Pedagogia e didattica: due invenzioni dell’Illuminismo!

pedagogia

L’invenzione della pedagogia durante l’età dei Lumi

Una delle più importanti invenzioni dell’Illuminismo fu la pedagogia. Essa è la scienza che studia l’educazione e ne produce una teoria applicabile poi nella didattica (l’arte dell’insegnare). Certamente, anche prima del Settecento esisteva un’istruzione scolastica. Tuttavia, l’idea che l’insegnamento consistesse in una semplice trasmissione di contenuti, aveva fatto sì che il fenomeno educativo non fosse mai stato oggetto di un’indagine specifica.

Il capolavoro della pedagogia Illuminista fu l’Enciclopedia: un’opera di divulgazione scientifica. Scopo dell’impresa, la cui direzione fu affidata a Diderot e D’Alembert, era compilare:

un dizionario da consultare su tutti gli aspetti delle arti e delle scienze, che servisse sia a guidare coloro che si sentiranno tanto coraggiosi da lavorare all’istruzione altrui, sia a illuminare quanti attendono a istruire soltanto se stessi.

“L’Enciclopedia” non fu l’unica espressione dell’interesse illuminista per l’educazione. Tipica del secolo fu, ad esempio, anche l’invenzione di una “scienza per le donne”, cioè manuali di divulgazione in stile salottiero pensati proprio per il genere femminile, come il “Newtonianismo per le dame” di F. Algarotti.

Il pedagogista Comenio fu l’inventore della didattica

É merito dei pensatori dell’Illuminismo aver inventato, oltre alla pedagogia, anche la didattica, cioè l’area del sapere interessata alle tecniche dell’insegnamento.

Fondatore della nuova scienza fu Comenio, nome latinizzato di J.A. Komensky, un pedagogista ceco.

Nel 1650 Comenio ebbe l’incarico, da parte del principe della Transilvania Rakoczi , di ristrutturare il sistema scolastico ungherese. La riforma che ne scaturì, fu stimolata dall’osservazione della realtà più che dall’informazione libresca.
La riforma, oltre a possedere molti aspetti della modernità (per esempio il maggior spazio dedicato alla lingua moderna al posto del latino), introdusse il metodo ciclico. Quest’ultimo è l’idea fondamentale di ogni didattica moderna, secondo cui ogni tappa scolastica deve affrontare un assieme organico di conoscenze adeguate all’età ed alle capacità individuali dello studente. Per la prima volta al centro del problema pedagogico, viene posto il bambino con i suoi concreti tempi di apprendimento che si scandiscono secondo fasi di sviluppo che non possono essere forzate.

La pansofia: l’arte dell’insegnare tutto a tutti

In realtà, molte innovazioni sviluppate dalla didattica del 17 secolo, nacquero da motivazioni storico-religiose e non da una nuova visione dell’infanzia. Infatti, la riforma protestante sottolineò la necessità di un libero esame della Bibbia e quindi di una lettura personale. Impose quindi, in termini impellenti, il problema di un’istruzione universale. Fu questa motivazione etico-religiosa a suscitare una particolare attenzione per l’istruzione femminile, per l’alfabetizzazione dei bambini poveri e per il recupero degli adulti analfabeti.

In questo quadro, il problema dell’educazione infantile si poneva come un caso particolare dell’istruzione universale, secondo quell’ideale che Comenio chiamò Pansofia. Questa è la convinzione che sia possibile insegnare tutto a tutti  cosicché ogni uomo possa tendere alla formazione più completa e integrale in un processo di “perfettibilità continua”.

Rousseau: il padre della pedagogia moderna

L’opera di Comenio era in forte anticipo con i tempi, ma fu J.J. Rousseau ad introdurre anche la nozione precisa di alterità del bambino rispetto all’adulto, con l’opera “Emilio o dell’educazione“.

In quest’opera, il filosofo rifiutò il metodo pedagogico, tipico delle didattiche precedenti: l’adultismo. Esso incentrava il processo educativo del bambino sull’imitazione dell’adulto, in particolare il linguaggio ed i modi di pensare.

Al contrario prevalse, per la prima volta, il principio dell’alterità dell’infanzia. Il bambino non è un piccolo uomo, un adulto in miniatura, ma un essere ALTRO e diverso. Ciascun bambino è dotato di un suo specifico modo di entrare in rapporto con il mondo. Per conseguenza, l’educazione deve essere centrata sulle sue esigenze, non su quelle dell’insegnante o della disciplina insegnata.

Per il nuovo modo di intendere l’educazione infantile, Rousseau è considerato il padre della pedagogia moderna.

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