Aumentano a Napoli i centri vaccinali dove erogare il farmaco contro il Covid. Il Museo Madre diventa il 3° hub vaccinale dell’Asl Napoli 1
Il Museo Madre “apre le porte” alla città permettendo di velocizzare il piano vaccinale.
Uno dei più bei musei di arte contemporanea campani, con tutte le tutele e i controlli, ha messo a disposizione alcuni spazi per incrementare le vaccinazioni.
L’obiettivo è quello di creare più hub sul territorio che permettano di coprire tutti i punti della città, evitando spostamenti superflui.
La diffusione di questi presidii medico-sanitari sul territorio, è in corso e permetterebbe di realizzare una rete sicura in sostegno al sistema sanitario.
Sistema, soprattutto locale, messo a dura prova dal periodo pandemico.
Le prime vaccinazioni degli Over 80 del centro storico di Napoli si sono svolte in piena sicurezza e tranquillità al Madre, lo scorso 27 marzo.
Ciò emerge dalle parole espresse dal supervisore delle vaccinazioni Asl Napoli1 Marco Papa all’Ansa.
“Cominciamo sempre con numeri bassi in un nuovo hub per testare tutte le procedure e la logistica. La prima giornata è andata bene, i cittadini si sono vaccinati in serenità. Abbiamo convocato persone del quartiere Avvocata, che abitano intorno al Museo. Ora stiamo programmando la prossima settimana anche per il Madre che sarà un hub del centro storico, possiamo arrivare nei quattro box a 700 vaccinati al giorno“.
Marco Papa- supervisore delle vaccinazioni Asl Napoli1
Dal punto di vista simbolico emozionale, questa iniziativa del Madre ha reso visibile quanto l’arte tenda, ancora una volta, la mano all’umanità tutta.
Entrare ed accomodarsi in sale d’attesa non asettiche, ma piene di colori ed opere d’arte, ha permesso alla fascia più debole della popolazione di vivere il “momento” della vaccinazione con più serenità e speranza.
Inoltre, l’ambiente museale ha garantito anche al personale sanitario di operare con molta più calma, efficienza ed efficacia.
Di nuovo da Napoli divampa la speranza. Arriva la “creatività” a sostegno della “concretezza” in un tempo “d’emergenza”.
Perché questa è l’Italia che r-esiste!