Il 16 dicembre del 1631 è avvenuta una tra le maggiori eruzioni del Vesuvio. Ancora oggi si ricorda l’intervento miracoloso di San Gennaro in aiuto del popolo napoletano
I numeri che riguardano l’eruzione del Vesuvio del 1631 parlano da soli: 4000 morti, 44mila persone senza più una casa e più di 6000 capi di bestiame andati dispersi.
L’eruzione, che ha avuto una durata complessiva di 19 giorni, dal 16 dicembre 1631 al 3 gennaio 1632, ha prodotto circa 250 milioni di metri cubi di lava. In un frangente così difficile, secondo la Tradizione, la salvezza per Napoli e zone limitrofe sarebbe giunta grazie all’intercessione di San Gennaro.
L’intervento di San Gennaro
I momenti più difficili dell’eruzione del 1631 sono stati registrati tra il 16 e il 17 dicembre, i primi due giorni, quando sembra che l’attività del vulcano sia stata di maggiore intensità.
I primi decessi furono registrati proprio in quella seconda giornata nei centri abitati più vicini al Vesuvio, come Torre del Greco e Resina. Vista l’estrema gravità della situazione fu l’Arcivescovo di Napoli, il cardinale Francesco Boncompagni, a decidere sin da subito di svolgere processioni per chiedere il soccorso divino.
Secondo i testimoni dell’epoca, l’eruzione cominciò a scemare quando il reliquiario di San Gennaro, il principale tra i 56 Compatroni di Napoli (la Madonna Assunta è la prima Patrona), fu rivolto verso il Vesuvio.
Da allora, il sangue di San Gennaro si scioglie in tre date: il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre e appunto il 16 dicembre.

Il ringraziamento dei napoletani
I napoletani riconobbero da subito l’importanza dell’intervento dell’amato Santo nel bloccare l’eruzione del Vesuvio. Così, in segno di riconoscenza, nel 1633 nella Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro fu realizzata questa dedica in latino: “Divo Jannuario – Patriae, regnique praesentissimo tutelari – grata Neapolis“, traducibile come “Al Divo Gennaro, la gratitudine di Napoli al sempre presente difensore del Regno e della Patria“.
Le attestazioni di riconoscenza non si conclusero qui, infatti il miracoloso evento è stato immortalato in diverse incisioni e dipinti dell’epoca. Forse la più celebre tra le opere d’arte legate a questo episodio è “L’eruzione del Vesuvio del 1631”, tela realizzata da Domenico Gargiulo, meglio noto come Micco Spadaro (il padre era un maestro spadaio), attualmente al Museo di San Martino a Napoli.
Il dipinto, riportato anche come immagine di copertina di questo articolo, raffigura la processione di nobili e popolani con l’intervento di San Gennaro, che appare, sulla destra, su di una nuvola in compagnia di un gruppo di angeli, mentre, rivolto al Vesuvio, arresta con le mani la potente eruzione.