In un contesto come quello attuale, in cui i mezzi di informazione stentano a distinguersi – per divulgazione e giusta relazione con l’esteriorità e la realtà dei fatti – è sentita l’esigenza di un prodotto da identificarsi e distinguersi, per originalità, caratteristiche e specificità di argomenti.
La tipicità di una rete operante in campo telematico, dovrebbe avere come fine il raggiungere un largo ambito, consapevole dell’impossibilità di un contatto fisico e visivo; se la divulgazione dovesse assumere connotati cartacei e andare anche in video, le circostanze su cui riflettere sarebbero, davvero, importanti e impegnative.
Progettualità, dunque, ambiziose, ma assolutamente permeate di entusiasmo e corroborate da una pertinace determinazione della Proprietà.
Si instaurerebbero, così, più relazioni dirette; l’interazione, in tal caso, diverrebbe un connubio di rapporti, attinenze e nessi, con la diretta reciprocità di lettori, ascoltatori e spettatori.
In sostanza, diffondere online è un conto, a mezzo stampa un altro, trasmettere e propagare, in ascolto e video, un altro ancora.
Il non escludere la cerchia di video-ascoltatori, da ciascun gradimento, è il punto topico dell’estensione e dell’inserimento, nel settore della comunicazione.
Una volta si faceva leva sul fatto, soprattutto, che nei paesi industrializzati ogni famiglia possedesse un televisore e, almeno, una radio; oggi i parametri sono radicalmente mutati e contribuire all’espansione ed all’aumento dei valori sociali, della cultura, degli interessi, di una platea sempre più vasta e variegata, è assai peculiare, deve denotare preparazione e prontezza di penetrazione, in ciascun settore dell’informazione.
Il punto focale, da non trascurare assolutamente, è che la comunicazione elettronica è alla portata di tutti, anche di coloro non del tutto alfabetizzati, in zone isolate e poco aduse alla socializzazione.
La rete telematica è servita, quindi, anche a coinvolgere persone che, fino a qualche anno addietro, non pensavano assolutamente di poter interagire con un mondo esterno.
Tuttavia, nonostante esempi ricorrenti, ancora non si è ben compreso che le forme comportamentali, il linguaggio, i settori di interessi trattati, sono elementi da dover considerare con estrema attenzione e alto senso di responsabilità.
Non serve più essere in rete 24 ore su 24, trasmettendo infiniti programmi che trattano di calcio, per inculcare e indottrinare pareri e convinzioni; non è più utile redigere panegirici su figure di preminenza temporale fuggevole; non è più prevalente l’esigenza di seguire il consenso di massa, sacrificando le preferenze di un pubblico meno vasto. La qualità, l’impegno, la molteplicità di argomenti, spaziare tra cultura e storia, tra sport e spettacolo, tra attualità e politica, tra comunicazione e disparità di opinioni, sono le armi che connotano, oggi – e sempre in maniera più incisiva – i requisiti indispensabili per distinguersi.
Standardizzare e livellare sono da considerare azioni superate, la consuetudine ha stancato. La comunicazione ha successo se esiste una ricezione. Ed è su tale azione, credo, che si può costruire una realtà originale e non abusata.
Cultura, tradizione, eventi e concretezze (ritenuti anche secondari per l’industria della comunicazione), nuovi orizzonti di conoscenze e fonti di apprendimento, sport minori (ma di grande rilevanza sociale), musica, teatro e convegni sui temi più disparati. Questi gli ingredienti che possono rivelarsi decisivi per il futuro, in un campo affollato, ma scarsamente propositivo.
Questo, in sostanza, il proposito di siffatto progetto; non possiamo esimerci da precise responsabilità, ma tentiamo di immaginare una palestra virtuale nella quale, ciascun contributo, può esprimersi, utilizzando gli attrezzi a disposizione.
Senza alcun ostacolo, ma con ogni possibile supporto e, dettaglio affatto trascurabile, con notevole connotazione di giovani “quote rosa” su cui, in perfetto accordo con la Proprietà, si è puntato con piena convinzione.
Parte, dunque, oggi questa nuova, affascinante, stimolante, avventura; con gradualità, ma la assoluta certezza di un futuro ricco di soddisfazioni.
Ringrazio la stessa Proprietà – per l’ennesima dimostrazione di fiducia nei miei confronti, designandomi alla direzione – e auguro a tutti di raggiungere i propri traguardi.
Passione e impegno: avanti tutta!
ambasciator.it
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STEFANO POPOLO
CEO & Founder
Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.