Gli effetti del caldo sulla cognizione
L’estate è la stagione del mare, del sole e del caldo.
Con l’avvento delle temperature estive capita di sentirsi affaticati, stanchi, demotivati e si assiste spesso anche a una progressiva perdita di concentrazione o più in generale si avverte un affaticamento cognitivo. È risaputo come le alte temperature influiscano sulle prestazioni cognitive, oltre che sulle capacità decisionali ed emotive. Nella letteratura scientifica, si è spesso osservato come temperature fresche tendano a influenzare positivamente non solo l’umore di un individuo, ma anche il suo rendimento cognitivo rispetto alle alte temperature che influiscono negativamente sulle prestazioni cognitive ed emotive delle persone.
In un recente studio si è osservato l’impatto differenziale delle alte temperature estive sulle capacità cognitive di alcuni studenti che alloggiavano in dormitori senza aria condizionata, rispetto ai loro colleghi che risiedevano in alloggi dotati di tale confort.
Cedeño-Laurent (2018) ha studiato la performance di 44 studenti (con età media di circa 20 anni) di un’università di Boston dello Stato del Massachusetts, suddividendoli in due gruppi: 24 ragazzi che risiedevano in dormitori dotati di aria condizionata centralizzata e 20 che alloggiavano in strutture degli anni ‘30 – ‘50 prive di aria condizionata. Gli studenti sono stati sottoposti a due test cognitivi per 12 giorni: il test delle parole colorate di Stroop, in cui dovevano discriminare correttamente il nome di alcune parole, e un test di addizione e sottrazione. Con il primo test si andava ad indagare l’attenzione selettiva e la velocità di elaborazione dello stimolo, il secondo indagava la velocità cognitiva e la memoria di lavoro.
In questo periodo di quasi due settimane, le temperature raggiunsero circa 33°C, durante la cosiddetta “ondata di caldo” durata 5 giorni: gli studenti senza aria condizionata hanno mostrato un calo dei loro tempi di reazione e della produttività, rispetto ai residenti degli alloggi con aria condizionata. In particolar modo si è registrato un aumento dei tempi di reazione pari al 13,4% e una riduzione della produttività pari al 9,9% durante l’ondata di caldo tra i residenti del primo gruppo senza aria condizionata, rispetto ai risultati raggiunti dal secondo gruppo.
Gli esiti di questo studio hanno dimostrato come le temperature riescano ad influenzare le funzioni esecutive del cervello, poiché si sono registrate performance migliori, sia per quanto riguarda la velocità che la precisione della risposta nei soggetti che lavoravano con temperature più fresche. Questi risultati hanno dimostrato l’importanza di adottare condizioni a supporto di un miglior rendimento della produttività dei singoli, applicabile non solo nel contesto scolastico, ma anche lavorativo.
Il nostro cervello sembra quindi funzionare meglio con particolari tipi di temperature: durante i periodi di caldo l’organismo esaurisce più facilmente le risorse energetiche e quindi le funzioni cognitive si riducono. Diminuisce la capacità di prendere decisioni, così come la concentrazione e la motivazione, ma anche l’umore e le emozioni subiscono notevoli influenze. Grazie a questo studio ed altri del settore, potremmo finalmente non dubitare più delle nostre capacità e dare la colpa al caldo per i nostri cali di rendimento!
Bibliografia
Laurent J. G.; Williams, A; Oulhote, Y.; Zanobetti, A.; Allen, J. G.; Spengler, J. D. (2018) Reduced cognitive function during a heat wave among residents of non-airconditioned buildings: An observational study of young adults in the summer of 2016. PLOS Medicine 15(7): e1002605.