Quattro Giornate di Napoli, 29 settembre 1943: entrano in scena i “femminielli”

Quattro giornate-Napoli

Durante le Quattro Giornate di Napoli, per la prima volta nell’Europa occupata, i tedeschi trattano alla pari con gli insorti

I napoletani erano al terzo giorno di una lotta all’ultimo sangue con un nemico implacabile, che aveva già dimostrato il proprio valore su tanti campi di battaglia. 

I tedeschi avevano ricevuto ordini precisi di far saltare monumenti, industrie e opere di interesse militare, come Porto e stazioni ferroviarie. Non sarebbe dovuto rimanere nulla di utilizzabile per gli Alleati. Durante la giornata del 29 settembre, il Teatro San Carlo fu minato (per fortuna, i partigiani riuscirono a impedire la distruzione di un tesoro artistico nazionale). Per difendere l’aeroporto di Capodichino morirono tre avieri italiani.

Gli scugnizzi si sacrificano con gioia

Dal 28 settembre e fino al termine dei combattimenti, gli scugnizzi partenopei diedero filo da torcere ai tedeschi, con azioni spesso suicide come nel ritratto che ci ha lasciato il medico partigiano Vincenzo Forzano:

Uno scugnizzo quattordicenne […] per tre notti consecutive montò vigile guardia al Parco Cis, si offerse spontaneamente in ogni impresa la più rischiosa, e quando, da qualche terrazza i Caini Fascisti sparavano su di noi egli si esponeva al fuoco in modo da darci agio di identificare il luogo di provenienza delle raffiche”. 

Partigiani catturano tedeschi a Piazza Mazzini

I partigiani si opposero fermamente ai nazisti nella zona Museo, in via Salvator Rosa e a Santa Lucia. A Piazza Mazzini, riuscirono a  catturare dei tedeschi, uomini che andarono ad ingrossare il numero di prigionieri che potevano costituire oggetto di scambio per i napoletani in mano alle forze germaniche. La vittoria di Piazza Mazzini, è ancora più notevole se si pensa che nel vicino plesso scolastico “Vincenzo Cuoco, i tedeschi utilizzarono i temuti carri armati Tiger. I napoletani lamentarono 12 morti e una quindicina di feriti.

A San Giovanni a Teduccio entrano in scena i “femminielli”

Nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, area orientale di Napoli, affrontarono i nazisti i cosiddetti “femminielli, figure tipiche della cultura tradizionale partenopea (uomini che appaiono in pubblico indossando abiti femminili, comportandosi di conseguenza). Possiamo solo immaginare l’incredulità dei tedeschi nell’affrontare un simile avversario. 

Il colonnello Scholl tratta con Enzo Stimolo

Come ricordato in questo articolo, il 28 settembre i tedeschi avevano preso prigionieri diversi napoletani, internandoli nel Campo Sportivo del Littorio. Le forze guidate da Enzo Stimolo, avendo circondato l’attuale Stadio Collana, costrinsero il nemico a trattare, per la prima volta, con unità partigiane. 

Il colonnello Walter Scholl ottenne un passaggio libero per ritirarsi da Napoli, in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi presenti nel campo sportivo. 

Una vittoria morale di grande impatto in tutta Europa.

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