Sindrome dell’epoca d’oro: il fatale sentimento di essere nati tardi

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Cause, sintomi e diagnosi della sindrome dell’epoca d’oro, la “malattia” dell’animo umano che ci convince di essere nati troppo tardi

Più volgarmente è la filosofia del “si stava meglio quando si stava peggio”, tecnicamente, parliamo di sindrome dell’epoca d’oro.

Per Federico Garcìa Lorca, era la nostalgia terribile di una vita perduta, per Orazio si concretizza nel laudator temporis acti, Woody Allen ne fa un film. In tedesco è Fernweh e in finlandese è Kaukokaipuu.

Di cosa si tratta?

La sindrome dell’epoca d’oro è una “malattia” connaturata dell’animo umano, la mitizzazione di un glorioso passato ormai perduto:
la proiezione della propria insoddisfazione in un tempo mai vissuto in cui rifugiarsi e su cui fantasticare.

È l’idea errata che un diverso periodo storico sia migliore di quello in cui viviamo.

Sindrome dell’epoca d’oro, chi ne è affetto?

Quelli che vivono nel passato, che credono che sarebbero più felici se vivessero un’epoca lontana

Woody Allen, Midnight in Paris

Vivere nel passato non è che un’illusione estesa a tutti gli esseri umani, dettata dal fatto che il presente ci risulta essere un po’ insoddisfacente.

La sindrome dell’epoca d’oro è una malattia diffusa, più di quanto non si pensi: è raro trovare qualcuno che si trovi realmente a proprio agio nell’età in cui vive.

L’idealizzazione di un’epoca lontana è comune a tutti i popoli e a tutte le epoche: perfino Cicerone si rammaricava di non essere nato qualche secolo prima per poter andare a braccetto con Catone il Censore.

Vogliamo ricostruire tutto il mondo scomparso, da cima a fondo, anima e corpo [..] Abbiamo cercato il passato ovunque il passato respira

Edmond e Jules De Goncourt

Nostalgia è negazione

Questa sindrome è legata a doppio filo con la nostalgia.

Ci sono i nostalgici di un posto, un luogo, di qualcosa che non tornerà mai e che non abbiamo mai potuto conoscere. Di un’immagine, di un paesaggio ed una musica che possiamo solo immaginare ma che non potremo mai afferrare.

L’uomo si rende conto però che l’idealizzazione di un’epoca lontana, mai vissuta e per questo perfetta da ricreare secondo i propri desideri e le proprie necessità, è solo una forma di negazione. 

Citando ancora una volta Allen, la nostalgia è dunque negazione, la negazione di un presente infelice

Questa emozione riguarda il nostro modo di stare al mondo: fa vivere la sensazione di poter avere un’alternativa alla contemporaneità.

La sindrome dell’epoca d’oro quindi, non è altro che un difetto dell’immaginario romantico di quelle persone che trovano difficile cavarsela nella vita di tutti i giorni.

La cura (se necessaria)

J.K. Rowling, scrive che non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere.

Bisogna sicuramente prendere atto che si tratta di un qualcosa di concretamente irrealizzabile, una vera e propria fuga dalla realtà, dal momento che c’è sempre un passato più passato degli altri in cui riporre le nostre aspettative. 

Ma nessuno può vietarci di trovare un compromesso tra ieri e oggi… magari acquistando qualche capo vintage!

E tu, in che epoca avresti voluto vivere?

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