Napoli guarda al nuovo: la DAB, la scuola che conduce alla libertà

La città partenopea diventa capofila dell’innovazione scolastica in un momento di buio intellettuale

Quartieri Spagnoli e Dab: proprio a Napoli, tra questi vicoli, i bambini si riuniscono insieme ai propri insegnanti ed educatori alla volta dell’apprendimento scolastico, stimolando la curiosità dei passanti.
La città si classifica promotrice di un “modello visionario” che sembrava, ormai da tempo, quasi dimenticato.

Napoli: scuole chiuse

Alla notizia “scuole chiuse”, la Campania ricorre ai ripari con la didattica digitale, nonostante i lunghi mesi di intensi preparativi in vista della sua apertura. I professori e gli alunni sono barricati nelle mura domestiche davanti al monitor del proprio pc, per continuare lo svolgimento delle lezioni secondo il calendario scolastico  dell’anno 2020-2021.

Che cos’è la DAB?

Sembrava che l’apprendimento si dovesse ridurre all’accensione o chiusura della telecamera delle piattaforme o alla semplice condivisione di materiale su Google drive. Eppure, ancora una volta, la svolta alla monotonia della quotidianità viene dalla città napoletana. Gli insegnanti si recano in strada, sotto i balconi delle case dei propri studenti, ed iniziano a fare lezione. Nasce, per caso, o meglio per magia la DAB (Didattica dai Balconi).

Sfidare l’immobilismo da Covid-19

La Dab si realizza tra le strade lastricate dei Quartieri Spagnoli, conosciuti in tutto il mondo per le botteghe di artigianato e la squisitezza dei piatti tipici da assaggiare nelle trattorie della zona. Il maestro Tonino Stornaiuolo porta la scuola a casa dei ragazzi, nel completo rispetto delle regole igienico – sanitarie, sfidando l’immobilità culturale della pandemia.
Il sorriso degli studenti e la gratitudine dei genitori, unita a quella dei passanti occasionali, ripagano lo sforzo del professore.

Un po di storia…

I Quartieri Spagnoli si trasformano in un circolo letterario a cielo aperto. Istituiti nel 1536 dal  viceré Don Pedro di Toledo, i Quartieri avevano la funzione di dormitori per i molti militari che avrebbero dovuto reprimere le rappresaglie nella città partenopea. Con il trascorrere del tempo, iniziarono a raccogliere soldati provenienti anche da fronti diversi, convertendosi in luoghi di ritrovo per le forze dell’ordine.

I Quartieri Spagnoli: pillole di cultura per i giovani

Perchè l’attributo di Spagnoli? Perchè la loro nascita coincide con il periodo della dominazione spagnola sul regno di Napoli. Da innocente quartiere di “riposo”, il vicolo si trasforma in un luogo malfamato e pieno di soprusi. Molte giovani donne napoletane popolano la vita notturna del quartiere, vendendo il proprio corpo in cambio di cospicue somme di danaro, soddisfacendo così il divertimento dei soldati. Oggi, sono considerati parte integrante del patrimonio storico napoletano. Lo si deve soprattutto ad un’attenta politica di sensibilizzazione per lo sviluppo genuino del territorio. Grazie alla Dab, i Quartieri Spagnoli sono ora  promotori di cultura per i giovani.

Gianni Rodari viaggia tra i Quartieri Spagnoli

Il primo esperimento della DAB vede come protagonista Gianni Rodari, autore di narrativa per bambini. Il maestro Stornaiuolo rallegra il cuore dei bambini napolenati e non, con la recita di “Telegramma” e “La fuga di Pulcinell”. I due testi hanno per tema, non a caso, la libertà.
La provocazione culturale lanciata dall’insegnante, è stato un invito per tutti: grandi e piccini, a non smettere mai di sviluppare la propria curiosità intellettuale. Una spinta a credere nel potere della fantasia, qualunque sia la situazione in cui ci troviamo protagonisti.

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