“Panta rei”: la famosa espressione del filosofo Eraclito

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Panta rei: “tutto scorre”. Come interpretare la teoria del divenire?

Panta rei, in greco “tutto scorre”. Quante volte ci ritroviamo ad utilizzare questa espressione, specialmente con il significato di : “tutto passa, tutto nel bene o nel male se ne va”. Essa è la formula riassuntiva del pensiero del filosofo greco Eraclito:

Tutto viene e tutto va, incessantemente. Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume, poiché solo apparentemente esso permane: in realtà l’acqua che lo costituisce non è mai la stessa. Neppure si può toccare due volte una sostanza nel medesimo stato, perché questo, a causa della velocità del suo cambiamento, si raccoglie e si disperde.

Secondo Eraclito quindi, la realtà è un perenne processo di mutamento, prodotto dal conflitto di elementi contrari: “E’ la guerra la madre di tutte le cose”. Il divenire è quindi il frutto di questa lotta.

I Simboli del divenire secondo Eraclito

Eraclito assunse come simbolo del divenire innanzitutto il fuoco, il più instabile tra gli elementi, ma il principio da cui sono generate tutte le cose. Esso infatti, in quanto CALORE è principio di vita; come LUCE pervade il cosmo; come FIAMMA trasforma ciò a cui si applica. Ogni conversione di una materia in un’altra, presuppone il suo intervento. Rappresenta sia la vita che la morte. Nel suo perenne movimento cambia continuamente , mantenendosi al contempo sempre identico a sé.

Tra i simboli del divenire, Eraclito considerò anche il DENARO. Infatti la moneta di scambio non è solo in continuo passaggio da una mano all’altra, ma è anche capace di esprimere il valore di una qualsiasi merce. Il fuoco cambia tutte le cose e tutte le cose sono cambiate con il fuoco. Allo stesso modo, l’oro cambia con tutte le cose e tutte le cose sono cambiate con l’oro.

L’unità dei contrari

Sebbene Eraclito sia passato alla storia come filosofo del divenire, la critica moderna ha messo in luce un’interpretazione più profonda della sua filosofia e dunque della realtà. Essa è nota come teoria della unità dei contrari: il divenire è solo l’apparenza delle cose, dietro le quali si nasconde una più profonda armonia; ogni coppia di contrari forma di fatto un’indissolubile unità.

“Una è la via all’insù e la via all’ingiù” disse Eraclito. Vale a dire che a ben guardare ogni salita è anche una discesa. Ugualmente il giorno (o il bene) esiste solo in virtù della notte (del male) e la salute non sarebbe apprezzabile senza la malattia.

I simboli del “Panta rei” nelle altre culture

La nozione del divenire è presente nei simboli di diverse culture. Ecco alcuni esempi:

  • la danza di Shiva, la divinità induista, la cui danza cosmica é chiamata Anandatandava, che significa la danza della beatitudine, e simboleggia i cicli cosmici di creazione e distruzione, così come il ritmo quotidiano di nascita e morte. Simboleggia quindi a pieno, il concetto di trasformazione. Famosa è la rappresentazione della divinità in un bronzo indiano, dove il dio Shiva è rappresentato nell’atto di ballare in un cerchio di fuoco.
  • il drago, che nell’alchimia rappresenta la metamorfosi degli elementi. Il simbolo del drago deriva dal serpente primordiale che rappresenta il caos e viene collegato alla Dea Madre. Il drago è sempre stato utilizzato in alchimia come simbolo di nascita e di morte e di compenetrazione tra inizio e fine. Solo con il Cristianesimo, questo simbolo diventò espressione del male.
  • il Simbolo del Tao. La filosofia taoista ha molti punti di convergenza con quella di Eraclito. L’idea che la natura universale sia in continua trasformazione grazie alla contrapposizione e all’armonia dei contrari è propria infatti anche di questa corrente filosofica cinese.
    Il Tao, che significa “ordine della natura”, non è un principio statico che dà origine alle cose, ma l’infinita forza trasformatrice della natura.
  • la svastica, che prima di diventare emblema del Nazismo e del male, nacque come simbolo portatore di fortuna, pace e benessere. Le quattro eliche rappresentano rispettivamente i quattro elementi: Aria, Terra, Fuoco e Acqua. La svastica rappresenta quindi una rotazione attorno ad un asse. Come tale è quindi simbolo della vita (e non della morte nazista), del ruolo vivificante del principio supremo dell’universo in relazione all’ordine del mondo.
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