A Edimburgo è andata in scena la Conferenza internazionale della robotica morbida: macchine che non hanno componenti rigide
Mini robot biodegradabili ispirati ai semi delle piante, bracci flessibili come i polpi o sensori biodegradabili che imitano le foglie: sono i tanti volti della robotica morbida, macchine che non hanno componenti rigide.
Ad esplorare le potenzialità di questo promettente settore della robotica è interamente dedicata la quinta edizione della Conferenza internazionale sulla soft robotics (RoboSoft2022) andata in scena ad Edimburgo qualche giorno fa.
“I robot morbidi sono intrinsecamente sicuri perché non hanno parti rigide e hanno tantissime potenziali applicazioni impossibili per la robotica tradizionale, ad esempio per muoversi in esplorazione in ambienti molto difficili o stretti oppure in ambito agroalimentare per manipolare oggetti delicati come la frutta, oppure per monitore l’ambiente”, ha spiegato all’ANSA la co-organizzatrice della Conferenza e Direttore associato per la Robotica all’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia, Barbara Mazzolai.
Microrobot I-seed ispirati ai semi delle pianti, biodegradabili e capaci di realizzare il monitoraggio del suolo e dell’aria, oppure sensori biocompatibili capaci di aderire sulle piante per verificarne i parametri vitali, sono solo alcuni dei progetti più recenti e che rendono l’idea delle tante possibilità offerte dall’elettronica flessibile.
“Sono tantissimi gli scenari che si stanno aprendo – ha concluso Mazzolai – e soprattutto si iniziano a vedere anche le prime aziende che stanno commercializzando prodotti nati da queste nuove idee nate dalla robotica morbida“.
ambasciator.it
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STEFANO POPOLO
CEO & Founder
Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.