Era Italia ’90 quando “Un’estate italiana”, scritta da Nannini e Bennato risuonava in tutti gli stadi italiani
Chi l’avrebbe mai detto che, 21 anni dopo, la colonna sonora di Italia’90, avrebbe accompagnato il Paese verso quel pizzico di spensieratezza persa negli ultimi 18 mesi?
Ognuno di noi porta con sé momenti brutti e difficili. Ognuno di noi ha perso qualcosa. Ci siamo aggrappati a quello che potevamo, abbiamo stretto i denti e ci siamo fatti forza l’un l’altro.
Roberto Mancini è stata l’icona della rinascita, dalla disfatta delle qualificazioni ai Mondiali del 2018 fino al tetto d’Europa. Ma il CT della Nazionale si è contraddistinto soprattutto per l’umanità con la scelta di portare con se l’amico di sempre Gianluca Vialli, il suo “gemello del gol”. Gianluca ha conosciuto la sensazione di cadere nell’oblio, a causa di un cancro che l’ha colpito nel 2017 per poi sconfiggerlo riassaporando ancora una volta la bellezza e la magia della vita.
Il caso ha voluto proprio che questa vittoria fosse la loro rivincita: 29 anni fa infatti quando entrambi erano giocatori della Sampdoria, uscivano sconfitti dalla finale di Coppa Campioni proprio a Wembley contro il Barcellona. Stavolta i “gemelli del gol” hanno gioito alzando la Coppa Europea per l’Italia dopo 53 anni di attesa.
C’è chi questa vittoria ha avuto la fortuna di festeggiarla e chi invece sfortunatamente si è fermato alla prima tappa del viaggio chiamato vita. Il sapore della rinascita e della libertà è da dedicare soprattutto a loro che non ci sono più e che avrebbero cantato tutti insieme abbracciati l’uno con l’altro, trasmettendo quel calore che tanto ci manca.
It’s coming home, slogan di una speranza mai persa
D’altro canto gli inglesi hanno vissuto questa competizione con superbia più che con speranza. C’era la convinzione che dinanzi ai 58.000 tifosi di casa, a Wembley, proprio non si poteva sbagliare.
Lo slogan inglese “it’s coming home” è risuonato in maniera ripetuta in questi EURO2020“. La sua storia è molto interessante: deriva dalla canzone “Three Lions (Football’s coming home)“, ideata in occasione degli Europei del ’96 dalla band Lighting Seeds. Il motivo di questa frase sta nel fatto che gli inglesi sono da sempre fieri di aver inventato il calcio e sperano che questo possa letteralmente tornare a casa in seguito alla vittoria in un campionato internazionale.
Dopo anni difficili, la nazionale inglese era già tornata a far sognare i suoi tifosi ai Mondiali del 2018 e, insieme a una ritrovata consapevolezza della propria forza, era tornato in voga dopo tanti anni anche il coro “It’s coming home”. Southgate, allenatore dei Tre Leoni, già nel 2018 aveva difeso il motivetto definendolo come semplice “umorismo inglese”.
Ma il football è tornato a casa neanche quest’anno. La coppa se l’è presa un’Italia grintosa, organizzata, caparbia e decisa. Un’Italia che ha saputo soffrire prima di esaltarsi. Un’Italia che ha rispecchiato il carattere, la voglia di rivalsa e di tornare a vivere di 59 milioni di persone.
In campo non c’erano solo 11 giocatori, ma una nazione intera.
Aveva ragione il maestro Franco Battiato: “è stato molto bello”.
It’s coming (to) Rome, we are (not) so sorry.