Matteo Renzi e l’Arabia Saudita: la fuga dalla verità
Matteo Renzi è molto – forse troppo – vicino a Mohamed bin Salman, primo vice Ministro e principe ereditario dell’Arabia Saudita.
Invidia per il costo del lavoro ed etichetta l’Arabia Saudita come culla del nuovo Rinascimento. Stima, vicinanza ed un tocco di invidia sicuramente non mancano. Ma c’è poco da stimare, ancor meno da invidiare.
Renzi è membro del comitato consultivo dello FII Institute, un organismo controllato dalla famiglia reale che frutta al leader di Italia Viva – per ogni incontro – 80.000 Euro. Questi ultimi regolarmente dichiarati e tassati in Italia.
La politica della non-responsabilità
La politica dovrebbe essere presa di coscienza e di responsabilità delle proprie azioni. Ma non è mica sempre così. Non lo è, ormai, quasi mai.
Non ne è l’eccezione Matteo Renzi, che nell’era della velocità fugge da ogni responsabilità allo stesso passo.
Come? Scegliendo di farsi domande e darsi risposte da solo.
Insomma, auto-intervistandosi.
Questa è stata, fino ad ora, la linea del leader di IV alla richiesta di spiegazioni da parte della stragrande maggioranza di politici e giornalisti italiani.
L’omicidio di Jamal Khashoggi, giornalista progressista in un contesto troppo conservatore
Jamal Khashoggi era un redattore presso una testata giornalistica progressista Saudita, ucciso il 3 Ottobre 2018 presso un consolato saudita ad Istanbul.
La motivazione? Proprio il fatto che fosse un giornalista progressista in una dittatura fortemente conservatrice. La situazione dei diritti umani – in pratica – è molto simile di quella in Egitto.
Il mandante? Proprio l’amicone di Renzi, bin Salman.
La morte del giornalista è rimasta oscurata per tanto tempo da veli di omertà da parte del governo saudita. Quest’ultimo si dichiarò prima estraneo, salvo poi – una volta alle corde – costretto a scaricare le colpe direttamente (ed esclusivamente) sui quattro agenti responsabili.
Matteo Renzi e l’Arabia Saudita: qual è il ruolo degli Stati Uniti nella vicenda
Gli Stati Uniti, con l’allora presidente Donald Trump e sotto la volontà di quest’ultimo, decisero di occultare le prove del coinvolgimento nell’omicidio del principe ereditario, in favore di un equilibrio internazionale. Joe Biden, invece, sceglie la linea opposta.
Le verità vengono fuori, la pressione internazionale si fa pesante e ciò che è passato ormai non si può più cambiare. Né per il futuro principe saudita, né per Matteo Renzi.
Matteo Renzi: sopravvissuto e sopravvivente
Il leader di Italia Viva, rimasto politicamente a galla dopo la crisi di governo e artefice nel principio della nascita del Governo Draghi. Dovrà ora rispondere delle proprie azioni, considerando un’improbabile estraneità ai fatti. Magari non da solo questa volta.
Renzi prende tempo, ma quest’ultimo – mai come ora – corre veloce ed inesorabile. Riuscirà il nostro anti-eroe a fuggire, ancora una volta, dalle conseguenze delle sue azioni?
ambasciator.it
A title
Image Box text
STEFANO POPOLO
CEO & Founder
Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.