Con la cerimonia d’apertura, sono iniziati ufficialmente i Giochi più discussi della storia. I primi in un anno dispari. Che siano sinonimo di fortuna?
E’ il 24 marzo 2020 quando il CIO, Comitato Olimpico Internazionale, annuncia al mondo intero, il rinvio al 2021 della XXXII edizione dei Giochi Olimpici per la pandemia causata dal Covid-19. Tale decisione costringe il Comitato Olimpico a celebrare, per la prima volta nella storia, la massima manifestazione sportiva in un anno dispari. Della serie: il virus ha già riscritto la storia.

Così, corre l’anno 2021. Siamo ad aprile: mentre il Giappone è alle prese con la quarta ondata del Coronavirus e con misure di sicurezza che diventano sempre più stringenti; CIO, Comitato Organizzatore e Governo metropolitano di Tokyo sono irremovibili: “Questa Olimpiade s’ha da fare”! Roba da far impallidire persino Don Abbondio, a proposito di un matrimonio che non deve celebrarsi.
A maggio, dopo che nella capitale giapponese viene proclamato il quarto lockdown, il sostegno a Tokyo 2021 diventa tema polarizzante: circa il 72% dei nipponici si dichiara ostile all’organizzazione dei Giochi, preoccupati dal fatto che l’Olimpiade possa costituire un veloce mezzo di contaminazione. Per di più la fiducia dei cittadini nei confronti del Governo è ai minimi storici: il partito del premier Yoshihide Suga, non è mai sceso così in basso nel gradimento (35.9%) ed è ritenuto incapace di fronteggiare la nuova ondata del virus che ha colpito il paese. In tanti chiedono il siluramento di molti ministri.
Ma ancora una volta, zero tentennamenti. Il Presidente del CIO, Thomas Bach assicura: “La cancellazione dei Giochi non è contemplata. Il rischio di una trasmissione del virus dalle delegazioni straniere alla popolazione è pari a “zero”.
Parole sante! Così il Covid ringrazia e arriva al Villaggio Olimpico, con buona pace di Bach.

Arriviamo ai giorni nostri. La crescita dei contagi rischia di compromettere in modo consistente le competizioni stesse. I due calciatori sudafricani risultati positivi all’interno del Villaggio sono il caso più clamoroso ma tutt’altro che isolato. Nelle ultime 24 ore, 10 nuove positività si aggiungono ai 58 casi precedenti tra gli addetti ai lavori arrivati in Giappone. Per non parlare delle decine di atleti, che hanno cancellato la loro apparizione o sono stati forzati a un lungo isolamento, perché risultati in contatto con una persona positiva o positivi a loro volta.
Insomma, neppure il tempo di iniziare che già la situazione è diventata complicata da gestire.
A rincuorare tutti, questa volta, ci ha pensato Toshiro Muto, Capo del Comitato Organizzativo: “Abbiamo avuto una riunione l’altro giorno in cui è stato detto che continueremo a monitorare la situazione. Non possiamo prevedere cosa accadrà con i casi di coronavirus, ma se l’infezione si dovesse diffondere ulteriormente dovremmo nuovamente consultarci”.
Di seguito la traduzione di quanto espresso.

Non solo il Covid, tutti i guai di Tokyo 2021
Che queste Olimpiadi non siano nate sotto una buona stella è semplice intuirlo; tutto quello che sta accadendo, però, non può esser partorito nemmeno dalla contorta mente di Stanley Kubrick.
Dalle accuse di stupro e di bullismo, al sollevatore di pesi scomparso, alla Toyota che fa marcia indietro un attimo prima della cerimonia inaugurale; è evidente che l’aumento dei contagi all’interno del Villaggio Olimpico non è l’unico danno d’immagine subito dai Giochi di Tokyo 2020.
Di sicuro l’episodio più grave è il recente arresto di un membro dello staff olimpico di nazionalità uzbeka, accusato di aggressione sessuale ai danni di una collega giapponese.
Alla popolarità dei Giochi non ha contribuito nemmeno la polemica legata al bullismo che ha costretto alle dimissioni il compositore Keigo Omayada, in arte Cornelius, la cui musica è stata parte fondamentale della colonna sonora della cerimonia d’apertura. In un’intervista del 1994, il musicista si era vantato di aver umiliato e bullizzato uno studente disabile quando andava ancora a scuola.
Nel frattempo, per gli amanti del thriller, è ancora mistero sulla sorte di Julius Ssekitoleko, un sollevatore di pesi ugandese scomparso dall’area riservata alla sua squadra, dopo aver lasciato un biglietto nel quale spiegava di voler cercare lavoro nel Paese. Il ventenne non era riuscito a qualificarsi e sarebbe dovuto tornare in Uganda questa settimana. Dopo tre giorni di ricerche, la polizia non è ancora riuscita a localizzarlo.
Come se non bastasse, gli sponsor hanno iniziato a consultare esperti per valutare il danno di immagine che risulta dall’essere collegati ai Giochi. Ha stupito tutti la scelta della Toyota che, a poche ore dalla cerimonia d’apertura, ha deciso di non mandare più in onda gli spot televisivi con gli atleti per i Giochi Olimpici. La casa automobilistica non vuole lo scontro frontale con il suo popolo, né che i consumatori associno il suo nome alla bandiera di Tokyo 2020: “Ci sono molti problemi con questi Giochi che si stanno rivelando difficili da comprendere” – fanno sapere fonti interne.

La verità, a dirla tutta, è che quest’Olimpiade sembra rispondere ad una solo legge, quella di Murphy.
Ma se è vero, però, che coltivare l’ironia può semplificarci talvolta la vita, ecco perché tra Covid e polemiche la spuntano come sempre i meme.