Il piacere segreto dei like
Vi siete mai domandati perché trascorriamo tanto tempo ed impieghiamo così tante energie nel curare il profilo della propria pagina sui social network?
Molti risponderanno certamente che la ragione risiede nel desiderio di condividere eventi e foto con gli amici, nel tenersi sempre aggiornati o nel promuovere al meglio la professione che si svolge. O che questo riguarda esclusivamente certi personaggi esuberanti e “narcisisti” che tanto ci divertiamo a commentare.
Vero, ma non completamente.
Narcisismo?
Uno studio recente realizzato su un campione di 570 giovani da un team di ricercatori universitari ha effettivamente confermato che un numero elevato di post è correlato con la presenza di tratti narcisistici di personalità, in particolare per quanto riguarda la pubblicazione dei famigerati selfie (Boursier et al; 2020).
L’aumento dei like e dei commenti incentiva la pubblicazione di altre foto, come in un palcoscenico dal pubblico fantasma davanti al quale il narcisista si esibisce e soprattutto nel quale vede rispecchiata ed amplificata la propria immagine.
In realtà è stato anche messo in evidenza che i narcisisti palesemente tali o “grandiosi” tenderebbero a fare meno uso dei social network in quanto più propensi a ricercare consenso apertamente, nelle relazioni reali; i narcisisti “covert” o insicuri sarebbero invece utilizzatori più assidui in quanto più inclini alla protezione offerta dalle interazioni virtuali (Casale, Fioravanti, Rugai, 2016).
Dipendenza?
Tuttavia, altre ricerche hanno mostrato che questo fenomeno non riguarda solo una cerchia ristretta di individui ma una mole notevole di persone. In particolare i giovani compresi nella fascia di età tra i 15 ed il 25 anni sembrerebbero fare utilizzo dei social perché assuefatti dal piacere che questo genera.
In che modo?
Una ricerca realizzata presso l’università di Harvard ha ipotizzato che potrebbe esserci un legame tra il parlare di sé e le aree del cervello adibite al rilascio di ormoni associati all’esperienza del piacere.
Il centro della ricompensa è un’area del cervello che si attiva a seguito di stimoli piacevoli (cibo, sesso, alcool e fumo) producendo dopamina, la molecola del piacere. Questo meccanismo potrebbe indurre a ripetere il comportamento, in modo tale da rivivere l’esperienza emotiva e fisiologica del piacere.
Nel caso dei social network, il meccanismo della ricompensa sembra seguire il modello del gioco d’azzardo e, nello specifico, delle slot machine.
Quando, dopo aver pubblicato un certo contenuto, ci capita di stare lì in attesa di un commento o di un like che possa dimostrare che quel post ha ottenuto consenso, attuiamo un controllo costante. Al più piccolo segnale non solo il nostro cervello tenderà a rilasciare dopamina ma ci indurrà a pensare già al post seguente, in vista di ottenere nuovamente piacere. Maggiori saranno le volte in cui abbassiamo la leva, maggiori saranno le possibilità di vincere. Maggiori saranno le foto o i post pubblicati, maggiore sarà la possibilità di sperimentare ancora una volta quella scarica di piacere.
O magari…no
Insomma l’alternativa è tra l’essere narcisisti e l’essere dei drogati alla ricerca della dose quotidiana?
Conclusione semplice ma inesatta: l’utilizzo massiccio dei social network da parte dei giovani risponde anche alla naturale necessità di ottenere un riconoscimento sociale. Riconoscimento che, prima fornito esclusivamente dal gruppo di amici in carne ed ossa, ora è supportato anche dal gruppo di amici e conoscenti virtuali.
Quindi, anche se potrebbe stuzzicarvi l’idea di poter finalmente supportare la tesi che quel conoscente di turno che pubblica contenuti ad intervalli regolari e sempre più striminziti sia davvero pazzo, forse potrebbe essere più stimolante mettervi alla prova. Quanto tempo riuscireste a tollerare senza allarmarvi se i vostri contenuti fossero sistematicamente ignorati?
Forse zero, forse una, forse infinite volte: l’importante è che voi ne siate consapevoli.
Bibliografia
Boursier V. & Gioia F, Griffiths M.D. (2020). Selfie-engagement on social media. Pathological narcisism, positive expectation and body objectification. Which is more influential?. Addictive Behaviors Reports, 11.
Casale S., Fioravanti G., Rugai, L. (2016). Grandiose and vulnerable narcissists: who is at higher risk for social networking addiction?. Cyberpsychology, behavior and social networking,8.
Tamir, D. & Mitchell J. (2012). Disclosing information about the self is intrinsically rewarding. Proceeding of the national academy of sciences of United States of America.