A Napoli si poteva lucrare anche sulle denunce. Il settequarela faceva questo proprio di mestiere
Il partenopeo è capace di ricavare denaro dai mestieri più incredibili, come nel caso del mozzonaro, che rivendeva il tabacco ricavato dai mozziconi di sigari e sigarette raccolte per strada.
Un’altra figura interessante è il settequarela, anche conosciuto come sette quarele.
Settequarela: accusatore di professione
Il sette quarele, sette querele in italiano, era chiamato in questo modo perché il lavoro consisteva nel denunciare gli altri.
Questa pittoresca figura, a metà tra un accusatore e un informatore, deve avere avuto il suo periodo d’oro tra il Vicereame spagnolo e il Regno borbonico.

Periodo durante il quale le Forze preposte all’Ordine pubblico, volendo utilizzare una terminologia moderna, erano costrette ad utilizzare anche la bassa manovalanza per mantenere l’ordine tra i vicoli partenopei.
Gente di ogni tipo poteva così fare di professione il denunciante: si toglievano di mezzo, legalmente, nemici o avversari, guadagnando al contempo un bel po’ di soldi.
Nel corso del tempo questa parola è diventata sinonimo di spione, intrigante, malevolo.