Stephen King e la profezia in “L’ombra dello scorpione”

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Il romanzo del re dell’horror, spaventa più per la sua attualità che per la trama. Dal libro di Stephen King verrà tratta una serie CBS, The stand

Nel 1974 veniva dato in stampa un romanzo, opera dell’allora emergente, ma non novellino, Stephen King: uno degli scrittori più prolifici che ha sfornato circa ottanta successi editoriali, di cui la metà gode dell’adattamento cinematografico. Il re dell’horror aveva scritto infatti L’ombra dello scorpione (originale The stand), romanzo distopico che assume, per certi versi, un valore premonitore.

Spartiacque tra i fans che osannavano il romanzo ed altri che lo consideravano opera minore, L’ombra dello scorpione non ricevette grande plauso da parte della critica. Tuttavia, a rileggerlo oggi in epoca di Covid, questo capolavoro finisce per mettere i brividi forse più degli altri; proprio perché estremamente attuale. Al punto che la CBS ha deciso di trarne la nuova serie The stand, ispirata al romanzo e in onda in Italia a partire da gennaio.

La trama

La trama è semplice (e agghiacciante): un’arma batteriologica, sfuggita alle mani dell’esercito, viene rilasciata nell’ambiente circostante. Il virus genera una pandemia che uccide circa il 99% della popolazione americana. La quindicina di superstiti si ritrova ad avere sulle proprie spalle il peso della nuova umanità, da fondare sulle ceneri (ancora troppo calde) della precedente. È nel contesto di quest’estinzione di massa che si inserisce la lotta tra Bene e Male, assai ricorrente nelle opere di Stephen King.

Il gruppo di sopravvissuti, di “immuni”, deve rispondere a nuove logiche e scegliere un leader a cui affidarsi. Una prima parte segue la veggente ultracentenaria Mother Abigail, la luce, mentre una seconda parte decide di ricalcare le orme di Randall Flagg, l’oscurità e personaggio ricorrente nelle altre. La prima ha intenzione di dare vita a una società utopica nel Colorado; il secondo – personaggio ricorrente in varie opere di Stephen King – è invece un tiranno che vuole fondare una specie di monarchia a Las Vegas.

I temi dellopera

Una incarna il Bene, l’altra il Male. Lo scontro tra le due forze – uno dei leitmotiv della poetica di Stephen King – rappresenta in realtà un piano su cui si svolge l’azione, un trampolino che serve agli altri temi per tuffarsi in un mare che ospita il senso di appartenenza e quello di remissione ad una causa. A un livello più profondo, si trovano infatti tutta una serie di interrogativi tipici non solo di alcune discipline che studiano da sempre l’uomo – come antropologia e sociologia –, ma che si rivelano estremamente attuali nei tempi che ci troviamo a vivere.

Cosa potrebbe succedere se all’improvviso l’uomo avesse la possibilità di non rispettare più la legge, le norme civili e sociali e potesse essere libero di comportarsi come meglio crede, per proteggere la sua vita? Un tema, questo, che ha molto stuzzicato la fantasia di tantissimi autori prima e durante la pandemia. Lo scopo era di esaminare il confine sottile che separa l’uomo dalla bestia e quello, ancora più fino, che divide bene e male. Cosa spinge infatti un gruppo o una persona a seguire un leader piuttosto che un altro? Si tratta di una scelta basata sul caso, sulla predisposizione naturale o sul destino? Il Bene e il Male esistono dentro di noi e lottano costantemente, oppure no?

Il male secondo Stephen King

Stephen King ragiona sul male da tutta la vita: con Carrie, It, Shining, Pet Sematary, per citarne alcuni. Per lo scrittore, la lotta tra Bene e Male rappresenta soltanto un travestimento che mette in primo piano altre problematiche atroci di carattere etico e sociale. Per King il male è intorno a noi e dentro di noi.

Con riferimento al caso Ted Bundy – definito da Polly Nelson «la precisa definizione del male» – King aveva affermato che era assurdo cercare un colpevole nella madre o in altri agenti esterni. Quel tipo di malvagità faceva parte della natura di Bundy fin dall’inizio, come fa parte della natura di molti di noi. Ciononostante, il male resta comunque uno dei grandi misteri dell’umanità e cercare di sondarlo è l’unica possibilità per ascoltare un’umanità che non vuole più avere paura.

Lombra dello scorpione come profezia del Covid

Il mondo dell’Ombra dello scorpione inscena un panorama urbano ingombrato da auto piene di cadaveri, persone che stavano provando a scappare dal contagio e dall’estinzione. Davanti alla visione post-apocalittica, i sopravvissuti si chiedono come fondare la nuova umanità. Come ricevere assistenza e ricovero se tutti i medici in grado di salvarti sono fuori uso? Quanto dura il cibo prelevato in seguito all’assalto dei supermercati (flashback del nostro primo lockdown, in cui intere scorte di lievito erano come volatilizzate dalla faccia della Terra)?

Terrore e ansia, magistralmente trasmessi nel romanzo, saranno protagonisti anche nella nuova serie della CBS. Non ci resta che attendere il 2021 e goderci il nuovo prodotto concepito dal genio di Stephen King, in un clima in cui – si spera – il Covid sarà sempre più lontano.

Fino a che punto l’uomo è disposto a spingersi per mettersi in salvo?

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STEFANO POPOLO

CEO & Founder

Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.

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