Le protagoniste dell’Amica geniale di Elena Ferrante: le amiche/nemiche che hanno conquistato il cuore di tutti
Sono diversi i libri pubblicati sotto il nome di Elena Ferrante, pseudonimo che cela la reale identità dell’autore/autrice, ma è indubbio che il maggior successo, per la scrittrice, giunge con la pubblicazione della tetralogia L’amica geniale e, in seguito, con la trasposizione cinematografica della storia di Lila e Lenù.
La serie televisiva Rai
Il successo, ottenuto con la serie televisiva, nelle sue due prime stagioni trasmesse dalla Rai, è stato strabiliante e ad oggi è davvero difficile non averne sentito mai parlare, seppur di sfuggita. Celebre è ormai il titolo de L’Amica geniale e il rapporto delle due protagoniste. Hanno fatto innamorare non solo l’Italia, ma anche molti paesi di tutto il mondo.
Le vicende e i personaggi, nati dalla fantasia di Elena Ferrante, avevano già attratto un numero enorme di lettori, ma di certo, grazie alla televisione, anche chi non si diletta nella lettura si è potuto appassionare alla storia ambientata nel Rione Luzzatti, quartiere periferico di Napoli, durante il secondo dopoguerra.
In particolare, l’interesse nasce, soprattutto, nei confronti delle due protagoniste e del loro rapporto estremamente altalenante.
Per quale motivo ci attrae così tanto l’amicizia di Elena Greco e Raffaella Cerullo?
Un punto fondamentale sta nella genialità dell’autrice di rappresentare un rapporto di amicizia malato, in tutta la sua realtà, in tutte le sue contraddizioni, invidie, delusioni.
Siamo di fronte a due ragazze che si vogliono bene, ma che necessitano l’una dell’altra in un modo che va ben oltre al semplice affetto tra due persone. Si fondono costantemente, abbattendo ogni confine che le divide e, per questo, ogni passo – che una delle due compie distanziandosi dall’altra – è vissuto come un tradimento dell’amicizia e, perciò, condannato. Ad essere unite, in questa relazione, sono due ragazze normali inserite, nella vita, in un contesto difficile; due giovani, mai idealizzate dalla scrittrice che invece riesce a rappresentare la loro disarmante verità, di fronte alla quale non possiamo far altro che arrenderci.
Una, lo specchio dell’altra
Non è difficile, durante la storia, immedesimarsi in Lila. Nutre un profondo bene nei confronti di Elena, ma, contemporaneamente, si sente un passo indietro alla sua migliore amica perché non ha mai avuto le stesse possibilità. Sfoga quel rancore, che la mangia dentro, rivolgendole frasi cattive e nutrendo un continuo desiderio di sminuirla.
Al contempo la incoraggia a studiare, le compra i libri, definisce – lei stessa – Elena come la sua “amica geniale”.
Questo perché, come in tutti i rapporti malati, Lila vede in Elena un pezzo di se stessa e non si concepisce entità separata, ma, anzi, se Elena riesce, significa che anche una parte di Lila ce l’ha fatta.
Allo stesso modo ci si può immedesimare in Elena. Cerca di imitare, dal primo momento, l’andatura sicura e spigliata di Lila, la forza ribelle che Lenuccia sa di non possedere. In più, teme di lei l’intelligenza, che sembra continuamente sovrastare la sua.
Nonostante Elena affermi più volte, durante il racconto, di sentire il bisogno di allontanarsi da Lila – che la assorbe continuamente -, alla fine non fa altro che ritornare sempre da lei. Finisce anche con il riconoscere che, senza accorgersene, anche il suo primo romanzo contiene una parte importante di una fiaba, “La Fata Blu”, scritta dalla sua migliore amica quando era solo una bambina. Si rende così conto che, anche se lontane, Lila continua a viverle dentro.
Alla fine, l’una trascina sempre l’altra con sé
Ci troviamo al cospetto di un’amicizia al femminile, nella quale riusciamo a riconoscerci e possiamo, facilmente, immaginare. Magari – tra donne – si vive spesso un rapporto simile. Oppure, l’abbiamo osservato da vicino e, per questo, ne comprendiamo le sfumature contraddittorie, i moti umani che agitano un rapporto nato in una realtà soffocante e ha, quindi, una radice malata che non smette mai di resistere, benché le due ragazze cerchino di allontanarsi, di vivere come entità diverse e separate.
Una Napoli in lotta, tra l’arcaico e il moderno
Elena Ferrante ci racconta una Napoli sfinita dalla guerra e divisa al suo interno; un paese pervaso da razzismo e pregiudizi, un quartiere napoletano retrogrado, opprimente, invasivo che, costantemente, limita la libertà dei suoi abitanti e delle due giovani protagoniste.
Lila e Lenù ci fanno innamorare della loro storia, della loro amicizia pervasa di odio e di amore; un’amicizia che non ha nulla di perfetto e che ci consente, per questo, di sentirle più vicine a noi. Due protagoniste che, da bambine, si promettono – con in mano il volume di Piccole Donne – di costruire un’amicizia forte che permetta loro di resistere, insieme.
ambasciator.it
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STEFANO POPOLO
CEO & Founder
Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.