Scarlett Johansson, scarcerazione immediata per Zaki

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L’attrice americana ha pubblicato un video in cui chiede la scarcerazione immediata di quattro persone dell’ONG egiziana per la difesa dei diritti civili “Eipr”; una di queste è Patrick Zaki

Il messaggio di Scarlett Johansson

Il video pubblicato su YouTube, della durata di due minuti e quarantaquattro secondi, comincia con un’affermazione piuttosto dura da parte di Scarlett Johansson: “Far sentire la propria voce in Egitto oggi è pericoloso”.

“Vorrei citare i guai di quattro esseri umani arrestati erroneamente per il loro lavoro compiuto lottando per la dignità degli altri: Gasser, Karim, Mohamed e Zaki dell’Iniziativa egiziana per i diritti personali”, ha dichiarato l’attrice americana.

Oltre a Zaki, Scarlett fa riferimento al direttore esecutivo Gasser Abdel Razek, a quello per la Giustizia penale Karim Ennarah e al responsabile amministrativo Mohamed Basheer arrestati tra il 15 e il 19 novembre.

Il video diffuso da Scarlett Johansson

L’attrice, apparsa in video in primo piano e senza trucco, continua affermando:

“Questi uomini hanno dedicato la loro vita combattendo contro le ingiustizie e ora si trovano in prigione. Tutti loro stanno affrontando false accuse che potrebbero tenerli in prigione per anni. Il loro unico crimine è stato quello di difendere la dignità degli egiziani. EIPR lavora da anni senza sosta e con coraggio per proteggere e difendere i più deboli, per riformare il difettoso sistema di giustizia criminale che si abbatte sulla vita delle persone innocenti e per l’abolizione della pena di morte. Karim, che si è sposato di recente, passerà il suo trentasettesimo compleanno in carcere. Gasser è senza coperte in una gelida cella in isolamento. La moglie di Mohamed è disperata e, come per le altre famiglie, non le è permesso fargli visita. Zaki è stato torturato dalla polizia dopo l’arresto all’inizio di quest’anno. Loro rappresentano il coraggio e la genialità di tanti egiziani che vogliono un cambiamento nonostante le difficoltà”.

Per concludere, Johansson fa gli auguri a Karim e ribadisce la sua richiesta di scarcerazione immediata:

“Oggi mi unisco a tutti gli egiziani e a tante altre persone nel mondo e chiedo l’immediata scarcerazione di Gasser, Karim, Mohamed e Zaki. E tanti auguri a Karim, non sei solo”.

La vicenda che ha coinvolto Patrick Zaki

Patrick Zaki, 28 anni, di nazionalità egiziana, ma in Italia da agosto 2019 per un dottorato di ricerca presso l’Università di Bologna. Zaki era tornato in Egitto per una breve vacanza nel suo paese d’origine, Mansoura, a una decina di chilometri a nord del Cairo.

Qualcosa, però, è andato storto: quando è atterrato, il 7 febbraio, all’aeroporto della capitale, i servizi segreti egiziani lo hanno fermato.

L’Egyptian Initiative for Personal Rights (EIPR), l’organizzazione per la quale Zaki lavora come ricercatore sui diritti umani e di genere, ha riportato, per prima, la notizia del suo arresto.

Dopo essere stato portato al Cairo, dice sempre l’EIPR, è stato trasferito a Mansoura: qui, secondo i suoi avvocati, ha subito un violento interrogatorio, tra minacce, percosse e scosse elettriche.

Le accuse verso Zaki sono diverse; è accusato di aver pubblicato fake news con l’intento di disturbare la pace sociale, di aver incitato proteste contro l’autorità pubblica, di aver sostenuto il rovesciamento dello stato egiziano, di aver usato i social network per minare l’ordine sociale e la sicurezza pubblica; di aver istigato alla violenza e al terrorismo.

L’impegno di Amnesty e Civati

La notizia del suo rapimento è stata riportata subito anche da Amnesty International, che da anni si batte anche per la verità sull’omicidio di Giulio Regeni. Zaki ormai si trova in “detenzione preventiva” da quasi dieci mesi.

La detenzione ha avuto una proroga di altri 45 giorni, durante l’udienza del 21 novembre. Riccardo Noury, il portavoce di Amnesty International Italia, ha definito tale decisione un “accanimento giudiziario”, esortando “un’azione diplomatica forte da parte delle autorità italiane”.

Un politico italiano, però, ha preso molto a cuore il caso Zaki: stiamo parlando di Giuseppe Civati, leader del partito politico Possibile.

A maggio, la casa editrice del fondatore di Possibile ha pubblicato un diario, messo a disposizione gratuitamente. Questo diario si intitola “Voglio solo tornare a studiare”, scritto giorno per giorno pensando a Zaki e alla sua ingiusta detenzione. Un testo curato da Marco Vassalotti.

Non solo: a giugno Civati aveva chiesto al governo italiano la scarcerazione di Zaki, poiché il governo egiziano aveva annunciato la liberazione di oltre 500 detenuti per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Inoltre, Zaki ha problemi di asma, dunque la scarcerazione sarebbe stata l’ideale anche per motivi di salute.

L’Egitto accoglie l’appello di Scarlett Johansson

Secondo le ultime indiscrezioni, l’Egitto avrebbe accolto l’appello di Scarlett. Il procuratore generale del Cairo ha deciso di rilasciare i militanti dei diritti umani membri dell’associazione Eipr, ma Zaki per ora resta in carcere.



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