I benefici psico-fisici dell’abbraccio
Nell’attuale periodo storico colpito da pandemia di COVID-19, in cui si sono acuite le distanze fisiche e sociali, può sembrare strano e inappropriato parlare di abbracci.
In generale, a prescindere dal rischio di contagio, ci si abbraccia poco e quando accade lo facciamo spesso in modo frettoloso.
Così facendo non doniamo la giusta importanza all’abbraccio, un gesto così semplice e spontaneo che apporta numerosi benefici psicofisici di cui tutti dovremmo essere a conoscenza.
Oggi ci troviamo a vivere in una società sempre più meccanica e digitale che trascura la spontaneità e limita i contatti umani.
L’era “social”, che predilige forme di socializzazione virtuale, se da un lato ha come vantaggio quello di abbattere ogni distanza geografica “avvicinando” amici e parenti lontani, dall’altro sostituisce la bellezza e la semplicità di piccoli gesti come una carezza, un bacio o una stretta di mano.
Studi sui benefici
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che gli abbracci riducono i livelli di ansia e stress.
Ciò avviene grazie alla stimolazione e alla produzione di ossitocina, comunemente definito l’ormone dell’amore e della felicità.
Inoltre, la quantità di ossitocina prodotta dagli abbracci risulterebbe essere più elevata rispetto alle quantità prodotte da baci e carezze.
I benefici che ne ricaviamo non sono solo di natura psicologica ma anche fisiologica. Durante l’abbraccio, infatti, l’organismo produce una maggiore quantità di endorfine, sostanze prodotte dal cervello, in grado di abbassare la soglia del dolore e di aumentare la sensazione di piacere e benessere.
La produzione di tali molecole agisce positivamente anche sul sistema cardiovascolare e immunitario, favorendo una diminuzione della pressione arteriosa e del cortisolo (ormone la cui funzione principale è indurre l’aumento della glicemia).
Alcune ricerche che negli anni hanno indagato sul significato dell’abbraccio, si sono proposte di identificare il numero ideale di abbracci giornalieri in grado alleviare stress e ansia: quattro servirebbero per il mantenimento del benessere psicofisico, mentre nelle circostanze in cui si avverte maggiore solitudine e smarrimento, si arriverebbe alla cifra di dodici abbracci al giorno.
La famosa psicoterapeuta statunitense Virginia Satir scrisse in un suo testo:
“Abbiamo bisogno di quattro abbracci al giorno per sopravvivere. Otto abbracci per mantenerci in salute. Dodici abbracci per crescere”.
L’importanza degli abbracci per i bambini
Avete mai notato la naturale propensione nel voler abbracciare i bambini?
E abbiamo mai pensato a quanti benefici essi possono ricavare da questi abbracci?
Secondo una recente ricerca del Nationwide Children’s Hospital in Ohio, i ricercatori hanno notato che più si abbraccia un bambino più il suo cervello ha la possibilità di svilupparsi al meglio.
Attraverso l’abbraccio il bambino si sente amato e protetto e se ripetuto nel tempo viene vissuto come esperienza piacevole e non opprimente.
Il bambino esperisce l’abbraccio fin dai primi mesi di vita con le figure di accudimento, in particolare con la madre.
Rifacendoci al pensiero del pediatra e psicanalista Donald Winnicott, “la madre sufficientemente buona” è colei in grado di prendersi cura del bambino senza mai anticipare i suoi bisogni e i suoi tempi.
In più, essa è in grado di creare un ambiente confortevole e di sostegno in cui il bambino può rifugiarsi, sapendo di avere sempre qualcuno su cui contare nei momenti di frustrazione e aggressività.
Con il termine “sostenere” Winnicott si riferisce soprattutto al tenere in braccio il bambino.
Nell’abbraccio le madri divengono contenitori di angosce e i bambini che non ricevono tale contenimento potrebbero sviluppare un forte senso di insicurezza e manifestare esplosioni di rabbia e pianto.
L’autore sottolinea quanto siano determinanti le prime cure materne per un buon sviluppo psicologico e per favorire lo sviluppo di positive relazioni future.
Hug-therapy
Considerata l’importante funzione emotiva svolta dall’abbraccio, da alcuni anni è diventato una vera e propria terapia (hug-therapy) per curare diversi disagi e traumi della prima infanzia.
Come emerge dagli studi circa l’efficacia della hug-therapy, il contatto fisico può incrementare l’autostima, ridurre ansie e paure e può addirittura ridurre in modo significativo la paura della morte.
Una recente ricerca, condotta dall’Università Vrije di Amsterdam, ha dimostrato che anche abbracciare un oggetto (un peluche o un cuscino) apporta sollievo emotivo e riduce paure esistenziali.
La stessa ricerca ha però sottolineato che il contatto fisico interpersonale (quindi l’abbraccio tra due persone) ha un effetto molto più potente.
E’ possibile affermare, in definitiva, che l’abbraccio favorisce un maggiore stato di felicità e questo vale tanto in età evolutiva quanto in età adulta, in quanto l’essere umano presenta una naturale tendenza a ricercare conforto e rassicurazioni.
Abbracciarsi fa bene ed è consigliabile farlo più spesso…COVID permettendo!!!