Resilienza. “Non ce la faccio più, mi sembra di crollare ma non posso farlo” “Dormo male, non mi va neanche di mangiare, mi sento sempre in ansia”.
Che succede quando un periodo di stress dura molto a lungo?
Il nostro corpo, esattamente come un paese in guerra, dichiara stato di allerta e inizia a schierare le risorse che ha a disposizione per permettere all’organismo di reagire nel migliore dei modi.
Riorganizzare le energie di fronte al pericolo permette non solo di rispondere con prontezza ed efficacia all’emergenza, ma anche di ammortizzare gli effetti stressogeni nel tempo.
Ciò che permette di fare tutto questo è la resilienza, un’importante risorsa che ci viene in aiuto per superare eventi traumatici.
Che cos’è la resilienza?
È una risorsa estremamente importante presente in ognuno di noi, moltiplica la capacità di affrontare piccole e grandi difficoltà e di uscirne arricchiti.
Essere resilienti, vuol dire riuscire ad adattarsi alla crisi in maniera flessibile e creativa, riorganizzando noi stessi e le nostre abitudini per superare momenti angoscianti.
È capitato a tutti di vivere periodi in cui ci si sente sotto pressione, si avverte fatica già al mattino, anche se ci si è appena alzati dal letto, solo all’idea della giornata che ci aspetta.
Quando lo stress è molto elevato, tutto l’organismo subisce uno stravolgimento. Risulta difficile concentrarsi sulle cose e mantenere focalizzata l’attenzione, il corpo sembra più pesate, la fame e la sazietà sono sfasate, anche il sonno non sembra sufficientemente rigenerante.
Eppure siamo ancora li, sul ring che la vita ci ha preparato, affannati e con qualche livido, ma ancora in piedi.
“Pensavo che non l’avrei mai superata, invece un giorno alla volta sono andato avanti”.
Sono tanti i motivi che ci fanno sentire esauriti e nervosi: il lavoro, lo studio, la famiglia, una crisi di coppia, eventi drammatici come un lutto o una malattia. Tutte queste sono situazioni che richiedono una grande fatica mentale e fisica per essere attraversate, soprattutto se tale pressione psicologica si protrae per un tempo medio-lungo.
Che cosa permette di continuare a resistere?
Studi dimostrano che ciò che aiuta le persone a superare le difficoltà, è un mix tra adattamento, flessibilità, creatività e ottimismo.
Queste risorse messe insieme sono la ricetta della resilienza, il risultato è una maggiore efficacia nell’affrontare, tollerare e superare nel lungo termine condizioni avverse.
Che vuol dire essere resilienti?
In psicologia, il termine resilienza è preso in prestito dall’ingegneria ed indica la capacità che ha la materia di resistere agli urti ed agli impatti grazie alla sua flessibilità.
Si dice che un materiale è resiliente, se invece di spezzarsi risponde all’urto modificandosi; magari nella forma, piegandosi o deformandosi, ammortizzando il colpo ricevuto, per poi recuperare la forma originaria. Come una canna di bambù che si piega sotto la sferza della tempesta, al contrario della quercia che viene sradicata dal vento.
Per l’uomo vale lo stesso discorso, se riusciamo ad ammortizzare il colpo che la “vita” ci sferra, avremo più probabilità di superarlo limitando i danni.
Certamente molti potrebbero obiettare dicendo che dipende dal colpo ricevuto ed è indubbiamente così, ma un bravo pugile sa che ancora più importante di dare un buon pugno, è imparare ad incassare i colpi ricevuti.
Non tutti gli eventi stressanti e traumatici sono uguali tra di loro; ci sono eventi improvvisi e inaspettati come un licenziamento o un’aggressione e situazioni prevedibili come un trasloco o la nascita di un bambino. Ma indipendentemente dalla natura dell’evento, ciò che ha un grande impatto, è la sua durata nel tempo.
Una circostanza stressante a lungo termine, impone sulla persona una pressione costante e duratura che in termini di energia è un costo psico-emotivo notevole.
Allora diventa importante riuscire sì a resistere, ma farlo abilmente, riuscendo a dosare bene l’energia mentale e fisica a disposizione.
Pertanto è indispensabile in questi casi, trovare delle occasioni per rigenerarsi e fare il pieno di energia.
Come si può essere persone resilienti?
Alcune persone nascono resilienti per costituzione, altre meno; ma tutti possiamo allenare e potenziare questa risorsa.
È da tenere presente che la resilienza non è immutabile nel tempo, anzi può variare a seconda del momento di vita in cui ci troviamo, è per questo che si definisce dinamica.
Vediamo cosa può fare la differenza. Prima di tutto l’autostima; se una persona è sicura di sé, soddisfatta di quello che fa e che è, ha molte più probabilità di essere resiliente di una persona insicura.
Essere consapevoli di se stessi, delle proprie capacità e competenze, ci permette di sentirci meno impotenti di fronte agli imprevisti e alle difficoltà e a non perderci d’animo.
In parole povere, se mi piaccio e penso bene di me e credo di saper fare qualcosa, allora mi sentirò più fiducioso di riuscire ad affrontare le avversità. Al contrario se mi reputo incapace, inutile e stupido difficilmente potrò farmi coraggio quando le cose vanno male.
Altro elemento che fa la differenza è l’introspezione. Una persona che ascolta le proprie emozioni, che sa riconoscerle ed esprimerle, è sicuramente più in contatto con se stessa e quindi riesce a rispondere in maniera pronta ed efficace ai propri bisogni.
Quindi per aumentare la nostra resilienza è necessario aumentare la fiducia in noi stessi e la nostra capacità di ascoltarci.
L’importanza delle piccole cose
Altro elemento fondamentale, è l’ottimismo. Coltivare la consapevolezza che esiste il bello intorno a noi e che le piccole cose hanno un peso decisivo, esattamente come lo hanno quelle importanti.
Nei momenti difficili può essere di grande conforto riuscire ad apprezzare attimi piacevoli che mitigano l’intensità del malessere e della tristezza.
Quindi se si affronta una malattia o un divorzio, prendersi del tempo e ammirare il panorama, comprarsi dei fiori, passeggiare in un parco apprezzandone la tranquillità può essere profondamente rigenerante.
Dietro ogni difficoltà c’è una crescita
Decisivo nel modo di affrontare le cose, è la lettura che si fa di esse. Riuscire a considerare le difficoltà come momenti di crescita e maturazione, può farci sentire meno vittime degli eventi.
Qualcuno potrebbe facilmente obiettare che i momenti difficili sono difficili e basta e che non possiamo fare finta di apprezzarli. Quello che intendo dire, è che per quanto le cose possano andare male ed essere drammatiche, possiamo riuscire a trovare la forza di chiederci “come posso trasformare questo dolore in un motivo di crescita personale?”
Riuscire a mantenere la curiosità per la vita, può aiutare molto ad adottare nuovi punti di vista sulle cose, anche se traumatiche. Come Primo Levi, che rinchiuso in un campo di concentramento continuava ad essere curioso per le dinamiche sociali.
Essendo lui uno scienziato, voleva capire cosa portava i detenuti a stabilire velocemente delle gerarchie. I suoi compagni gli dicevano: “sei pazzo, ci stanno ammazzando e tu vuoi discutere di sociologia?” Primo Levi uscì vivo dal campo di concentramento e conservò la tua sanità mentale.
La fenice che rinasce dalle proprie ceneri, è un esempio perfetto di resilienza, anche noi possiamo rinascere dalle nostre ceneri, ma non ha senso farlo se non abbiamo imparato nulla. Dare un senso anche alle cose brutte permette di digerirle con un po’ più di facilità e di integrarle in maniera costruttiva nella nostra personalità.
ambasciator.it
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STEFANO POPOLO
CEO & Founder
Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.