Questa notte tornerà l’ora solare per tutti i cittadini italiani. I rischi per la salute sono dietro l’angolo. Saper affrontare al meglio il cambiamento risulta indispensabile
I cambiamenti tendono spesso a influenzare la sfera psicofisica, soprattutto quando questi hanno a che fare con la cronobiologia del nostro organismo. Così con il ritorno all’ora solare, si stima che sono notevolmente maggiori le visite psicologiche in questo periodo. Oltre a cambiamenti nei ritmi cardiaci, possono verificarsi disturbi del sonno e concentrazione tende a diminuire.
Come conseguenza del ritorno all’ora solare, frequenti sono l’aumento dell’ansia, dello stress e, in persone che già ne soffrono, tali sintomi tendono ad avere un’impronta più importante, aggravandone gli effetti. Popolarmente si tende spesso ad esordire con una frase: “Si dorme un’ora in più“. Ma quanto può giovare quest’ora in più su un periodo basato su giornate che durano circa 3 ore in meno? Che vedono il sopraggiungere del buio e il ritorno dell’ora solare?
La sfera psicofisica
Sono le 17 ed è appena tramontato il sole. Il cielo inizia ad imbrunirsi, la notte inizia a palesarsi, inizia ad incombere e a proclamare un clima più intimo. Inizia così il vero periodo di letargo, con una tisana o una cioccolata calda, pronte a scaldare l’anima che va a incupirsi con l’avvento del buio. Ed è così che l’ora legale, dà spazio all’ora solare. Nonostante possa giovare a livello socioeconomico, non si può dire altrettanto della sfera intimo-sociale. Infatti quest’ultima non fa altro che portare conseguenze molto negative a livello emotivo.

Stress, stanchezza e disagio: perché l’ora solare causa tali disturbi?
Dal punto di vista scientifico, invece la mancata esposizione al sole riduce i livelli di Vitamina D, portando debolezza e predisposizione alle infezioni, perché uno dei suoi ruoli è mantenere attivo il sistema immunitario; ricordiamo inoltre stanchezza cronica, depressione e sbalzi d’umore. Ciò è dovuto al fatto che il corpo deve mettersi in moto, nonostante la mancanza di luce. Non solo portando una sorta di nostalgia per le lunghe giornate, ma anche una chiusura interiore. In più l’incombere della notte, probabilmente potrebbe da un lato rappresentare un pretesto per andare a dormire prima. La pigrizia tende a salire vertiginosamente, l’attività fisica tende a essere abbandonata, anche le uscite sembrano esser condizionate da un blocco psicologico.
Un forte impatto sugli anziani e sui bambini
È in noto quindi, un meccanismo che porta un grande sforzo, per il corpo e la mente. Vi è la perdita di intere ore, o meglio giornate di luce. Il corpo deve abituarsi a un cambiamento che potrebbe quindi non essere imminente e portare conseguenze negative. Gli anziani e i bambini, sono naturalmente i più colpiti emerge dagli studi, queste sfere considerate più sensibili, tendono a soffrirne di più e a percepire in maniera più drastica tale variazione.
Piccoli passi per affrontare il graduale cambiamento
Per evitare di causare un forte stress all’organismo, bisogna giocare d’anticipo, abituando il corpo in maniera graduale. Sfruttando i momenti di sole, compiendo attività fisica, uscire nonostante l’irrigidirsi della temperatura e il buio, quindi mantenendo attiva la propria vita sociale. A livello naturale possiamo agire con un integratore a base di magnesio, il quale agisce da regolatore della sfera nervosa. Oppure in alternativa la melatonina, per riequilibrare il ciclo sonno-veglia.
È però in corso un dibattito sull’abolizione dell’ora legale.
Al Parlamento Europeo alcuni paesi hanno già votato per l’abolizione
Saranno molti i paesi europei che alla fine dell’anno in corso dovranno decidere se abolire l’ora legale a favore di quella solare. Per molti paesi europei difatti, il passaggio di 60 minuti indietro, potrebbe essere l’ultimo. Nella notte tra il sabato 30 e domenica 31, saranno in vigore fino all’ultima settimana di marzo.
Tra infinite polemiche, però il Parlamento europeo, ha deciso di lasciare ogni Stato libero. Perché si pensa all’abolizione?
Quello dell’ora legale rappresenta un risparmio di 400 milioni di kWh, che corrisponde a un conseguente a minori emissioni di anidride carbonica. Raggiungendo a livello economico 66 milioni di euro. Però se la Francia, pensa di adottare questo cambiamento, l’Italia è molto restia. Potrebbe quindi generarsi un vero e proprio squilibrio, portando quindi un’Europa con fusi orari variegati.