Introspezione e autocoscienza. Nella frenesia di un tempo che fluisce impavido, l’essere umano si è catapultato all’improvviso in una realtà che l’ha colto impreparato: fronteggiare se stesso nel mezzo di una pandemia.
Abbiamo assistito ad uno smarrimento e perdita di punti di riferimento: se prima tutto ciò che abitualmente si era soliti fare era scontato, ad oggi è svanita la certezza del domani. Stiamo assistendo ad una mutazione che interessa ogni sfera vitale, dalla scienza che vacilla alla politica in continua trasformazione e contraddizione, al cambiamento relazionale tra cittadino e istituzione.
Introspezione e autocoscienza. Che impatto ha avuto il Covid-19 su ogni singolo cittadino?
Il violento impatto epidemico da Coronavirus ha ingaggiato l’uomo all’ampliamento della propria conoscenza e criticità verso un mondo che sta valicando la natura che ci circonda, permettendogli di sviluppare criticità e coscienza. E’ proprio in questo tumultuoso periodo dove i nostri pensieri sembrano tentennare che la filosofia funge da legame tra: mente pensante e mente osservatrice.
La mente svela i dettagli celati dietro una solita frenesia che ci attanaglia i pensieri:
Una domanda che sorge spontanea è: cos’è la mente?
E’ intesa come facoltà intellettiva che permette all’uomo di prendere coscienza di atti illustri volti a determinare il mondo che lo circonda.
E’ grazie al forte potenziale che noi abbiamo su di essa che siamo in grado di svelare quelli che sono i dettagli celati dietro un silenzio che fa tremare, silenzio che porta il nome di Covid-19.
Albert Camus, nel suo libro intitolato: “La peste” affermava:
“il flagello ama il segreto delle tane”
E’ una metafora che delinea il male che logora l’esistenza umana e attraverso cui parla della presa di coscienza dell’assurdità della vita umana. Partendo con il delineare dapprima il dolore insito di ogni singolo essere umano, tramutandolo successivamente in dolore collettivo.
“L’uomo può superare la disperazione e la solitudine di quella che è la propria esistenza tramite una rivolta cosciente contro l’assurdo, ovvero, per mezzo della solidarietà”
Da questo libro, ad oggi molto attuale, ne risulta un Albert Camus non totalmente pessimista, ma fiducioso della facoltà mentale e fisica della collettività fatta di singoli individui, chiamati ad essere: “eroi”.
“Il microbo è cosa naturale, Il resto, la salute, l’integrità, la purezza, sono un effetto della volontà e d’una volontà che non si deve mai fermare.
Paura e angoscia: due facce di una stessa medaglia
La precarietà, l’incertezza, l’instabilità, sono i pilastri che trasportano l’uomo in uno stato di angoscia e paura, di fronte cui non si sa bene come agire per fronteggiarli; ma Introspezione e autocoscienza aiutano.
Søren Kierkegaard nel suo libro “Aut Aut”, considerava l’angoscia un sentimento radicato nell’individuo dal momento in cui il suo approccio alla conoscenza futura è sospesa nell’indeterminatezza; a differenza della paura considerata un impulso che ha sempre un oggetto determinato.
Il significato di “Aut Aut” allude alla capacità di scelta da parte di ogni individuo a fronte della sua libertà personale, che non può essere delegata ad altri.
“L’uomo giunge ad un momento in cui non ha più la libertà della scelta, non perché ha scelto, ma perché non l’ha fatto, il che si può anche esprimere così: perché gli altri hanno scelto per lui, perché ha perso se stesso.”
Semplicemente esistendo, mordendo e graffiando la vita.
La vita è un mistero non da capire, ma da vivere. E’ soltanto esistendo che riusciamo a capire la perfezione umana. Perfezione che risiede nella capacità di saper essere una mente pensante e libera di pensare.
“È sulla soggettività dell’uomo che si basa l’universo, ma non come se fosse qualcosa di freddo ed egoista, ma in base alla considerazione che l’uomo sceglie se stesso durante la sua vita”.
Introspezione e autocoscienza: l’arte del “fare”
Non esiste un manuale che indirizza l’uomo alla vita, ma come diceva Woody Allen: “le cose non si dicono, si fanno, perché quando si fanno, parlano da sole”. Ecco di cosa ha bisogno il nostro futuro, di individui che sappiano agire e prendere parte attivamente alla vita sociale. Questo vuol dire vivere: “progredire attivamente”.
“L’uomo non è niente altro che quello che progetta di essere; egli non esiste che nella misura in cui si realizza; non è dunque niente altro che l’insieme dei suoi atti, niente altro che la sua vita.