L’intervista a Macron e il coprifuoco in Francia

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Covid in Europa: l’intervista a Macron e il coprifuoco in Francia

“Non abbiamo perso il controllo del virus, ma la situazione è preoccupante”, così si apre l’intervista a Emmanuel Macron prima di annunciare il coprifuoco in Francia. Alle 19.55 del 14 ottobre il presidente è apparso sugli schermi di tutti i francesi per annunciare le misure per questa deuxième vague di Covid-19( https://www.elysee.fr/emmanuel-macron/2020/10/14/covid-19-interview, qui per vederla integralmente). “Non dobbiamo essere né inattivi né nel panico”, ha annunciato.

La seconda ondata di contagi sta arrivando in tutta Europa, con cifre preoccupanti.
Macron comincia enunciando numeri, confrontando la situazione francese a quella della Germania, della Spagna e dei Paesi Bassi. Quasi cerca di consolare i suoi cittadini mettendo a paragone quelli messi peggio di loro: mal comune mezzo gaudio, dice un vecchio adagio. Ma la preoccupazione rimane. Perché il virus ha ripreso a camminare velocemente tra di noi, nel nostro continente e nel mondo. Come se si fosse mai fermato!

I numeri crescono e le terapie intensive si affollano

Ventisettemila casi in tutta la Francia solo pochi giorni fa: cifre importanti, troppo per passare inosservate. “Questo virus colpisce tutte le categorie di persone e a tutte le età”, continua Emmanuel Macron guardando i suoi due intervistatori, Anne-Sophie Lapix e Gilles Bouleau. Perché sì, si tratta di un’intervista a tre, con due metri di distanza a separarli. Probabilmente perché se il presidente fosse apparso da solo sarebbe stato un po’ un déja-vu, come a marzo. Forse un’apparizione troppo preoccupante per un paese che torna a tremare sotto i colpi del virus. E proprio per rincuorare i suoi concittadini, il capo dell’Eliseo dice che milioni di francesi hanno avuto il coronavirus, sono stati nei reparti di terapia intensiva ma ne sono usciti. Lo stesso augura a chi ci è entrato ora.
Ribadisce quali siano i sintomi e quali le conseguenze. Sottolinea la pericolosità del virus. E passa subito a parlare della difficoltà che stanno incontrando gli ospedali. Macron afferma che la situazione delle strutture ospedaliere è peggiore rispetto a marzo. Perché? Perché durante la prima ondata, il virus si era diffuso solo in poche regioni permettendo alle strutture di riorganizzarsi e di redistribuire i pazienti; ma ora la diffusione è su tutto il territorio nazionale. “Non ci sono riserve nascoste”, dice il presidente e aggiunge che i lavoratori del settore sanitario sono provati dagli sforzi della prima ondata.

Macron annuncia il coprifuoco in Francia

Durante l’intervista Macron annuncia il coprifuoco come misura necessaria citando gli esempi della Guyana e dal Guadalupe, territori fortemente colpiti dal Covid.
Questa misura di contenimento non si applicherà a tutta la nazione ma solo all’Ile de France (regione della capitale) e a otto metropoli: Grenoble, Lille, Lione, Aix-Marseille, Montpellier, Rouen, Saint-Ètienne e Tolosa. Il coprifuoco riguarderà bar e ristoranti, ma anche cinema, teatri tutti i luoghi di “socialità”: sarà in vigore dalle 21 alle 6 del mattino a partire da sabato prossimo e durerà per quattro settimane, con la possibilità di essere prolungato fino al primo dicembre. Ovviamente saranno previste delle autorizzazioni per motivi lavorativi e di emergenza.
Bisogna ridurre i casi di Covid, i ricoveri in terapia intensiva”, aggiunge. È necessario limitare i contatti con persone al di fuori della propria “cellula familiare”. Proprio a tal proposito invita i cittadini a fare “riunioni” con un massimo di sei persone, a far areare spesso gli ambienti, a indossare la mascherina laddove non si possa mantenere la distanza di almeno un metro. Non vieta gli spostamenti tra regioni, “sarebbe sproporzionato”. Non impedisce le vacanze ma fa affidamento sulla responsabilità e il buon senso delle persone.

Economia e smart working

L’economia del paese come reagirà? Emmanuel Macron annuncia che lo stato sarà al fianco delle persone in difficoltà, di tutti i gestori che saranno costretti a chiudere ma anche dei disoccupati. Un aiuto tra i 1000 e 1500 euro per le prossime settimane. Sono misure dure per l’economia già provata del paese, ma necessarie secondo il presidente. Spera, infatti, che allo scadere di queste misure la situazione sia migliorata e ci possa essere un allentamento. Ma non fa previsioni, “il virus ci ha già sorpreso”.
Lo scopo è quello di far continuare la vita normale ai cittadini francesi: le scuole e le università continueranno ad essere aperte, e le persone potranno continuare ad andare al lavoro normalmente. Il presidente parla anche di “tele-travaille”, lo smart working: sottolinea come vi sia la necessità di un confronto sul proprio posto di lavoro. Proprio per questo si lavorerà da casa solo due o tre volte a settimana, dove possibile, per alleggerire la situazione dei mezzi di trasporti.

“È dura avere vent’anni nel 2020”

“È dura avere vent’anni nel 2020”, dice Macron quasi tristemente.

Si rende conto che gli esami saltati, l’angoscia di un futuro ancora più incerto di prima sono elementi segnanti per le nuove generazioni.

Non fa la morale ai giovani, a quelli che volevano fare festa. Il capo dell’Eliseo sembra capire e non giudicare, ma quasi compatire chi vive ora la sua giovinezza. Una giovinezza a cui questo virus ha tolto spensieratezza e divertimenti.
Il presidente si rivolge anche a coloro che dicono di avere il diritto a essere contagiati in nome della propria libertà: non è così, tutti sono legati gli uni agli altri all’interno della nazione. Non bisogna essere egoisti, bisogna pensare ai propri cari, ai propri amici.
Conclude la sua chiacchierata con i giornalisti dicendo che la Francia ha bisogno di ognuno dei cittadini. Il suo paese sta reimparando ad essere una nazione unita.
“Una nazione resiliente che impara di nuovo a proteggersi”.

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STEFANO POPOLO

CEO & Founder

Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.

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