Durante la giornata del 28 settembre a Napoli si sfiorò un’immane tragedia quando i tedeschi internarono diversi napoletani allo Stadio Collana
Il 28 settembre 1943, seconda delle Quattro Giornate di Napoli, è stato un giorno di durissimi combattimenti e di gravi perdite da ambo le parti. Anche in questa giornata, furono diverse le aree di Napoli ad essere interessate agli scontri tra gli opposti schieramenti.
Tedeschi sulla difensiva
Le forze tedesche di stanza a Napoli erano numericamente molto deboli ma, come ebbero modo di conoscere i partigiani, erano dotate di molte armi, tra le quali carri armati, autoblindo e artiglieria pesante.
Tra gli avamposti tedeschi troviamo anche Villa Spera, in via Tasso 615, sede del comando germanico. Sembra che vi siano state camere di torture e prigioni segrete, teatri di diversi interrogatori: a Roma, nello stesso periodo, nell’omonima via Tasso avevano realizzato un luogo di internamento per partigiani organizzato e gestito dalle famigerate SS.
Villa Spera, realizzata nei primi Anni Venti dal celebre architetto Adolfo Avena, sarebbe abitata da numerosi fantasmi: alcuni dei quali sarebbero stati dei partigiani uccisi brutalmente dai nazisti.
I partigiani si coordinano al Sannazaro
Molto presto anche i partigiani iniziarono a confrontarsi e ad organizzarsi per coordinare le diverse forze disperse. A questo proposito, Antonio Tarsia in Curia organizzò un Fronte Unico Rivoluzionario al Liceo “Jacopo Sannazaro“, via Puccini (Vomero). Questo luogo di cultura fu utilizzato per coordinare tutte le anime della Resistenza Napoletana.
Quanti furono e da dove provenivano i partigiani?
La risposta a questa importante domanda la troviamo nelle pagine scritte dallo storico Corrado Barbagallo nel 1946.
“Il numero totale dei patrioti […] non fu grandissimo: si può [..] calcolare a qualche centinaio. Durante la giornata del 28, e, più ancora, nei giorni successivi, esso si sarebbe raddoppiato, forse quadruplicato […]. Tra questi animosi gli ufficiali superiori mancarono quasi del tutto […]; i militari, invece, si mescolarono in gran numero ai combattenti, e cercarono di mettere un po’ d’ordine nelle azioni di patrioti […]”.
Guerra per Napoli
Accesissimi combattimenti avvennero tra Piazza Vanvitelli e San Martino, in via Solimena, via Kerbaker e via Alvino. A via Bonito, militi tedeschi furono bloccati da un gruppo partigiano alla guida di un automobile ricca di ogni ben di Dio, razziato a qualche sfortunato napoletano. Altri luoghi di scontri furono gli incroci tra via Foria, via Pessina e via Santa Teresa, le zone tra i Miracoli e l’Orto Botanico, tra Piazza Carlo III e la Doganella, così come il quadrilatero tra Piazza Dante, Piazza Cavour, Museo Nazionale e i Tribunali. La Prefettura non intervenne per aiutare la Resistenza.
Un ferroviere, tal Murolo, organizzò squadre a protezione della Ferrovia e delle fabbriche (come la Fiat) al Vasto e a Piazza Nazionale. Il vigile del fuoco di origine sarde, Francesco Pintore, riuscì a prelevare ai tedeschi una mitragliatrice dal posto di blocco posto dai tedeschi davanti alla Floridiana.
Stefano Fadda formò una squadra di patrioti che, a via Roma, agirono contro saccheggiatori tedeschi. I partigiani subirono durante tutta la giornata diverse perdite come il Tenente Musella e il giovane Jannuzzi, morti mentre stavano tentando di difendere un calzaturificio che i tedeschi volevano distruggere. In quest’azione si distinse anche la celebre popolana Lenuccia, Maddalena Cerasuolo, la quale ricevette una Medaglia di Bronzo.
La partecipazione fascista
Non tutti i napoletani furono contro i tedeschi, i fascisti appoggiarono, per tutte le giornate, le forze germaniche. Episodi di cecchinaggio da parte di fascisti come nel caso di via Alvino, dove un fascista fu ammazzato mentre sparava da dietro una persiana al quarto piano. Un certo Galdi o Calvi fu catturato dai partigiani al Vomero con l’accusa di essere una spia: riuscì a fuggire, avvisando così i tedeschi.
Napoletani catturati dai tedeschi
I tedeschi, a causa delle difficoltà riscontrate, decisero di utilizzare un gruppo di prigionieri come merce di scambio, internandoli all’interno del Campo Sportivo del Littorio (Stadio Collana). Una situazione gravissima, conoscendo la brutalità tedesca, che portò gli uomini di Enzo Stimolo ad assaltare il campo sportivo. La resistenza tedesca fu molto dura: i prigionieri furono liberati solo il giorno seguente.
La seconda giornata di scontri si concluse con una provvidenziale pioggia torrenziale.