LUPIN è la nuova serie originale Netflix con Omar Sy, disponibile da domani, 8 gennaio
Nel lontano 1905, Maurice Leblanc metteva al mondo uno dei più famosi e amati furfanti di tutta la storia: Arsène Lupin, il ladro gentiluomo.
Nel corso del tempo, la fortuna di questo personaggio letterario lo ha portato a diventare prima un manga negli anni ’50 (del mangaka Monkey Punch) e poi la serie animata Le avventure di Lupin III negli anni ’80.
Ma questo leggendario ladro non ha ancora smesso di sedurre il suo pubblico, tanto da ispirare la nuova serie originale Netflix: Lupin.

Creata da George Kay in collaborazione con François Uzan e diretta dal regista francese Louis Leterrier (The Transporter, The incredible Hulk, Now you see me) e Marcela Said (Narcos Mexico), Lupin ha come protagonista il talentuoso Omar Sy (Quasi amici, Famiglia all’improvviso, Il principe dimenticato). La prima parte “Nell’ombra di Arsène” è composta da cinque episodi di circa 50min e sarà disponibile da domani, 8 gennaio su Netflix.
Alcuni libri sono più di una semplice storia
“È quello che mi è successo, da giovane ho ereditato una fortuna. Un giorno qualcuno è entrato nella mia vita e mi ha lasciato tutto ciò che aveva. Tesori incredibili, risorse infinite… e tante vite per godermeli. Ho ereditato un libro che è più di una semplice storia.”
Dopo venticinque anni dalla perdita del padre Babakar Diop, morto innocente in galera a seguito di un’accusa di furto ai danni della ricca e potente famiglia Pellegrini, Assane Diop pretende verità e vendetta.
Tutto ciò che ha, è l’ultimo regalo del padre: il libro di Arsène Lupin, il ladro gentiluomo. Ma per Assane non è solo un libro, è un testamento.

Il ladro gentiluomo
Come si evince dalla trama, questa nuova serie Netflix non è l’adattamento live-action dell’amato anime Lupin III: il protagonista non va in giro con la sua giacca rossa accompagnato dal pistolero Jigen ed il samurai Goemon. Assane Diop è un uomo francese con una vita precaria: ha avuto un’adolescenza traumatica; non ha un lavoro stabile (o meglio, essere un ladro non permette una stabilità economica né quantomeno del vanto); ha una moglie che lo ama, ma che è costantemente danneggiata dalla vita di lui e, infine, un figlio per cui non riesce ad essere presente. Ma Lupin è per Assane la sua fonte d’ispirazione.
“Il sospettato gioca a fare Lupin. Il metodo, lo spirito, lo stile, il talento.”
Assane Diop è l’uomo dai mille volti: l’attimo prima è il povero debitore Luis Perenna, l’attimo dopo è il ricco imprenditore Paul Sernine. Entrambi anagrammi di Arsène Lupin ed entrambi comparse utili di un piano vendicativo curato così tanto nei dettagli da sembrare uno spettacolo, persino alla polizia e alla famiglia Pellegrini.
“Mi hai sottovalutato. Perché non mi hai guardato. Tu mi hai visto. Ma non mi hai guadato”

I panni del ladro gentiluomo sembrano esser stati cuciti addosso ad Omar Sy: paziente, ma impulsivo; elegante, ma popolano; di buon cuore però vendicativo. Un personaggio che è un ossimoro in tutto e per tutto.
Ed è proprio con il suo carisma e la sua singolare personalità che riesce ad intrattenere e ad incuriosire il pubblico fino all’ultimo secondo.

Un buon inizio che osa poco
Il Lupin di George Kay, avrebbe tutte le carte in regola per essere uno dei migliori prodotti originali Netflix se solo avesse osato un po’ di più.
La serie è un vero e proprio “guardia e ladri“: dinamica, frenetica, interessante ed avvincente, con un cast ben assortito (Ludivine Sagnier, Hervé Pierre, Vincent Londez, Soufiane Guerrab, Clotilde Hesme).
È possibile definirlo anche come un thriller contornato dal dramma familiare: non solo del protagonista, ma anche dei differenti antagonisti che si incontreranno.

Nonostante ciò, dalla visione si percepisce un potenziale che non è stato sfruttato al massimo. Ma è senz’altro avventato esprimere un giudizio completo sulla serie, dato che essa stessa ancora non lo è: infatti, la prima parte termina con un cliffhanger, cioè con un brusco colpo di scena che si risolverà solo nella prossima e futura parte 2 della serie.
Chi vincerà la partita finale? Assane, la polizia o i Pellegrini? Si dovrà aspettare la seconda parte per dissipare qualsiasi perplessità del pubblico e, soprattutto, per aver ben chiara la genialità di questo nuovo prodotto.

ambasciator.it
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STEFANO POPOLO
CEO & Founder
Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.