Mostra alla National Gallery di Londra: il valore del peccato nella creazione artistica
Sin: peccato e arte alla mostra della National Gallery. Nei mesi di dicembre e gennaio, la National Gallery di Londra aprirà le porte alla prima grande mostra del Regno Unito sul tema del peccato. Dopo alcuni mesi di chiusura, il museo offre ai suoi visitatori un’esposizione che, attraverso un itinerario artistico complesso e profondo, si presta ad una rinnovata riflessione sull’universalità dei valori individuali in un momento di crisi morale e materiale per l’intera umanità.
Sin: peccato e arte alla mostra della National Gallery di Londra
Nel corso della mostra, concepita e organizzata intorno al tema del peccato, verranno selezionati ed esposti 14 capolavori della creazione artistica.
Le opere si pongono lungo una linea temporale che, a partire dal Rinascimento, attraversa i secoli successivi per approdare all’età contemporanea. Sulle pareti della galleria sarà possibile ammirare opere come quella del pittore rinascimentale Lucas Cranach il Vecchio, accanto all’originale grafica al neon di Tracey Emin; oppure le raffigurazioni satiriche di William Hogarth e le serigrafie di Andy Warhol. Sebbene si tratti di opere artistiche diverse e distanti nel tempo e nello spazio, esse sono ispirate al medesimo tema declinato nelle sue varie manifestazioni. Recando con sé il messaggio di un’umanità rimasta sostanzialmente immutata.
Sin: il peccato come trasgressione morale
Il peccato ha da sempre alimentato, molto più delle virtù stesse, l’immaginazione di artisti e poeti. L’originalità di queste creazioni artistiche risiede nella loro capacità di aver infranto le regole imposte dal codice socio-morale e dalle istituzioni dello Stato, della Chiesa e della tradizione.
Il tentativo di alcuni artisti di rompere gli schemi e di manifestare le paure e i desideri umani più profondi ed inespressi è stato spesso ostacolato da critici e istituzioni, attraverso modifiche forzate o censure.
Il peccato nelle sue manifestazioni artistiche alla mostra della National Gallery
L’opera Adamo ed Eva di Lucas Cranach il Vecchio offre un’interpretazione del peccato legata alla tradizione cristiana.
I due personaggi sono rappresentati nell’atto di assaggiare il frutto dell’albero della Conoscenza. La seduzione del peccato diventa centrale nella raffigurazione, ponendo in secondo piano il significato e le conseguenze della trasgressione della legge divina. Su un versante analogo, ma concepito in chiave moderna, si colloca la satira di Hogarth. Attraverso un ciclo di opere ispirate alla riproduzione di una società corrotta e immorale, l’artista delinea in Le Tete à Tete il profilo di una relazione coniugale votata al tradimento e alla dissoluzione. Acquista i caratteri di un vero e proprio cartellone pubblicitario la serigrafia Repent and Sin No More! di Andy Warhol. I caratteri cubitali della stampa sembrano invitare il lettore alla vergogna e al pentimento. Un ultimo avvertimento che allude al dissidio interiore di un artista diviso tra fede e colpa.
La relatività della colpa
Le avanguardie artistiche del Novecento hanno portato con sé un’ondata di trasgressione e di rifiuto verso ideologie e credenze tradizionali, sfidando il proprio tempo e introducendo valori e idee che ancora oggi, in alcuni contesti, faticano ad essere riconosciute e accettate. È anche per questo motivo se oggi il concetto di peccato, inteso come una sorta di dogma da imporre alla società in modo coercitivo, sia completamente scomparso. Tuttavia, i dogmi e le credenze del passato sono stati sostituiti nel tempo da stereotipi e pregiudizi, che opprimono l’individuo e ne condizionano il ruolo nella società. Senza rendercene conto, lo spirito di trasgressione ci ha indotto a creare nuovi dogmi. Quando invece dovremmo esprimere la nostra libertà attraverso la conoscenza e la creazione artistica.