Sua Maestà “El pibe de oro”: io lo ricordo così

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Un talento senza uguali, il calcio in persona, un 10 unico: Re Diego

Re Diego nel ricordo. Non seguo più. Da tempo. Una serie di circostanze mi hanno allontanato dal calcio; lo guardo, a volte, di sfuggita e in modo distaccato, disinteressato. E’ come se fosse la vecchia pubblicità di chiusura di “Tutto il calcio minuto per minuto”.

Se la squadra del vostro cuore ha vinto, brindate con …; se ha perso consolatevi con …; e se ha pareggiato? Sempre …

Tra le concause, anzi forse tra le principali ragioni, gli ex uomini in nero: assolutamente inadeguati e impreparati. Solo personaggi permalosi e scarsamente implicati nelle dinamiche di un campo di calcio.
Ci sta, evidentemente, qualche eccezione, ma non è sufficiente. E tutto questo, nella realtà odierna, nonostante l’utilizzo della strumentazione “avariata”.

Tattiche spacciate per strategie di alta intelligenza, contropiede riciclato in ripartenza; il quarto di centrocampo ha preso il posto del fluidificante o dell’ala tattica. Giocare tra le linee che, in fondo, non è altro che la mezza-punta di un tempo.

Gente che sa vendere bene il proprio prodotto e, di contro “o lione” Vinicio che i “miracoli calcistici” li aveva già compiuti a metà anni ‘70.

Dal vecchio al nuovo, è davvero migliorato il contesto?

Diciamolo in modo chiaro. I grandi bomber di oggi affrancati dai vecchi, cari, stopper e dall’altro marcatore designato, non credo riuscirebbero a vedere molto l’attrezzo sferico.

Per tacere dei portieri odierni che prendono, regolarmente, gol sul proprio palo e che, forse per non essere tacciati di temerarietà, non “escono” a prendere il pallone nella propria area di porta, manco con una pistola pronta a sparargli.

E che dire dei commentatori? Qualcuno ha mai, per caso, compreso per quale squadra tenessero i Martellini, i Bortoluzzi, i Ciotti, gli Ameri e compagnia?

Per fortuna, tuttavia, faccio parte di una generazione che ha visto all’opera Altafini, Sivori, Pelè, Best, Beckenbauer ed altri. Tra gli altri ci sta un tale Maradona.

Per chi scrive è stata una grande soddisfazione vederlo dal vivo; non al San Paolo.

Re Diego e Napoli

Negli anni di Diego a Napoli ero nomade e, quindi, lo ho ammirato tante volte in campi avversari. Firenze, San Siro, Marassi, Torino, Verona e diverse città di provincia che, all’epoca, si sono avvicendate nella massima divisione.

Una domenica invernale, durante la presentazione delle squadre a centrocampo, proprio in uno degli stadi minori, i cori nei confronti di noi tifosi napoletani si levavano, more solito, offensivi e lesivi. Auspici alla ripresa dell’attività del Vesuvio, ricordi del colera e terremotati. Così era, ma non ci facevamo molto caso.

Quella domenica, però, il “10” reale dovette sentirsi particolarmente coinvolto

Terminate le consuetudini a centrocampo, si avviò verso la propria panchina. Proprio sotto la tribuna “Autorità”, da dove – generalmente – partivano le “peggio cose”. Fece un cenno e il buon Carmando si alzò lanciandogli un pallone.

Pochi secondi, forse cinque, o anche meno, e questo fu il giochetto:

punta piede sinistro, tacco piede sinistro, collo piede sinistro, coscia sinistra, spalla sinistra, testa, spalla destra, coscia destra, collo piede destro, tacco piede destro, collo piede destro, pallone “inchiodato” in terra, tra i piedi, e lasciato lì.

Il Re si girò e andò verso centrocampo. Carmando andò a prendersi il pallone, lo stadio ammutolì e “noi” esplodemmo. Una partita intera senza sentire più fiatare i tifosi locali. Quello stadio diventò, per una domenica, una intera succursale del San Paolo.

Alla fine della performance mi guardai intorno e compresi che eravamo davvero in tanti. Compreso un compiaciuto Ferlaino che ammiccava, accanto alla postazione stampa, ad un sorridente e divertito Ciotti.

Questo era Re Diego, così voglio ricordarlo.

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STEFANO POPOLO

CEO & Founder

Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.

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