Il prodigio dello scioglimento del sangue, atteso oggi sabato primo maggio, non si è ripetuto
L’Arcivescovo Don Mimmo Battaglia, alla sua prima celebrazione dedicata a San Gennaro, ha estratto alle 18 l’ampolla dalla cappella del Tesoro e, dopo averla riposta nel reliquario sull’altare Maggiore della Cattedrale, ha dato inizio alla celebrazione liturgica.
Quello del sabato che precede la prima domenica del mese di maggio, è il terzo miracolo dell’anno; quello che celebra la traslazione delle reliquie del martire dall’Agro flegreo alle Catacombe di Capodimonte.
È la seconda volta consecutiva che il sangue del Santo Patrono non si scioglie in questo tempo di pandemia. Lo scorso 16 dicembre, in occasione della Festa del Patrocinio, in memoria dello scampato pericolo di Napoli dalla disastrosa eruzione del Vesuvio nel 1631, il sangue ugualmente non si era sciolto.
La città di Napoli e il suo Martire
Nel corso dell’omelia Monsignor Battaglia ha ricordato il profondo legame tra la città di Napoli e San Gennaro; ricordando che dal sangue di San Gennaro arriva un messaggio di “annunciare, denunciare e rinunciare”.
“Annunciamo il Vangelo senza timore, la città ha bisogno del Vangelo per tornare a sperare con la linfa vitale della fiducia e dell’amore nei tanti deserti che sono nei vicoli, nelle periferie, nelle case. Denunciamo ciò che inquina il tessuto sociale, che allontana il popolo dal sogno di Dio di pace giustizia e comunione. Il nostro martire ha mostrato che un credente non arretra di un millimetro dinanzi al bene che per esso è disposto a dare vita. Come comunità saremo capaci di fare altrettanto denunciando il malaffare, cultura camorristica, la corruzione imperante?”
Don Mimmo Battaglia si è soffermato sui recenti casi di cronaca che hanno afflitto la Città di Napoli
“Il sangue ci racconta di Maurizio, morto per difendere la figlia da logica camorristica, di Giovanni che ha speso ogni giorno della sua esistenza per assicurare il futuro al figlio disabile ed è morto senza la certezza di una comunità capace di costruirlo, di Ornella e Fortuna che hanno speso il loro sangue colpite dalle mani di chi avevano amato. Ci introduce nelle periferie dell’esistenza, ai piedi di Concetta e dei tanti anziani invisibili lasciati soli da tutti. Ci narra di Salvatore e Tina e di tutti i ragazzi di Napoli a cui un sistema economico, un sistema di vita egoistico e il cancro della camorra stanno rubando il futuro. Delle tante famiglie della Whirlpool e dei tanti disoccupati che non chiedono lavoro per dignità. A loro il mio pensiero e vicinanza nel primo maggio”.
Al termine della messa il sangue di San Gennaro era ancora solidissimo.
Da domani, fino al 9 maggio, riprendono le preghiere e la venerazione delle reliquie.