Marina Abramović e il suo nuovo progetto digitale. Al via su WeTransfer le “lezioni online” della regina della Performance art
Tutti conoscono ed utilizzano WeTranfer, il noto servizio di trasferimento file, pochi però sono a conoscenza di una sezione dell’azienda chiamata WePresent, quella che Marina Abramović andrà ad utilizzare.
Progetto editoriale nato nel 2018, che ha visto la collaborazione di artisti da tutto il mondo, WePresent si prepara ad ospitare la regina della Performance art: Marina Abamović
Marina Abramović questa volta si “spoglierà” della sua veste d’artista per vestire i panni di curatrice, presentando agli utenti cinque artisti del nostro tempo.
In attesa infatti della retrospettiva alla Royal Academy of Arts di Londra, Marina Ambramović presenterà online i lavori di altri cinque artisti: Ana Prvački, Maurício Ianês, Yiannis Pappas, Terence Koh e Regina José Galindo.
Le sue “lezioni online” si terranno sulla piattaforma in modalità gratuita.
Queste “lezioni” avranno come obiettivo quello di esplorare le nuove possibilità dell’arte performativa andando ad analizzarne l’evoluzione
Attraverso contributi video, immagini e materiale preparatorio ai fini performativi, l’utente potrà osservare l’evoluzione della Performance art arrivando ai nostri giorni.
Per seguire questo nuovo progetto digitale della Abramović bisognerà accedere alla piattaforma e visitare l’apposita sezione
A questa iniziativa sul web, avrà seguito un ulteriore appuntamento online questa estate nella quale la Abramović svelerà i retroscena di alcune sue performance.
Mettendo a disposizione degli utenti in rete moltissimo materiale inedito, la Abramović concluderà questo percorso con “Time Capsule”, una sorta di “testamento personale” alle generazioni future che trasmetterà il senso ultimo della Performance art.
Una occasione da non perdere, per immergersi in un linguaggio artistico: quello della Performance art, ancora così “difficile da capire”.
Questa iniziativa, come le moltissime nate nell’ultimo periodo, rappresenta la volontà di incrementare la presenza attiva di artisti ed enti museali nell’online.
Volontà che è poi ampiamente condivisa dalla classe imprenditoriale, non solo italiana, che ha tutta l’intenzione di alimentarne economicamente il processo in atto.
Un processo irreversibile che vedrà la diffusione sempre più massiccia di circolarità culturale per coinvolgere un pubblico che difficilmente i musei riescono ad “attirare”.