I Re Magi al tempo del Covid-19: faro di luce

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I Re Magi Gaspare, Baldassarre e Melchiorre: dalla tradizione cristiana fino ai giorni nostri

Gaspare, Baldassarre e Melchiorre sono i Magi menzionati nel Vangelo di Matteo. Dall’Oriente giungono a Gerusalemme seguendo la scia luminosa di una stella, alla ricerca del neonato Re dei Giudei. I Magi erano sciamani, uomini saggi, conoscitori del segreto che la natura riserva, legati al culto astrologico e seguendo la lettura del cielo riconobbero in Cristo il Salvatore universale.

Che doni offrono i Magi al Re dei Giudei?

Al piccolo nato ognuno porta un dono: Melchiorre porta con sé l’oro, simbolo di regalità, “Gesù è il Re dei Re”; Gaspare offre l’incenso, usato in ambito religioso per riconoscere la natura divina di Gesù; Baldassarre dona la mirra, pianta dalla quale si estrae una resina utilizzata per produrre un unguento, usato per il culto dei morti, a simboleggiare la sua consacrazione di Re e Dio.

I Magi: l’arte di saper donare

I Magi non hanno esitato a lasciare gli agi della propria terra. Seguiti dalla scia luminosa di una stella, hanno intrapreso il cammino all’insegna della speranza. Si fanno portatori di una speranza ben più importante delle loro vesti di oro e dei gioielli che portavano indosso; si fanno portatori di un potere immenso: l’arte di saper donare.

Saper donare è un’arte della quale dovremmo noi tutti trarne il privilegio, così come Gaspare, Melchiorre e Baldassarre attraversarono il buio oscuro, notti insidiose, mossi esclusivamente dal sogno di una luce che potesse dare un senso autentico alle loro esistenze: l’incontro con Gesù.

Dalla tradizione cristiana ai nostri giorni

Dalle antiche tradizioni si può trarre un grande insegnamento che permette a noi tutti di ampliare gli orizzonti: di guardare oltre gli schemi imposti da una società, che oggi più che mai vacilla. Un insegnamento che funge da bussola, proprio come la stella per i Magi, che ci permette di non arrenderci di fronte alle avversità, ma di inseguire la luce della speranza anche quando tutto intorno sembra incupirla.

Così come Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, possiamo dire che è questa la vera ricchezza, il potere che fa di un uomo comune un re: donarsi senza un tornaconto, per il solo gusto di sentirsi arricchiti. In un momento storico importante, abbiamo sì assistito ad un’epidemia che ha fatto tremare le certezze e sconvolto i piani, ma allo stesso tempo ci ha donato l’amore dei piccoli gesti, di quei dettagli che emozionano e fanno la differenza.

Dettagli che hanno nomi ben scanditi: il “tampone sospeso“; in tempo di crisi economica nei quartieri di Napoli viene calato da un balcone un panariello con scritto “chi può metta chi non può prenda”; il “carrello solidale” messo a disposizione dai locali commerciali, al fine di donare il ricavato alle famiglie più bisognose; le donazioni effettuate da Fedez e Chiara Ferragni e le varie campagne promosse da Luciana Littizzetto, Francesco Facchinetti.

La solidarietà è l’unico investimento che non fallisce mai.

Alla fine di un anno turbolento, sembriamo quasi intravedere la scia della luce che illumina il cammino. Un cammino scortato dalle macchine della polizia, incamminatesi dalla caserma dei carabinieri di Tor di Quinto intorno alle 10 del mattino per raggiungere lo Spallanzani. Dopo essere stato sotto scorta tutta la notte nella caserma dell’Arma di Tor di Quinto a Roma, “é arrivato all’ospedale Spallanzani di Roma il furgone blu scuro con le prime 9.750 dosi del nuovo vaccino anti Covid della Pfizer BionTech“.

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