La storia della televisione è fatta di tante prime volte. Da William Taynton, primo uomo in tv, fino alla nascita dei canali privati. Ripercorriamo le tappe storiche più significative
La storia della televisione è fatta di tante prime volte. Da William Taynton, John Logie Baird ed il televisore elettromeccanico al televisore elettrico con tubo catodico. Dalla prima trasmissione televisiva assoluta agli esordi italiani. Dai canali pubblici ai canali privati. In occasione della ricorrenza del primo uomo apparso in televisione ripercorriamo la storia della TV nostrana e non solo.
Il primo uomo della televisione: 2 ottobre 1925
Il 2 ottobre del 1925, esattamente 96 anni addietro, venne per la prima volta in assoluto trasmessa l’immagine del primo uomo in televisione. L’evento, figlio di un progetto sperimentale portato avanti da John Logie Baird, permise per la prima volta di riprodurre un’immagine televisiva a distanza.
Attraverso pochi passaggi oggi siamo abituati ad “incontrare” mediante Smart TV o dispositivi mobile i nostri volti più amati. I nostri occhi sono abituati ad osservare immagini nitide, con milioni di colori e risoluzioni sempre più definite. Nulla a che vedere con il risultato ottenuto dall’inventore britannico: un’immagine composta da sole 28 linee a fondo nero raffigurante il volto di un uomo misterioso.
Il primo volto della TV, strumento destinato a cambiare prepotentemente le vite di tutti negli anni a seguire, fu William Taynton. Un importante conduttore radiofonico? Un celebre attore teatrale prestatosi all’esperimento di Baird? Nulla di tutto questo.
William Taynton era un giovane fattorino scozzese. Il ragazzo che lavorava alle pendenze di Baird, accortosi che il suo datore di lavoro necessitava di un soggetto per l’esperimento, si offrì spontaneamente. Probabilmente, William non immaginava che quel giorno stesse per entrare nella storia del progresso tecnologico.

La prima trasmissione televisiva
Il 7 aprile 1927 la Bell Telephone Company di Boston effettuò per la prima volta una trasmissione televisiva meccanica. Basandosi sul principio proposto da Baird, l’azienda americana trasmise un’immagine di 30 linee alla velocità di 10 immagini al secondo. Il processo si basava sull’utilizzo di una componente meccanica: il disco rotante Nipkow. Questo strumento meccanico era in grado tanto di analizzare quanto di riprodurre immagini meccanicamente.
Con tale avvenimento siamo indubbiamente ben lontani dal concetto di trasmissione televisiva inteso oggi. Ma altrettanto indubbio è certificare l’importanza storica dell’evento per l’industria dell’intrattenimento; trattasi, infatti, del primo vero e proprio passo verso la concezione dell’intrattenimento contemporaneo; il primo passo verso il futuro.

Da invenzione ad elettrodomestico
Ma l’invenzione dell’ingegnere scozzese John Logie Baird, per quanto pioneristica, era ben lontana dal poter essere considerata un prodotto commercializzabile. Così, negli anni a seguire le sue idee verranno portate avanti da numerosi esperti. Ricordiamo in particolare l’americano Philo Farnswort grazie al quale si deve il passaggio da un modello elettromeccanico a una tecnologia completamente elettrica. D’altronde il nome stesso di televisione viene ufficialmente adottato nel 1947.
Dunque, bisognerà attendere gli anni Cinquanta per vedere questo nuovo elettrodomestico fare il suo ingresso nelle case di tutti. Infatti, quando già correva l’anno 1942 negli Stati Uniti, primo mercato di riferimento per la televisione, si contavano ancora solo 7.000 apparecchi venduti.
La prima volta italiana
Il battesimo della televisione italiana avviene il 3 gennaio 1954. Dopo alcuni anni di sperimentazione comincia la trasmissione del primo e, per il momento unico, canale televisivo: l’attuale Rai 1 al tempo chiamato Programma nazionale. Sette trasmettitori permettono alla televisione italiana di giungere sino a Roma partendo da Torino e passando per Milano. Dell’inaugurazione del 3 gennaio non esistono reperti originali essendo una telecronaca diretta. Dieci anni dopo Ugo Zatterin, giornalista della Rai, farà recitare il palinsesto di quel celebre giorno all’annunciatrice Fulvia Colombo.
“La Rai, Radio Televisione Italiana, inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive”.
Fulvia Colombo
Quella domenica di gennaio del 1954 gli abbonati sono a malapena circa novanta. A distanza di un mese saranno già 4.000 e un solo anno dopo ben 88.000. Nell’arco di quattro anni saranno più di un milione.
La televisione a colori
“Da oggi per la televisione italiana finisce il periodo di trasmissioni sperimentali a colori e inizia quello delle trasmissioni regolari”
Grazia Picchetti
La voce di Grazia Picchetti segna l’inizio di una nuova fase della televisione in Italia. L’era dei colori. Tale cambiamento avvenne solo tra il 1976 e il 1977, rendendo difatti il nostro paese una delle ultime realtà occidentali a realizzare trasmissioni non in bianco e nero. Basti pensare che negli Stati Uniti le trasmissioni a colore erano realtà già dal 1954. A dire il vero la Rai era già tecnologicamente pronta a trasmettere a colori dalla nascita del secondo canale; diatribe di carattere politico e l’indecisione su quale dovesse essere la tecnologia di riferimento da adottare tra PAL e SÈCAM determinarono forti ritardi.

Le tv private
Dopo l’introduzione nel 1961 di un secondo canale, Rai 2, seguito da un terzo nel 1979, Rai 3, il definitivo cambiamento nella storia della televisione italiana avviene negli anni Ottanta.
In quegli anni la Corte costituzionale decreta la libertà di esercizio per le reti televisive locali via etere.
Telemilano, fondata nel 1974 e una delle prime emittenti locali in Italia, viene acquistata da Silvio Berlusconi diventando Canale 5. Poco tempo dopo la Fininvest, società di Berlusconi, acquisirà altre due emittenti televisive nazionali dalle quali nasceranno Italia 1 nel 1982 e Rete 4 nel 1984.
Ha origine, dunque, il primo vero e proprio concorrente della Rai: Mediaset.
Con l’ingresso di Mediaset nel settore televisivo comincia l’era della TV commerciale:
un servizio non finanziato mediante canone, bensì basato sui finanziamenti prodotti dalla pubblicità.
Ha inizio così l’era della televisione moderna il cui percorso ci porterà alle pay TV satellitari prima e alle Smart TV successivamente. Ma questa è un’altra storia!