Salovey, arrivarono alla conclusione che le teorie sull’intelligenza non comprendevano le emozioni. Nel 1990, quindi, i due lanciarono la loro teoria relativa a questo nuovo tipo di intelligenza sulla rivista Imagination Cognition and Personality.
Il ruolo dell’Intelligenza Emotiva nel mondo degli affari
Negli ultimi decenni, le organizzazioni mondiali politiche ed economiche hanno approfondito il concetto di Quoziente di Intelligenza Emotiva, che ad oggi è uno dei principali argomenti di business. Oltre ad avere un’enorme importanza nella vita quotidiana, l’Intelligenza Emotiva è diventata fondamentale anche nel mondo del lavoro. Ad esempio l’Oréal ha attribuito all’assunzione di agenti di vendita con un’elevata EQ un aumento di $2.558.360 delle entrate nette.
Da uno studio di tre anni presso un fornitore europeo di McDonald’s, è emerso che l’Intelligenza Emotiva è il fattore decisivo nei punteggi delle prestazioni del manager. Inoltre, non manca la nascita di attività costruite direttamente sull’Intelligenza Emotiva: in Google migliaia di dipendenti sono in lista d’attesa per il programma di EQ dell’azienda.
Per alcuni studiosi, l’accettazione totale della teoria dell’EQ sarebbe una vera e propria quarta rivoluzione industriale, poiché si potrebbe arrivare a un mondo del business caratterizzato da una consapevolezza e un’intelligenza che vanno ben oltre il QI tradizionale che, a quanto pare, da solo non basta più. Difatti ad oggi i requisiti base per diventare CEO sono l’esperienza e l’intelligenza aziendale, ma in particolare l’EQ e la consapevolezza sociale. Inoltre varie ricerche hanno scoperto che l’EQ è responsabile del 58% delle prestazioni lavorative e che se hai un EQ alto, sei 127 volte più produttivo di chi lo ha basso.
Qual è la differenza tra Quoziente Intellettivo ed Intelligenza Emotiva?
Prima dell’introduzione dell’Intelligenza Emotiva, il Quoziente Intellettivo aveva completa egemonia. Sembrava assurdo per il mondo intero parlare di sentimenti ed emozioni come se fossero dei fattori determinanti per l’intelligenza di un individuo. La differenza tra QI ed EQ sta innanzitutto nel fatto che il QI è un punteggio derivato da test standardizzati, progettati per misurare l’intelligenza. Il QI è direttamente correlato alle capacità intellettuali, ad esempio il modo in cui si imparano, si comprendono e si applicano le informazioni. Diversamente l’EQ usa le emozioni per migliorare i ragionamenti, è quel tipo di intelligenza che basa tutto sulla gestione e l’utilizzo di ogni emozione.
L’EQ è il fattore distintivo!
Fortunatamente il tempo ha cambiato le cose e ad oggi sappiamo che l’intelligenza si dimostra in tanti modi, tutti diversi, ma degni di riconoscimento. Sicuramente sarà capitato nel vostro percorso scolastico di conoscere qualcuno che non ha mai avuto un’insufficienza, che sapeva sempre ogni risposta, che ha finito i suoi studi perfettamente in tempo o in anticipo, qualcuno che sembrava più un professore che un alunno. E sicuramente vi sarà capitato di notare che questa persona avesse delle grandi difficoltà nei rapporti interpersonali, nell’immedesimazione, nella comprensione dei propri sentimenti e di quelli altrui.
Purtroppo questo è uno dei problemi in cui si rischia di inciampare quando l’Intelligenza Emotiva non riceve l’importanza necessaria. É fondamentale educare i bambini sin da subito ad affrontare le proprie emozioni, ad essere persone sensibili ai sentimenti e ai pensieri personali e altrui. Sentire noi stessi e il mondo che ci circonda, è fondamentale sia per entrare in empatia con la nostra persona e conoscerci a fondo, sia per creare un’atmosfera migliore quando siamo in compagnia. Conoscersi e conoscere gli altri è la chiave per raggiungere ogni traguardo che desideriamo.
Spesso l’Intelligenza Emotiva è sottovalutata, è definita addirittura inutile da alcuni, probabilmente queste persone sono emotivamente ignoranti e non sanno che il QI e l’EQ sono due intelligenze che lavorano in modo complementare e nessuna esclude l’altra. Forse è arrivato il momento di smettere di pensare alle emozioni e all’intelligenza come due cose separate: l’Intelligenza Emotiva è il fattore distintivo!