L’Inter porta a casa il diciannovesimo Scudetto, vincendolo con 4 turni d’anticipo dopo una marcia inarrestabile
Per il popolo interista è il momento di spolverare i bandieroni, tirare fuori sciarpe e cappelli nerazzurri e festeggiare uno trofeo che manca da ben 11 anni. Ma lo scudetto dell’Inter come è arrivato?
Steven Zhang, il Presidente
Il signorino di casa Zhang, figlio di Jindong, propietario di Suning Holdings Group, è il presidente dell’Inter da tre anni. Ne è proprietario da cinque e, fin dall’acquisto delle quote maggioritarie, ha alzato l’asticella degli obiettivi della squadra milanese. In questi cinque anni, l’Inter ha avuto un percorso di crescita netta: al 7° posto del primo anno sono seguite due qualificazioni in Champions League di fila con Luciano Spalletti, il 2° posto del primo anno di Antonio Conte e lo Scudetto di questa fantastica annata. Nonostante gli effetti della pandemia si siano abbattuti pesantemente sulle finanze del club e della proprietà, l’apporto del presidente cinese è stato decisivo: aver scelto uomini di fiducia con grande competenza.
Beppe Marotta, lo stratega
Il giorno dopo aver risolto il contratto con la Juventus, all’attuale AD dell’Inter suona il cellulare. Chi è? Steven Zhang. Affidarsi ad un dirigente così esperto e vincente, è parsa a tutti un’ottima mossa. E lo conferma la gestione societaria che, tra mille difficoltà (il “fu” caso Icardi, gli stipendi…), ha tenuto botta preservando la serenità dell’ambiente necessaria per raggiungere l’obiettivo finale. Manovre di mercato oculate, la scelta di uno staff tecnico di livello e di uomini – prima che di calciatori – di spessore sono tutti meriti di Beppe Marotta. A confermare il tutto c’è la débacle juventina: la società bianconera ha faticato dal post-Marotta, sia in termini di lungimiranza negli investimenti, sia in termini sportivi. Ho la sensazione che Andrea Agnelli si stia mangiando le mani.
Antonio Conte, il comandante
Se la notte del 22 Maggio 2010 avessero detto ad un interista che l’Inter avrebbe vinto uno Scudetto nel 2021 impedendo alla Juventus di vincere il 10° di fila, e che l’allenatore sulla panchina nerazzurra fosse Antonio Conte… beh, avrebbe fatto, come minimo, una fragorosa risata. Invece, è tutto vero. Il passato non si dimentica, Conte non sarà mai il simbolo dell’Inter, ed è anche giusto che sia così. Però, i meriti di Antonio Conte sono tanti, anzi, tantissimi. Dell’attuale rosa dell’Inter solo Ivan Perisic ha vinto (prima di quest’anno) un campionato dei cinque maggiori d’Europa. L’allenatore salentino ha instillato la mentalità vincente nel gruppo, ha portato la cultura del lavoro e della perseveranza ed è riuscito a tenere unita la squadra nonostante le forze centrifughe interne che potevano crearsi dopo la prematura uscita dalla Champions League. Poi c’è la questione del bel gioco, ma non mi immagino Antonio Conte seduto tristemente sulla poltrona di casa a dilaniarsi per i detrattori.
Romelu Lukaku, il simbolo
Lui è il simbolo di questa squadra. Un giocatore in cerca di riscatto, affamato di vittorie, che mette l’Inter davanti a tutto e a tutti. Perciò, rappresenta anche ciò che i tifosi nerazzurri meritavano. E i suoi numeri, da freddi dati statistici si traducono in un ritratto del suo essere: 21 gol e 10 assist. Segna, fa segnare insieme al suo partner Lautaro Martinez, è un’ancora, ma anche un baluardo di questa rosa. Un leader nato che mette in palmares il suo primo trofeo nazionale di spessore. E viene da ridere se si pensa alle critiche destinategli al suo arrivo in Italia. Infine, è stata davvero una gioia vedere quest’omone grande e grosso, tutto commosso, in giro per Milano a festeggiare con la sua gente. Romelu Lukaku interista vero.
Scudetto Inter: le menzioni d’onore
Ovviamente, un obiettivo così importante è stato centrato grazie all’unità d’intenti e all’impegno profuso da tutti. E vale la pena ricordare Luciano Spalletti, che non l’ha vinto, ma ha iniziato il percorso che ha portato allo Scudetto. Lele Oriali, che quando l’Inter vince lui c’è sempre, con leadership e profonda passione. Samir Handanovic, il capitano, che è stato anche criticato, ma per la carriera che ha avuto merita questa ciliegina sulla torta. E i giocatori tutti: da Eriksen che sembrava sul piede di partenza, passando per la spina dorsale formata da Skriniar, De Vrij, Bastoni, Brozovic e Barella.
L’Inter è campione d’Italia ed è il degno e giusto coronamento di un percorso iniziato cinque anni fa.
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