La nuova strategia internazionale del Regno Unito

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Verso un nuovo ruolo globale per i britannici: la nuova strategia internazionale del Regno Unito porterà i risultati sperati?

La nuova strategia internazionale del Regno Unito riuscirà a compiersi?
Tra le priorità del governo britannico, in particolare del suo primo ministro Boris Johnson, vi è sempre stata quella di ricostruire un nuovo ruolo globale per il Regno Unito. Prendendo spunto dal glorioso passato e riaffacciandosi al mondo sotto una nuova veste, Johnson ha sempre sostenuto l’idea che la Brexit avrebbe permesso al Regno Unito di riacquisire il suo spazio naturale di “potenza globale”; soprattutto nell’ottica di una nuova forte intesa con gli Stati Uniti. Uno spazio che, secondo i sostenitori della Brexit, l’Unione Europea oscurava e ostruiva.

In effetti, la nuova strategia internazionale definita nel documento “Global Britain in a competitive age”, mantiene al centro delle sue priorità l’agire all’interno dell’alleanza transatlantica ed il sostegno alla NATO; ma si focalizza soprattutto sul ricostruire un ruolo indipendente, globale, di primo piano per il Regno Unito. Non c’è da sorprendersi. Infatti una delle principali perplessità degli euroscettici e degli eurofobici britannici, era proprio la condizione in cui versava la politica estera britannica dal momento dell’ingresso nell’Unione Europea, un ponte tra Bruxelles e Washington che ne bloccava il pieno sviluppo autonomo.

I tre obiettivi principali

Riformare l’Ordine Internazionale

Il documento parte dal presupposto che l’attuale sistema internazionale sia obsoleto, lasciando trapelare sin da subito la volontà di riformarlo. L’idea di riformare il sistema internazionale non è certamente nuova; è tipica delle potenze emergenti che ambiscono a diventare leader globali (i cosiddetti great great power), come la Cina.
É interessante sottolineare che stavolta sia uno dei paesi fondatori dell’attuale ordine internazionale guidato dall’occidente a proporne una riforma. Il cambiamento che i britannici prospettano non è radicale, è una difesa dei valori liberali e democratici che, specialmente durante gli anni della guerra fredda, l’occidente ha faticosamente promosso e diffuso in tutto il mondo; al punto da attirare persino attori apparentemente diversi come la Cina, che ora agisce al suo interno seppur con basi ideologiche diverse.

Tuttavia, l’attuale ordine internazionale è in crisi, è necessario che esso sia più aperto, adatto all’ingresso di più attori, mantenendo fermamente la promozione della democrazia. Resta quindi la convinzione, tipica dell’ordine liberale internazionale, che un sistema internazionale fondato sulle democrazie sia più pacifico e tendente allo sviluppo globale.

Nuova strategia internazionale del Regno Unito: migliorare le capacità offensive e difensive

Uno degli elementi chiave del documento strategico, è la volontà di investire maggiormente nel settore tecnologico militare offensivo e difensivo. L’idea è quella di elevare il Regno Unito a superpotenza tecnologica, cercando in qualche modo di pareggiare l’inarrestabile evoluzione della Cina in questo settore che, secondo molti esperti, potrebbe addirittura superare gli Stati Uniti nei prossimi anni.
Superpotenza tecnologica significa avere anche le necessarie infrastrutture Cyber sia offensive sia difensive; il che lascia trapelare l’esistenza di una seria preoccupazione sulla potenziale minaccia della Cybersecurity anche sul piano militare (attualmente la Cybersecurity è già considerata una minaccia militare, ma da sola non è ancora in grado di arrecare danni sufficienti ad uno Stato, ben preparato sul piano delle infrastrutture difensive Cyber, al punto da potersi considerare una minaccia prioritaria).

L’indo-pacifico come area d’interesse prioritario

La nuova strategia internazionale, indica la regione dell’indo-pacifico come l’area di maggiore interesse geopolitico. Investire, modellare la propria immagine in questa regione, viene considerato come un elemento chiave per la crescita economica, soprattutto sul piano commerciale, del Regno Unito. L’indo-pacifico è attualmente il principale centro geopolitico globale e chi riesce a ricoprirvi un ruolo di primo piano può effettivamente ambire allo status di superpotenza. In quest’ottica, è inevitabile per il Regno Unito costruire un rapporto con la Cina di fondamentale importanza strategica. Il gigante asiatico, nel bene e nel male, resta un attore chiave nelle dinamiche politiche internazionali.

Quali implicazioni per la nuova strategia internazionale del Regno Unito?

I problemi interni

La nuova strategia internazionale promossa da Johnson, non è stata esente da critiche da parte delle opposizioni interne. In particolare, in seguito all’annuncio di un aumento del budget di difesa da parte del governo, è stato sottolineato più volte il pericolo di un vero e proprio “buco nero” nelle finanze, con il rischio di determinare un serio deficit per il ministero della difesa (circa 17 miliardi di sterline di potenziale deficit sull’attuale programma). Oltre ai problemi finanziari, i laburisti hanno evidenziato come la forte retorica politica che emerge dalle parole di Johnson, non abbia avuto dei concreti riscontri sul piano pratico, criticando il governo per aver, al contrario, sottovalutato la difesa nazionale ed averla messa in secondo piano.

L’impatto sulle relazioni con l’UE

La domanda principale che ci si pone, rispetto alla nuova strategia internazionale del Regno Unito, riguarda le implicazioni per l’Unione Europea. Quanto la nuova strategia potrebbe potenzialmente danneggiare o promuovere le future relazioni tra il Regno Unito e l’UE? Si tratta di una questione delicata che sul piano della politica internazionale ricopre un ruolo di primo piano, al pari delle relazioni commerciali. L’Unione Europea dovrà necessariamente aggiornare la sua strategia internazionale; il mondo post-pandemia avrà bisogno di un’Europa più forte, responsabile e consapevole sul piano globale, che possa competere sullo stesso livello, in modo unitario, con i grandi attori globali, tra i quali tornerà, presumibilmente, in modo prepotente il Regno Unito.

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