Paura o fobia? Un confine molto sottile

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..e tu di cosa hai paura?

Tutti gli esseri viventi provano paura per qualcosa o qualcuno.

La paura è un’emozione primaria innata, comune sia al genere umano che animale.
Essa entra in gioco, come un segnale d’allarme, quando siamo di fronte ad un pericolo reale: percepita la minaccia il sistema nervoso produce adrenalina preparandoci all’azione.

La paura risulta, pertanto, adattiva e utile alla sopravvivenza, funzioni ben note soprattutto ai nostri antenati per proteggersi da feroci animali selvatici.

Paura e panico

Non è raro che la paura sia associata all’attacco di panico.
Il termine panico deriva dal greco panikos, aggettivo di Pan.

Pan è il nome di un dio greco mezzo uomo e mezzo animale, brutto e spaventoso, che si presenta all’improvviso ogni volta con un aspetto diverso e altrettanto velocemente sparisce, lasciando un senso di angoscia e inquietudine proprio come accade dopo un attacco di panico. 

In realtà il dio Pan non fa del male ma nessuno vuole incontrarlo perchè è imprevedibile e fa paura.
L’attacco di panico, quindi, sembra un vero e proprio attacco del dio Pan.

Le caratteristiche di paura e fobia

Quando la paura è particolarmente intensa, è possibile che ci si senta bloccati e ogni reazione, che sia di attacco, evitamento o fuga sembra impossibile da eseguire.
Tale fenomeno è noto come freezing (congelamento), per cui l’individuo appare immobilizzato in situazioni di emergenza.

Le reazioni di paura sono caratterizzate da cambiamenti corporei quali: secchezza della bocca, aumento del battito cardiaco e della sudorazione; da cambiamenti comportamentali che consistono nell’evitare, attaccare o bloccarsi e da cambiamenti psicologici quali incremento di disagio, preoccupazione ed emozioni negative.

Nel momento in cui la paura è limitata ad uno specifico oggetto o evento e le reazioni sopra descritte si manifestano in maniera eccessiva e irrazionale, allora si parla di fobie o anche ansia da fobia.

Più precisamente rispetto alla paura, la fobia può generare un disagio significativo tale da causare limitazioni nella vita dell’individuo interferendo con il proprio funzionamento sociale, personale e lavorativo.

Esistono diverse tipologie di fobie, alcune molto rare, e provare a classificarle in base al nome dell’oggetto o dell’evento non è semplice.

E’ opportuno chiarire, infatti, che la fonte dell’ansia non è l’oggetto in quanto tale, piuttosto la percezione soggettiva che si ha di esso.
Pertanto è possibile identificare tante fobie quanti sono gli oggetti o gli eventi che, in qualche modo, possono determinare paura.

Alcune delle più frequenti fobie sono: la paura degli animali, solitamente ragni, serpenti o topi (zoofobia), delle altezze (acrofobia), dei tuoni e dei fulmini (astrafobia o brontofobia), la paura del sangue (emofobia), degli aghi o di altri oggetti appuntiti (tripanofobia o belonefobia).

Nella maggior parte dei casi siamo consapevoli che si tratta di paure imbarazzanti e invalidanti ma nonostante ciò non riusciamo a sottrarci all’ansia eliminandola o riducendola.

La rupofobia

Con l’avvento del Coronavirus si è accentuata, in maniera comprensibile, la paura di entrare in contatto con fonti di potenziale contagio e la conseguente necessità di disinfettarsi. 

Inoltre, il sovraccarico di informazioni trasmesse dai mass-media alimenta ansie e influenza le persone più vulnerabili.

Quando la paura di contaminazione diventa un’ossessione ed è accompagnata da comportamenti compulsivi, ad esempio eseguire ripetutamente pulizie, può svilupparsi una forma di ansia patologica nota come rupofobia (dal greco rupos: sporco).

Il rupofobico presenta un forte desiderio di controllo sullo sporco e nulla risulta mai pulito e igienizzato quanto basta.

Di certo la fase storica che stiamo affrontando non ha giovato alla salute psicologica dei rupofobici che si trovano a vivere il loro peggiore incubo.
I pensieri intrusivi relativi al timore di essere contagiati o di contagiare, oggi sono più reali che mai e questo non fa che intensificare emozioni negative.

Per chi è veramente ossessionato, la vita diventa difficilissima.

Siamo tutti un pò rupofobici?

Di questi tempi tutti potremmo somigliare a un rupofobico ma ciò che fa la differenza è la funzione che assume, ad esempio, il lavaggio frequente delle mani.

Per i rupofobici, lavare le mani ha la funzione di alleviare un disagio, allontanando la minaccia di un possibile contagio. 
Lavarsi le mani, invece, per ridurre il rischio di contagio da Covid-19 è qualcosa di razionale e ragionevole purché non si esageri.

Nonostante tutto, l’attuale periodo di emergenza sanitaria può avere il suo lato positivo nel ricordarci quanto sia importante rispettare sempre le norme igieniche, cercando di contenere comportamenti irrazionali che favorirebbero solo lo sviluppo di ansia e panico.

Insomma provare paura è assolutamente naturale, non c’è nulla di cui preoccuparsi fin tanto che tale emozione non venga accompagnata da stati di ansia e panico così intensi da rendere la vita impossibile.

Bisogna prestar ascolto alle proprie paure: sono un sistema prezioso davanti ai pericoli. Ma non bisogna sottomettersi , perché talvolta il sistema si guasta. Come una specie di allergia, la paura sfugge al controllo e diventa fobia. Non si è responsabili di queste paure violente, eccessive, incontrollabili, così come non lo si è delle proprie allergie, del diabete o dell’asma. Non si sceglie di aver paura, figuriamoci di avere troppa paura. Ma si può invece scegliere di capire meglio la paura. Per predisporsi ad agire più efficacemente nei suoi confronti…

Christophe André

Sitografia

https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-psichiatrici/ansia-e-disturbi-correlati-allo-stress/disturbi-fobici-specifici

https://www.istitutobeck.com/fobie-specifiche-bambini

https://www.stateofmind.it/2020/04/coronavirus-rupofobia/

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STEFANO POPOLO

CEO & Founder

Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.

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