“Essere Napoletano è meraviglioso!”

Napoli

Napoli: “un palcoscenico a cielo aperto”


Napoli è la città che non sta mai zitta, basti pensare alle onde del suo mare, il cui suono non smette mai. Lieve sì, impercettibile mai. É la città di sole e d’azzurro direbbe Giorgia. É un’anima passionale, carnale, semplice e vorace; è a metà tra un sorriso ironico e vivace e gli occhi pieni di appocundria, dei tempi belli, quelli senza tristezza, pieni di malinconica bellezza. Napoli è la penombra di mille strade mai asfaltate e l’ombra nei vicoli: luce su petali di fiori mai colti.
Una storia d’amore, contrasti e contraddizione di irreversibile splendore. Napoli è quella parola che non dici mai, cucita sulle bandiere e sulle maglie appese ai balconi. Napoli è la frenesia e la gioia dei creaturi: voci che salgono, occhi su in alto. Mentre sei su “un palcoscenico a cielo aperto” direbbe Eduardo. Scenografia, ritmo e vita nelle sue commedie. La sua casa? il Teatro San Ferdinando di Napoli.


“Grazie Partenope”

Di chi è Partenope? Partenope è di chi si fida del pregiudizio e di una bugia e ha paura; è di chi pianta radici, versa lacrime, sangue e sorrisi. Partenope è nelle mani di chi non la merita e abbraccia te, partenopeo che sai di non meritarla, ma proprio per questo la ami più di ogni altra. Partenope perché rieccheggia il mito della sirena Partenope e dei suoi ammaliati e silenziosi marinai, nel golfo, davanti Sorrento, la terrazza e il canto. Quella notte la luna è come un faro. Grazie Partenope.
Fatti guidare dalla penna, quindi lo sguardo, la curiosità e il tono di Matilde Serao in “Leggende Napoletane”.
Nella città partenopea il sacro e il profano sono come un altalena. Credi in Dio, ammiri il Dios 10, il Dio del Calcio, leggenda: Diego Armando Maradona.
Mille colori, nati dalla chitarra e dalla voce del grande Pino Daniele. plausi, fischi, abbracci, occhi umili e stanchi.

Spensieratezza

Quelli di chi una notte non dorme per guardare le stelle e stare “senza penzier”: sonno leggero, sogno già vero. Sigaro tra le dita, mani sporche, cuore pulito. Coscienza sporca, invece, di chi ha fatto scelte d’oro massiccio di cui poi si è pentito.
Napoli ha una lingua che inorgoglisce e impreziosisce Storia, Poesia, Teatro e Musica. Ed è quella in cui il grande Massimo Troisi non riusciva a pensare altrimenti; quella che si differenzia dall’italiano e Sofia Loren lo dice bene: “Non sono italiana, sono napoletana“. Insita nelle parole la complicità greca e latina che non conosci mai a fondo ma di cui per questo leggi e scopri camminando; come pure la maestosità e la grazie del Maschio Angiono, l’austerità, del Castel dell’Ovo.

Partenope, Napoli, non perde mai l’eleganza del classico, l’armonia, ma ci mette passione perché ogni opera d’arte o di danza sia viva. Un nome: Teatro San Carlo.

“Essere Napoletano è meraviglioso!”

“Terra Mia”, di quegli ultimi che hanno scalato le classifiche senza fretta; fa invidia e commuove nel cuore di chi parte e di chi resta. Lei che non ha mai chiesto niente si ciba di seducente e ampia meraviglia. E’ scritto anche sui muri: “Essere Napoletano è meraviglioso!”
Napoli serba il mistero: ci vuole molto a scoprirla, accoglie chi non l’ha mai persa di vista, ha ammirato da lontano il suo re e ne è rimasto folgorato/a: il Vesuvio.

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