Sesso e pandemia: sopravvivere alla singletudine

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Una vita sessuale poco attiva?

Non è difficile. Un caffè, una cena, una passeggiata. Una chiacchierata, una scintilla.
Se si instaura una certa complicità, fa inevitabilmente capolino il desiderio sessuale.
In un mondo non ancora sconvolto dal Covid-19, essere single non significava necessariamente avere una vita sessuale poco attiva. Dedicarsi interamente a se stessi o cogliere le più varie opportunità per conoscere nuove persone, era una scelta del tutto libera.
Come abbiamo ormai ben compreso, però, il Covid-19 ha sovvertito l’ordine delle cose.
Sesso e pandemia: è quasi un ossimoro.
In che modo questo periodo storico ha impattato sul modo di vivere la sessualità da single?

Il bisogno di fare sesso

Diciamolo chiaro e tondo: tutti gli esseri umani hanno bisogno di fare sesso.
Non a caso, il sesso è alla base della piramide dei bisogni, proposta da Abraham Maslow nel 1954.
L’attività sessuale si configura come una necessità fisiologica, al pari dell’alimentazione, della respirazione o del sonno.
La componente biologica è, quindi, innegabile. Persino nella scelta del partner siamo guidati da istinti e da reazioni chimiche che sfuggono al nostro controllo.
Tuttavia, l’idea stessa di sessualità sottende quella di socialità e di incontro.
Se è vero che chi fa da sé fa per tre, è pur vero che il calore di un altro corpo umano risulta indispensabile, soprattutto nel lungo periodo.

A confermare l’importanza dell’aspetto sociale e psicologico del sesso, è anche uno studio in due fasi pubblicato nel 2007 dal titolo Why human have sex“.
Gli psicologi Cindy M. Meston e David M. Buss, che hanno condotto l’indagine, hanno evidenziato quattro principali categorie di motivi che spingono gli esseri umani a fare sesso.
Innanzitutto, vi sono i motivi fisici: si pensi alla ricerca del piacere o alla desiderabilità fisica.
Sono presenti, allo stesso modo, motivi legati alla sfera sentimentale e al rafforzamento della propria autostima.
Il sesso viene, inoltre, riconosciuto come un modo per consolidare un certo status sociale o, in alcuni casi, addirittura per raggiungere degli obiettivi.

Sesso e pandemia. Un binomio impossibile?

In un mondo in cui il contatto fisico è bandito, è molto probabile che la sessualità subisca profondi mutamenti. Questa probabilità aumenta, qualora non si abbia un partner fisso.
Fra sesso e pandemia c’è un denominatore comune: la necessità. Necessità di vivere momenti di intimità così come necessità di rinunciarvi per salvaguardare la propria ed altrui salute.
Quanto è difficile coniugare le due esigenze? In questo periodo molti fra di noi sono diventati dei maestri.

C’è chi si è reinventato, trovando nuovi modi per vivere la sessualità. C’è anche, però, chi ha subito un forte calo del desiderio.
Del resto, quest’ultima eventualità è perfettamente comprensibile. La riduzione, per cause di forza maggiore, delle occasioni pratiche di incontrare persone potenzialmente attraenti, ha avuto sicuramente i suoi effetti.
Secondo uno studio condotto dalla Società Italiana di Andrologia, durante il primo lockdown ben 6 uomini su 10 hanno rilevato disfunzioni sessuali. In alcuni casi, esse non si sono risolte con la fine della quarantena.

L’eros, però, è stato turbato; ma non distrutto.
Molti non hanno rinunciato alla compagnia, seppur virtuale. Secondo alcuni dati, la scorsa quarantena ha visto il picco di utilizzo delle app di dating, come la celebre Tinder.
Potremmo dire che di necessità si sia fatta virtù.
Attraversare i vari lockdown da single non è impossibile: basta approfittarne per sperimentare qualcosa di diverso: che sia in solitudine o con persone di fiducia. Potrebbe rivelarsi decisamente divertente!

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