Lasciati salvare la vita dalla letteratura
Da sempre, leggere è una pratica dagli innegabili effetti benefici, che si cerca di insegnare ai più piccoli ma, sfortunatamente, non è attuata da tutti.
Cesare Pavese scriveva: «La letteratura è una difesa contro le offese della vita».
Chiunque sia appassionato di poesia, di prosa, dell’arte della parola in generale, sa che cosa significa leggere e ritrovare se stessi, nelle parole di un altro.
Cos’è la letteratura
Grazie alla lettura, riusciamo a svelare parti sconosciute della nostra psiche, che, improvvisamente, si impongono a noi, obbligandoci a vederle.
Quante volte, leggendo versi di poesie e pagine di romanzi, ci rendiamo conto di quanto, di noi, ci sia in quelle parole.
Quanto ci appartengano, come se le avessimo scritte di nostro pugno.
La letteratura è questo: noi, quello che siamo e non siamo, quello che vorremmo e non vorremmo essere. Trasformati in parole leggibili che ci rivelano, anche contro la nostra volontà.
La verità nella poesia
Spesso capita di star attraversando un periodo particolare, di vivere qualcosa che non sappiamo gestire e, improvvisamente, troviamo le risposte in una poesia o in un passo in prosa.
Ad esempio, mi è capitato, un giorno, di trovarmi di fronte ad una situazione spiacevole: un mio caro amico, afflitto dal dolore di un lutto importante. Avrei voluto cercare di aiutarlo, in ogni modo possibile.
Mi sembrava fosse mio compito fare di tutto, per rendergli più semplice superare il dolore, che lo stava prosciugando.
Mentre mi sentivo investita da questa responsabilità, auto attribuitami, mi è capitata tra le mani, per puro caso, una poesia di Umberto Saba.
La poesia si chiama Confine e terminava con questi versi:
[…]
Un passero
della casa di faccia sulla gronda
posa un attimo, al sol brilla, ritorna
al cielo azzurro che gli è sopra.
Oh lui,
tra i beati beato! Ha l’ali, ignora
la mia pena secreta, il mio dolore
d’ uomo giunto a un confine: alla certezza
di non poter soccorrere chi s’ama.
In quel momento, la poesia mi ha salvato la vita.
Mi ha messo di fronte alla verità: non possiamo salvare del tutto chi amiamo.
Una verità, che può apparire banale, ma che è sconvolgente nella sua semplicità e, in certi casi, può capitare di perderla di vista.
Ritrovarsi tra le pagine
Possiamo trovare giovamento in romanzi, che descrivono le stesse esperienze che ci hanno segnato, dolori che abbiamo fatto fatica a gestire.
Gli scaffali delle librerie, sono piene di libri che raccontano avvenimenti che abbiamo vissuto nella nostra vita, e, nei momenti in cui siamo persi, nulla ci fa bene come sentire di non essere soli.
È innegabile, che sentire di avere una possibile strada da seguire, parole che ci indicano ciò che potrebbe essere giusto per noi, ci aiuta ad affrontare qualsiasi cosa stiamo vivendo.
Quando siamo immersi in una situazione, infatti, fatichiamo ad essere oggettivi, a riconoscerla e comprenderla razionalmente.
Con la letteratura, invece, riusciamo ad immergerci in storie altrui e, essendo apparentemente estranei alla vicenda, studiamo, con occhio vigile, i moti dell’animo dei personaggi, le scelte, gli avvenimenti.
Impariamo, nel frattempo, tanto, di noi stessi.
L’arte del meravigliarsi
Inoltre, ciò che riesce ad insegnarci la letteratura: è la sottile arte del meravigliarsi.
Viviamo, spesso pensando, che nulla ci possa più stupire, crediamo di conoscere tutto e guardiamo un tramonto, con occhi di chi vede un’immagine, che si para davanti per l’ennesima volta.
Leggere, invece, ci consente di porre l’attenzione su dettagli, che normalmente ci lasciamo sfuggire. Ci permette di sviluppare una sensibilità più fine.
Ricordiamo, ad esempio, che il personaggio, del nostro romanzo preferito, si fermava spesso, di fronte al mare, a pensare e: perché non possiamo farlo anche noi?
Oppure, osserviamo un paesaggio, non appena terminata una pioggia torrenziale, e ci ricordiamo di Leopardi, de La quiete dopo la tempesta e: quanta tempesta c’è nella nostra vita? In quanta quiete possiamo sperare anche noi, subito dopo?
Trovare un senso tramite la lettura
La letteratura è, esattamente, questo: leggere per sentirsi parte di qualcosa, per ritornare ad essere, ciò che abbiamo dimenticato o che, forse, non abbiamo mai saputo di poter essere.
Leggere è un vizio salutare, che ci riempie l’anima e che, per fortuna, non si perde mai.
«Così scoprì la virtù paradossale della lettura, che è quella di astrarci al mondo per trovargli un senso» scriveva Daniel Pennac.
ambasciator.it
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STEFANO POPOLO
CEO & Founder
Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.