Dopo 15 anni di silenzio, il gruppo System Of A Down ritorna con due nuovi brani
Il 6 novembre 2020 i System Of A Down ritornano con due nuovi brani “Protect The Land” e “Genocidal Humanoidz”, a distanza di 15 anni dagli ultimi album usciti nel 2005: Hypnotize e Mezmerie.
Chi sono?
I System Of A Down (acronimo SOAD), sono un gruppo musicale americano nato nel 1994. Il loro genere è Alternative Metal e Hard Rock. La band è composta da 4 persone: cantautore Serj Tankian, batterista John Dolmayan, chitarrista e cantautore Daron Malakian e bassista Shavo Odadjian. Dal 2006 al 2010 il gruppo non si fece più sentire, comparvero solo nell’anno successivo.
I System Of A Down nei loro brani trattano spesso di argomenti politici, per difendere le giustizie sociali. Infatti i membri discendono tutti dal genocidio armeno, che avvenne nel 1915.
Il loro nome tradotto letteralmente è “Sistema di sotto”, ma ha un significato più profondo… Nasce dall’unione del vocabolo “System” e dalla poesia “Victim of a Down”. Serj ha voluto sostituire Victim con System per intendere proprio una società, una fascia più ampia.
Perché questo ritorno?
I System Of A Down ritornano nel 2020 pubblicando due brani: Protect the land e Genocidal Humanoidz. I brani sono disponibili sulla loro pagina ufficiale Bandcamp. Ma da cosa è dato questo ritorno?
La band è stata emotivamente colpita dal conflitto, iniziato a settembre del 2020 e ancora in corso, tra Artsakh e Azerbaigian; noto anche come “guerra nel Nagorno-Karabakh“. Si tratta di un conflitto armato tra le forze azere e armene per la conquista del Nagorno Karabakh (una regione nel Caucaso meridionale).
I profitti ricavati dalla vendita dei brani e dalla nuova collezione di merchandising, saranno consegnati in beneficenza all’organizzazione Armenia Fund per le vittime colpite dalla guerra.
I System Of A Down hanno affermato con un post su Instagram:
“La libertà di parola non è qualcosa di cui godono tutti, ma qui sì, quindi parte di quella responsabilità è far uscire la verità ogni volta che è possibile. Siamo qui per proteggere la nostra terra, per proteggere la nostra cultura e per proteggere la nostra nazione. Non è il momento di chiudere gli occhi. Come SOAD, questa è stata un’incredibile occasione per mettere tutto da parte e parlare per la nostra nazione, come quattro ragazzi armeni.”
Ovviamente come portatori di giustizia dovevano denunciare le atrocità della guerra, quale miglior modo se non farlo con la loro musica?