Quale modo migliore di celebrare cent’anni dal suffragio femminile americano, se non con l’elezione della vicepresidente Kamala Harris e con la nuova first lady Jill Biden
Nel 2020 vengono celebrati i cent’anni dal suffragio femminile americano. Nello stesso anno, assistiamo alle elezioni americane: Kamala Harris e Jill Biden sono diventate l’orgoglio di future generazioni di donne, inaugurando un femminismo tutto americano. Possiamo dirci dentro una nuova e quarta ondata del movimento femminista?
Le parole della vicepresidente degli Stati Uniti d’America, simbolo del femminismo americano moderno
Sto pensando a lei [la madre] ed alla generazione di donne, donne nere, asiatiche, bianche, ispaniche, nativo americane, che attraverso la storia di questo paese, hanno aperto la strada per questo momento.
Anche se sarò la prima donna in questo ufficio, non sarò l’ultima.
La nostra nazione ci manda un messaggio chiaro: sogna con ambizione, guidate con convinzione[…].
Kamala Harris
Io lotterò per essere quello che Joe è stato per Obama: leale, onesto e preparato, svegliandosi ogni giorno e pensando a voi e alle vostre famiglie.
La prima ma non l’ultima
Kamala Harris non è solo la donna che affiancherà Biden nei prossimi quattro anni, è il continuum del sogno americano aperto con Obama. Perché se Obama è stato il primo presidente afroamericano, la Harris potrebbe essere un domani, la prima asioamericana donna a ricoprire la carica di presidente degli Stati Uniti d’America.
Due eccezioni – l’essere donna e asioamericana – che finalmente potrebbero essere la regola.
Se sei donna e ascolti le parole della Harris, puoi sperare finalmente, che nonostante le molestie sul lavoro, gli stipendi differenziati a seconda del genere, il “problema” maternità e molte altre realtà ormai note, si può sognare l’uguaglianza e vederla realizzata.
Si può ancora costruire un mondo in cui le donne hanno le stesse opportunità degli uomini.
Jill Biden non è solo la nuova First Lady
Insegnare non è quello che faccio. E’ quello che sono.
Jill Biden
Jill Biden è una professoressa universitaria e sarà la prima First Lady, in 231 anni di storia, a mantenere un lavoro a tempo pieno, svolgendo così il doppio lavoro. È simbolo di una donna che non si ferma davanti al marito eletto Presidente degli Stati Uniti d’America.
Jill continua ad essere Jill, perché non è soltanto moglie, è anche donna, insegnante, madre, nonna. Un messaggio chiaro, forte e di vicinanza verso tutte quelle donne che si trovano a dover conciliare carriera e famiglia.
Una First Lady molto più ordinaria rispetto alla precedente.
Cent’anni dopo il suffragio femminile che diede inizio al femminismo americano
Possiamo consacrare il 2020 come un anno che inizia a dare spazio alle donne nonostante tutto, perché a tutte queste vittorie ne va aggiunta un’altra.
In un piccolo paese nei pressi di New York chiamato Seneca Falls, quattro donne davanti ad una tazza di tè annunciarono la Dichiarazione dei Sentimenti ispirata alla Dichiarazione di Indipendenza Americana.
Era il 1848.
Grazie a questo documento iniziarono i primi movimenti delle suffragette: la rivoluzione stava iniziando ed era destinata a grandi traguardi, per la prima volta si inizia a parlare di femminismo americano.
Il 26 luglio 1920 poi, l’articolo XIX della Costituzione americana concesse il suffragio alle donne.
Nel 2020 ci ritroviamo a 100 anni di diritto di voto per le donne americane.
Il diritto di voto dei cittadini degli Stati Uniti non potrà essere negato o disconosciuto dagli Stati Uniti o da uno degli Stati a motivo del sesso.
XIX emendamento della Costituzione americana
Durante l’amministrazione Obama, nacque un progetto per il ritrovamento del documento scritto dalla donne, non essendovi traccia di esso e bloccato poi dal governo Trump. In realtà le ricerche non si sono fermate definitivamente: attraverso l’hashtag #FindTheSentiments si sta continuando la caccia alla Dichiarazione dei Sentimenti.
La nascita di una quarta ondata femminista?
Ancor prima di queste elezioni americane, i sociologi e gli storici si chiedevano se stessimo vivendo una quarta ondata femminista.
Secondo alcuni, è possibile indicare come punto d’inizio della quarta fase il 2012, quando in India ci furono numerose proteste per la morte di una giovane donna, violentata da un gruppo di uomini.
Gli Stati Uniti sono stati l’inizio di molti movimenti femministi.
La marcia delle donne dopo l’insediamento di Trump nella Casa Bianca, il caso Weinstein e il movimento #MeToo.
Nonostante Joe Biden sia diventato Presidente degli Stati Uniti d’America, la notizia passa in ombra.
La luce di Kamala e Jill illumina un nuovo femminismo. Sono loro ad aver fatto la storia.