Wallie: un fumettista in quarantena che parla d’amore

Wallie

Cambiamento dei fumetti

Di certo i fumetti non sono più gli stessi di una volta. Nell’ultimo decennio hanno subito diversi cambiamenti, stilistici e tematici. Anche la distribuzione è cambiata: oggi i social fanno il lavoro che un tempo toccava alle edicole e alla pubblicità. Da cosa deriva il cambiamento e che conseguenze ha comportato? L’abbiamo chiesto a qualcuno che ne sa più di noi: Wallie, un fumettista del web.

L’identikit di Wallie

L’etica professionale non mi permetterebbe di dirlo, ma vi confesso che avrei preferito intervistare Alan Moore. Purtroppo lui non era disponibile ed ho dovuto ripiegare su Walter Petrone (in arte Wallie).
Wallie è un fumettista e illustratore nostrano, originario del casertano. Attualmente conta un totale di circa 178mila followers (139mila su Instagram e 39mila su Facebook). Nelle sue strisce racconta di storie d’amore che non sempre finiscono bene, di ansie, paure e della difficoltà di vivere (che, ammettiamolo, è parecchio difficile). Il suo ultimo fumetto, Croce sul cuore, è uscito all’inizio di quest’anno. Ma non dilunghiamoci troppo con le presentazioni e passiamo all’intervista.

Parlaci di Walter Petrone. Chi è, da dove viene e cosa l’ha portato a diventare Wallie? Cosa ti ha portato a disegnare fumetti e condividerli col mondo?

Walter nasce in un paesino sperduto in provincia di Caserta e disegna da quando ha tre anni, si laurea alla triennale di grafica d’arte all’accademia di Napoli e poi si trasferisce a Bologna. Wallie invece è il suo alter ego nei fumetti, e nasce su una pagina Facebook omonima! Ma in fin dei conti è sempre stato dentro di me, ha solo aspettato un po’ per venire alla luce e dire la sua sul mondo…

Considerando Walter come la persona dietro al fumetto e Wallie come il personaggio pubblico, esiste una differenza tra i due?

Si: Wallie è un po’ più magro e ha meno barba! Per il resto siamo identici in tutto e per tutto. Le gioie e le paranoie che racconto nei fumetti sono le stesse della mia vita privata, e ho cercato di rappresentarmi quanto più “vero” e fragile possibile.

Facciamo un tuffo nel passato: pensa alla nascita del fumetto e ai suoi esponenti stranieri e nostrani, ad esempio Batman e Tex, ma anche Topolino. In relazione ai fumetti degli anni 40, come definiresti lo stile dei fumetti odierni? Qual è l’origine di questo cambiamento radicale?

Il fumetto è un linguaggio, come la musica, la poesia, la pittura, e si è evoluto negli anni passando da una concezione “seriale” (i titoli citati sopra sono settimanali, costituiti da storie brevi e autoconclusive, venduti nelle edicole) a delle storie lunghe racchiuse in volumi cospicui venduti nelle librerie (da qui il termine romanzo grafico). Però di base sia i lavori di Zerocalcalcare che quelli di Romita Sr. sono entrambi fumetti!

La tua presenza sui social che peso ha avuto nella tua vita? Pensi di avere un peso mediatico elevato?

L’unica cosa che posso dirti con certezza è che penso di avere un legame molto forte con i miei lettori, ed è una cosa che mi ha dato moltissima autostima. Mi rendo conto di avere un “peso” forte per la vita di alcuni di loro, ma si tratta sempre di un rapporto super empatico e sincero, cosa che mi ha migliorato la vita negli ultimi due anni!

In relazione alle domande precedenti, ti definiresti più fumettista o influencer?

Assolutamente fumettista.

Se dovessi definire qualcuno come tuo maestro (esattamente come Dante fa con Virgilio), chi sarebbe? A chi ti sei ispirato (o ti ispiri ancora) quando sei entrato nel mondo dei fumetti?

Zerocalcare. Provo una stima profondissima nei suoi confronti, ed è uno dei motivi più forti per il quale ho iniziato a realizzare fumetti.

Chi o cosa fa nascere le idee dietro ai tuoi fumetti? Chi sono le tue “muse”?

Trovo ispirazione da episodi della mia vita, anche perché non sono bravo a inventarmi storie. Mi capita che mi succede un fatto che mi fa riflettere tanto (sono un overthinker professionista, direi patologico); i miei fumetti sono un modo per sfogare il mio rimuginare sulle questioni. È terapeutico!

La pandemia che stiamo vivendo ha portato dei cambiamenti nel tuo lavoro o, comunque, ha in qualche modo modificato il tuo stile?

Mi ha portato a sperimentare un sacco a livello stilistico, e ne sono felicissimo perché ho usato questo stile nel mio nuovo libro che uscirà nel 2021 e si chiamerà Uova di Lucertola! Per quanto riguarda invece le strisce che pubblico su Instagram, devo ammettere che il lockdown e la mancanza di “esperienze” sociali hanno causato una serie di periodi di blocco artistico non indifferenti…mai sto cercando di farmene una ragione e andare avanti!

Fingiti un insegnante. Che consigli daresti ai tuoi alunni che vogliono entrare nel mondo dei fumetti?

Due cose: disegnate ogni giorno e fidatevi delle vostre intuizioni.

L’intervista finisce qui. Ti ringraziamo per la disponibilità e ti chiediamo di fare un saluto ai nostri lettori.

Ciao amici! Spero di potervi abbracciare tutti non appena questo incubo sarà finito.

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