La Reggia di Carditello diventerà un museo

Reggia di Carditello polo museale

L’obiettivo per il nuovo direttore, Giuseppe Russo, è quello di rendere la Reggia di Carditello (Campania) un museo

Un compito di fondamentale importanza attende Giuseppe Russo, Direttore Generale della Fondazione Real Sito di Carditello: rendere l’antica Reggia Borbonica un museo a tutti gli effetti. 

Dopo decenni di incuria e abbandono, è stato finalmente deciso di destinare ad uso pubblico tutti gli spazi di questo importante immobile che si trova nei pressi di San Tammaro (Provincia di Caserta).  La Reggia di Carditello potrà, così, ritrovare nuova vita.  

Carditello Festival 2022 #riFelix

La Reggia di Carditello è una realtà viva che già interagisce con il territorio circostante. A luglio e inizio settembre è stato teatro del Carditello Festival 2022 #riFelix, un evento che ha portato nel Casertano musicisti del calibro di Elisa (8 luglio), Eduardo De Crescenzo (23 luglio) e Riccardo Cocciante (2 settembre). Concerti che hanno riscontrato un grande successo di pubblico. 

Cosa comporta diventare museo?   

Rendere la Reggia Borbonica un polo museale significa, come ricordato dallo stesso Direttore all’Ansa

portare avanti anche l’iter per la richiesta dei beni di Carditello sparsi in altri musei. Si tratta di seicento beni storici, tra quadri, mobili e arazzi“.

Inoltre, un aumento degli spazi espositivi e dei servizi richiede una riorganizzazione degli organici e al contempo un aumento degli addetti. Un polo museale porterebbe anche ad una modifica della logistica per raggiungere il Real Sito di Carditello.  

La Reggia di Carditello e la passione borbonica per i cavalli

La Real Delizia di Carditello fu realizzata dall’architetto romano Francesco Collecini, allievo di Luigi Vanvitelli, su richiesta di Carlo di Borbone, primo sovrano borbonico di Napoli. A circa 4 km dal comune di San Tammaro sorse così una magione modello adibita all’allevamento equino e alla caccia

Carlo di Borbone
Carlo di Borbone

La struttura architettonica neoclassica fu poi trasformata dal successore di Carlo sul trono partenopeo, Ferdinando IV, che decise di adibire il complesso a fattoria modello per la coltivazione del frumento e all’allevamento di razze pregiate di bovini e cavalli.

Dopo la caduta dei Borbone è iniziato un lento ma inesorabile declino, dal quale la Reggia è uscita  dal dicembre 2014, mese in cui il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha iniziato a gestirla tramite il Polo Museale della Campania (oggi Direzione Regionale Musei della Campania).

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