Documentario originale Netflix a sfondo drammatico. “The social dilemma”: la denuncia dell’impatto dei social network nella società
Un documentario diretto da Jeff Orlowski, che vi farà aprire gli occhi sulla realtà distorta in cui viviamo. Uscito in Italia a Settembre, the social dilemma condanna duramente i social network, la durata è di 1h e 34min.
Il film si divide in due filoni, che si susseguono alternandosi.
Il primo narra la vita quotidiana di una famiglia, composta dai genitori, il protagonista Ben, la sorella (l’unica a non abusare dei social network) e la sorellina più piccola che a soli 11 anni dispone già di un cellulare.
Il secondo comprende tutte le interviste dei programmatori: Tristan Harris, consulente design digitale di Google e cofondatore del Center for Humane Technology; Justin Rosenstein, inventore del tasto “mi piace” di Facebook e Jaron Lanier, fondatore della realtà virtuale.
Perché si dovrebbe vedere The Social Dilemma
L’inizio si apre con una celebre frase di Sofocle:
“Nulla che sia grande entra nella vita dei mortali senza una maledizione”
I programmatori, inizialmente pensavano che i social fossero una risorsa al servizio del bene, ma ad oggi non la pensano così.
Dobbiamo capire che siamo manipolati e che l’uso dei social sta portando la società a un regresso, di questo passo si arriverà a un punto di non ritorno. La generazione Z (i nati tra il 1995 e il 2010), è l’ultima che saprà com’era la vita prima che i social prendessero il sopravvento.
Molti affermano che siamo passati paradossalmente all’era della disinformazione, questo perché ci basiamo solo su ciò che leggiamo in internet, ma spesso le informazioni riportate possono essere fake news.
Il pericolo delle fake news
Le fake news sono notizie false o inventate, con l’intento di disinformare, ma comportano conseguenze gravi. Per esempio, quando ha iniziato a diffondersi il Coronavirus, si sono create teorie false: gli animali portano il virus, il governo che vuole riportare la dittatura, fare uso di cocaina può combattere il virus ecc.
Il problema può nascere in futuro, quando l’algoritmo di internet ci farà passare come vera una notizia falsa sulla quale non siamo ben informati. L’intelligenza artificiale non sa distinguere ciò che è vero o falso.
I programmatori non volevano tutto questo, ma le teorie complottistiche e le notizie false, fanno guadagnare di più le aziende.
L’interesse è solo il profitto. Si crea un algoritmo, però si sviluppa da solo e nessuno può capire come si evolverà. In pratica, non siamo noi che controlliamo i sistemi, ma viceversa.
Social network: dipendenza e manipolazione
Siamo motorizzati, in base alle ricerche che facciamo o per quanto tempo osserviamo una foto; queste informazioni servono per costruire dei modelli che predicono le nostre azioni. Così funzionano le sponsorizzazioni, è come se fossimo un prodotto manipolato dall’algoritmo.
Le persone pensano a proteggere i loro dati, però i social network hackerano la psicologia. Si chiama tecnologia persuasiva: modificare il comportamento degli utenti per creare un’abitudine inconscia (per esempio aggiornare la home di Facebook); così si crea una dipendenza.
Non pensate di essere deboli, anche i creatori delle app sono dipendenti da essi. I social network sono paragonabili alle droghe, perché rilasciano dopamina (come quando ci arrivano le notifiche).
La dipendenza dai social provoca problematiche serie, poiché prendono il controllo dell’autostima. Non ci sentiamo accettati se a una foto non raggiungiamo tanti like, pensiamo di doverle modificare, così si crea uno standard irrealistico di bellezza alla quale tutti ambiscono. Si crea un senso di vuoto dentro di noi, aumenta l’ansia e la depressione, ci sentiamo inferiori, come se non valessimo abbastanza e nel peggiore dei casi si arriva al suicidio.
Il feedback influenza il tuo umore. Ti sembra giusto che un social ti faccia sentire così?
Cosa preoccupa i programmatori?
La società è una minaccia esistenziale, perché fa fuoriuscire il peggio di sé attraverso la tecnologia. Si potrebbe arrivare a una guerra civile e si rovinerà l’economia globale. L’ignoranza ci distruggerà.
La tecnologia potrebbe anche sostituirci, nei posti di lavoro o nelle interazioni sociali.
I social network possono incitare all’odio e violenza, razzismo, omofobia, addirittura manipolare le campagne elettorali. I politici stanno facendo leva su questo e potremmo pentirci del nostro voto.
La democrazia crollerà a causa di una crisi di sfiducia.
Come combattere i social network
Tutto è nato creando positività, ma sta sfociando in una distruzione sociale, dove in futuro potranno pagare le nostre vite. Gli unici ad essere protetti sono le aziende miliardarie.
Alcuni consigli che offrono i programmatori sono: disattivare le notifiche, stabilire un tempo di utilizzo, non dare dispositivi ai bambini e non iscriversi sui social fino al liceo, prima di condividere i dati assicurarci che siano notizie vere, non vedere i suggerimenti dei video, piuttosto scegliamo noi cosa vedere e soprattutto siamo aperti a ogni punto di vista.
Il film si conclude con il link di un sito, dove si apre un dibattito per cercare una soluzione: TheSocialDilemma.com