La sera del 6 ottobre del 1924, una voce femminile rivoluziona la quotidianità di molte persone. Alle 21:00 in punto, prende ufficialmente il via la prima trasmissione radiofonica italiana
Esattamente 97 anni fa una cara amica bussava alle porte degli italiani: la radio. E lo faceva a ritmo di musica.
La prima trasmissione radiofonica italiana fu, infatti, costituita principalmente da un concerto di musica da camera.
In ogni caso, la programmazione radiofonica sarebbe rimasta, almeno nel primo periodo, piuttosto scarna: musica operistica o da camera, previsioni metereologiche e informazioni sullo stato delle borse.
Al momento dell’avvento della radio esisteva un’unica stazione trasmittente, situata a Roma. Negli anni successivi, varie stazioni appariranno anche nelle altre principali città d’Italia, come Milano e Napoli.
Si era appena agli albori di una nuova epoca.
Il disguido: di chi fu la voce ascoltata durante la prima trasmissione radiofonica?
Bisogna non trascurare alcun particolare: prima del gran debutto, vi erano state una serie di trasmissioni sperimentali, iniziate nel 1923.
Nell’ottobre del 1924, però, le intenzioni erano diverse. Infatti, a fare la storia è stata la prima trasmissione di tipo commerciale, dunque indirizzata al grande pubblico. Ma, in merito a quella sera, c’è un nodo ancora da sciogliere.
Sappiamo che a dare il via alle trasmissioni prodotte dall’URI, acronimo di Unione Radiofonica Italiana, ente monopolistico fondato nel 1924 e bis-nonno nell’attuale RAI, fu una voce femminile. Ma quale?
Fino alla fine degli anni ’90 si è creduto fosse quella di Maria Luisa Boncompagni, una delle prime conduttrici radiofoniche. Tuttavia, un nastro trovato casualmente in un archivio RAI sembrerebbe smentire questa teoria.
La prima voce dalla scatola, secondo questa versione, sarebbe stata quella di Ines Viviani Donarelli. La violinista avrebbe presentato la trasmissione, se stessa e il proprio quartetto.
La verità è ormai sepolta dalla polvere del passato: per dissotterrarla, non resterebbe che un viaggio nel tempo!
La storia della radio
L’invenzione della radio viene solitamente attribuita ad un nostro connazionale, Guglielmo Marconi. In un certo senso, però, fu quasi un lavoro di gruppo. Vari inventori in vari paesi avevano lo stesso obiettivo.
Inoltre, i fondamenti scientifici della radio avevano una storia ben più lunga, iniziata con i fisici Heinrich Rudolf Hertz, James Clerk Maxwell e Oliver Lodge.
In realtà, Marconi non credeva che la sua creatura potesse diventare un medium di massa. Inizialmente, si dedicò alla costruzione e alla vendita di apparecchi radio a grosse imprese o alle pubbliche amministrazioni.
Ad intuirne gli orizzonti di consumo fu David Sarnoff, fra i primi ad immaginare la radio come una comodità domestica.
La prima trasmissione radiofonica in assoluto, intesa come regolare servizio radiofonico, andò in onda nel febbraio del 1920. Se fin dall’inizio fu ben chiaro il gran potenziale della radio in ambito militare, non si può dire che lo sia stato anche per i comuni cittadini. Nel primo periodo, ad interessarsi alla radio erano quasi esclusivamente i radioamatori.
Questa categoria era ben poco attenta alla qualità dei programmi trasmessi. Decisamente affascinante risultava, invece, l’aspetto tecnologico del nuovo strumento.
La loro passione ha permesso alla radio di crescere e prosperare. Nel corso della storia, varie petizioni per la difesa della libertà nell’etere sono state promosse dai radioamatori.
Oltre i tecnicismi
La prima trasmissione radiofonica ebbe il merito di portare la brezza di un vento di novità in Italia. Un vento che non portava con sé solo miglioramenti tecnici. In ballo vi erano i sentimenti.
La radio diventerà davvero un’intima amica. Informerà, terrà compagnia, consolerà.
E se oggi, 97 anni dopo, qualcuno chiedesse in giro, troverebbe ancora chi preferisce ascoltare la partita alla radio. O chi vuole ascoltare la musica mentre fa la doccia e preferisce un tasto da premere ad un display da toccare.
Perché la tecnologia passa, ma le emozioni restano.