Rapina a Milano

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Brusco risveglio per la capitale lombarda


Stamattina rapina a Milano nella filiale della banca Crédit Agricole.
La banca, è stata colta di sorpresa da alcuni rapinatori.
Non troppo distanti dal Duomo, questi ladri sono entrati passando non per la porta principale, ma per le fogne, sbucando all’interno della banca e spaventando il direttore. Sono riusciti a prendere solo il contenuto delle cassette di sicurezza, più il denaro degli ostaggi.

Un piano ben elaborato

Era un piano ben studiato che forse non ha avuto molto successo.
I rapinatori sono riusciti a fuggire per poi cercare di scappare evitando l’arresto.
Le forze dell’ordine, sono arrivate dopo poco sulla scena del crimine, dove anche delle ambulanze sono giunte senza dover soccorrere urgentemente nessuno, a quanto pare. Nessun ferito o deceduto è stato trovato; la rapina non è durata molto ed ha sconvolto gli abitanti di Milano, che già vive una situazione piuttosto difficile, dato che la Lombardia è una delle regioni più colpite dal coronavirus. Tante domande, poche risposte riguardo alla rapina a Milano di oggi; è stata forse la disperazione la causa di questo episodio, o forse erano dei criminali da tempo, che sono riusciti ad elaborare un buon piano per un crimine. Fatto sta che il risveglio nella capitale lombarda, è stato piuttosto brusco. Si attendono ulteriori sviluppi; la polizia si sta mobilitando per fare il possibile, affinché tutto si “risolva” quanto prima.

Milano, città tra alti e bassi, spesso in rilievo

La Milano di cui canta Tha Supreme, è spesso al centro di molte notizie, talvolta più che altro negative a causa del Covid; di oggi è una notizia positiva secondo cui la Borsa di Milano è in rialzo.
La Milano avanguardia della tecnologia, è città ben nota a livello internazionale. La città in questione, nella quale vivono sempre più ragazzi, attirati dalle varie possibilità che offre ora e dall’ambiente “di alta qualità”.

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STEFANO POPOLO

CEO & Founder

Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.

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