Maria Musella, attrice e scrittrice emergente, ha di recente pubblicato il suo primo romanzo, #100 sfumature di schiuma, un racconto autobiografico
Maria Musella, una ragazza napoletana di 22 anni e un grande bagaglio di esperienze alle spalle. Esperienze positive e negative, sia dal punto di vista personale che lavorativo, ma che hanno fatto sì che trovasse il coraggio di inseguire il suo sogno più grande: diventare attrice.
Dopo aver lavorato per anni su se stessa, la difficile decisione di lasciare l’università, ad oggi è un vulcano di passioni e di creatività che non ha intenzione di smettere di eruttare.
È uscito quest’anno il suo romanzo d’esordio, #100 sfumature di schiuma, un’idea regalo perfetta in vista del Natale! Un libro semplice e genuino, ma allo stesso tempo intenso, che può trasportarti in un altro mondo durante queste giornate uggiose.
Maria, è uscito quest’anno il tuo primo libro. Raccontaci un po’ del tuo viaggio su carta
Sì, è uscito a maggio, quasi a fine lockdown. Dopo quattro lunghi anni di stesura, finalmente ho partorito il mio figlio artistico. Inizialmente era una sorta di “Zibaldone”, appunti e pensieri vari alla rinfusa post terapia, ma dopo svariate sollecitazioni mi sono decisa a farlo diventare un manuale di sopravvivenza per dare una speranza a chi crede di non farcela.
Chi ti ha incoraggiato di più a portarlo a termine?
In particolare, la mia migliore amica e i ragazzi del terzo piano di Porta di massa (sede dell’Università Federico II di Napoli, ndr) che spesso hanno letto qualche parte in anteprima e mi hanno detto che avevo tutte le carte in regola per portarlo a termine.
Una volta terminato, come hai trovato la casa editrice che ha scelto di pubblicarti?
In realtà l’ho pubblicato tramite il self publishing di Amazon e grazie all’aiuto di Giovanni e Giacomo per l’editing e la pubblicazione.
Come mai hai scelto il titolo #100 sfumature di schiuma? Scelta tua o degli editor?
Il titolo #100 sfumature di schiuma è nato dopo mesi e mesi di pensieri. L’ho scelto io, in un pomeriggio di inverno, mentre ero sul terrazzo dei cannoni del Castel dell’Ovo con la mia migliore amica, mentre osservavamo le onde del mare rinfrangersi contro gli scogli, in uno dei momenti non tanto felici della mia vita. Sono particolarmente legata al mare, per me è casa.
Com’è cambiata la tua vita dopo aver pubblicato il libro? Tu pensi di essere cambiata?
Mi hanno iniziato a scrivere varie persone e contattato giornali e tv. All’inizio mi faceva strano e pensai di aver creato un uragano di carta che travolgeva un bel po’ di lettori interessati. Sono cambiata sì, mi sono lasciata alle spalle tutto quello che non mi piaceva di me, le mie paure, insicurezze e finalmente ho sconfitto il mio omino di plastilina: il bullismo, punto nevralgico del libro.
Maria, so che, oltre a dedicarti alla scrittura, sei soprattutto un’attrice molto promettente: come hai scoperto questa passione?
Credo che come dice la grande Anna Magnani: «…Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza di meno».
In realtà l’ho capito fino in fondo a dieci anni, durante il mio primo spettacolo “Kirikù e la Strega” di un progetto Europa-Africa, assieme alla compagnia NEA, con la regia di Giacobbe e la maestra Maria Caratunti.
Iniziai i primi provini, tra cui ricordo “Il Clan dei Camorristi” con Toni Servillo e Francesco Di Leva. Di lì a poco iniziai il primo laboratorio teatrale e ad oggi è il mio lavoro. Vivo di questo. Vivo d’arte.
Come ti ha aiutato il teatro nei “momenti non tanto felici della tua vita”, come hai detto tu prima?
Mi ha aiutato a creare una corazza e a mettermi nei panni di qualcun altro per alcune ore e a farmi dimenticare un po’ il periodo no. Il palcoscenico è una scatola magica fatta di meccanismi che se non lo vivi non lo si può spiegare a parole.
Ora invece cosa rappresenta per te la recitazione? Oltre ad essere il tuo lavoro, ovviamente
Per me rappresenta una via di fuga dalla ordinaria follia della realtà quotidianità. È il mezzo per essere pazzi e non essere fermati da nessuno. Credo che senza non potrei vivere.
Essere pazzi liberamente, mi piace! Per il futuro invece, progetti in vista?
Si, per il cinema un film ambientato a Napoli per la RAI, un piccolo ruolo che non posso ancora svelare. Per il teatro sto preparando Antigone di Sofocle con la regia di Pina De Gennaro, con la scuola Transit_formazione teatrale interculturale a Forcella, in scena il prossimo anno.
Per quanto riguarda la scrittura? Pensi pubblicherai altro?
Sto lavorando ad un secondo libro in uscita il 2022, molto più articolato, che riguarda il decennale di amicizia con Roberta, la mia migliore amica.
Si prospetta un anno bello fitto allora!
Sì, Per fortuna. Sarà l’anno della rinascita, della fioritura e che sia sereno per tutti noi.