Il post-laurea: un’inarrestabile corsa

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Il post-laurea, l’inizio della vera corsa

Terminato il percorso di studi, il post-laurea ci ha mostrato uno scenario completamente diverso da quello immaginato. Le aspettative vengono disattese, mentre le nostre conoscenze non riescono a trovare terreno fertile.
L’unica soluzione è mettersi in gioco in un’inarrestabile corsa.

Abbiamo trascorso intere giornate sui libri, mentre il sole batteva all’esterno trasformando le nostre camere in saune. Ancora oggi, ricordiamo le notti insonni nel tentativo di memorizzare quel paragrafo che in testa proprio non voleva entrare.
Abbiamo viaggiato per ore in treni colmi di gente, guardando il paesaggio e immaginando il nostro futuro.
Abbiamo corso sempre: per non perdere il treno, per trovare un posto in aula, per non fare tardi proprio a quell’esame.
E mentre correvamo, sempre più veloci, abbiamo iniziato a pregustare il sapore del traguardo, l’attimo in cui finalmente poter rifiatare e godersi il panorama.
Ma avevamo sbagliato: la corsa era appena iniziata.

Forti del nostro bagaglio di esperienze, sicuri delle nostre conoscenze acquisite, abbiamo iniziato un nuovo percorso; un “viaggio-relax” verso la mansione lavorativa dei propri sogni che si è rivelato essere un percorso altalenante fatto di rapide salite e precipitose cadute. Nel nostro post-laurea ci siamo considerati improvvisamente non “unici” in un contesto concorrenziale costituito da giovani che, proprio come noi, hanno vissuto analoghe esperienze e condiviso le medesime difficoltà.

Abbiamo imparato a conoscere il significato di skills e abbiamo compreso che di competenze reali, con cui distinguersi dinanzi agli occhi dell’azienda dei propri sogni, effettivamente non ne avevamo così tante.
Ci siamo scoperti improvvisamente omologati.
Non ci aspettavamo questa cocente delusione, non dopo tutta la fatica fatta.

Abbiamo avuto momenti di tentennamento. Fasi in cui abbiamo pensato di non essere all’altezza dei nostri progetti e dei nostri desideri. Attimi in cui abbiamo ipotizzato che l’unica soluzione fosse percorrere un sentiero più semplice.
Eppure non è stato così.

Sentieri alternativi

Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo ripreso a studiare.
Abbiamo approfondito tematiche di nostro interesse e acquisito nuove conoscenze.
Decisi a seguire la nostra vocazione, ci siamo messi in discussione, pronti ad allontanarci dai nostri affetti, dalle nostre amicizie, dal nostro amore.

Abbiamo iniziato a percorrere sentieri alternativi, ma affini alla nostra carriera lavorativa tanto fantasticata, che hanno comportato sacrifici inimmaginabili.
Sentieri che ci hanno permesso di stringere nuove conoscenze; di avviare nuove e stimolanti collaborazioni; di creare nuove interazioni professionali e sociali che ci hanno restituito “dignità”, arricchendoci come professionisti e specialmente come persone.

Ma la nostra corsa non è finita

Continuiamo ancora a ricevere valutazioni negative per l’ingresso in aziende che secondo i nostri parametri rappresentano delle eccellenze. Continuiamo ancora a percepire il senso di frustrazione dovuto al mancato raggiungimento di un obiettivo importante che ci eravamo prefissati.

Tuttavia, siamo consapevoli che una candidatura non andata a buon fine non debba scoraggiare noi giovani lavoratori nella nostra ricerca. Un risultato negativo non deve portarci ad accettare compromessi che pregiudichino i nostri diritti.
Siamo consci che una candidatura non andata a buon fine non è un fallimento, ma parte di un percorso di crescita e non c’è niente per cui provare vergogna.

Continueremo a correre, consapevoli che il candidato, in primis, è colui il quale deve scegliere l’azienda, che il colloquio è uno scambio reciproco di opinioni e che è necessario comprendere se il lavoro presso una data impresa rifletta la nostra cultura.

Continueremo a correre sempre, facendo del nostro tempo esperienza.

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STEFANO POPOLO

CEO & Founder

Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.

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