Uccelli del lago Stinfalo: 6° Fatica di Ercole

Ercole che abbatte gli uccelli del lago Stinfalo

Come sesta Fatica il figlio di Zeus fu costretto ad affrontare i temuti Uccelli del lago Stinfalo, con becco, artigli e ali di bronzo

Euristeo decise di affidare al cugino Eracle un compito molto difficile come sesta Fatica: il più celebre tra i semidei avrebbe dovuto eliminare, o almeno scacciare, gli Uccelli del lago Stinfalo, una palude incassata tra i monti del Peloponneso

Origini degli Uccelli del lago Stinfalo

Uccelli molto speciali, sacri secondo alcuni ad Ares secondo altri ad Artemide, dotati di ali, becco e artigli di bronzo. Sembra che giunsero nel Peloponneso per sfuggire ad un famelico branco di lupi. Tutte le fonti concordano sul fatto che giunti al lago Stinfalo, gli uccelli si riprodussero molto velocemente, diventando presto un pericolo per le persone che divoravano dopo averli uccisi. 

Il geografo Pausania, nella sua Descrizione della Grecia, così descrive le intemperanze di questi animali mitologici: 

Questi volano contro coloro che vengono a cacciarli, ferendoli e uccidendoli con i loro becchi. Ogni armatura di bronzo o di ferro che indossano gli uomini è trafitta dagli uccelli; ma se [gli uomini, N.D.A.] tessono una veste di sughero spesso, i becchi degli uccelli dello Stinfalo restano impigliati nella veste di sughero, proprio come le ali degli uccelli si conficcano nel vischio. Questi uccelli hanno le dimensioni di una gru e sono come l’ibis, ma i loro becchi sono più potenti e non storti come quelli dell’ibis”.

Atena offre un aiuto ad Ercole

Ad Eracle si presentò, da subito, una difficoltà inaspettata. Gli uccelli nidificavano in una palude che non poteva sopportare il peso eccessivo del semidio. L’eroe doveva trovare un modo per snidare gli insidiosi avversari. 

In suo soccorso giunse la dea Atena, una sorta di sorellastra per lui, visto che la dea della Sapienza era nata dalla testa di Zeus. Atena consegnò ad Ercole un crotalo, una sorta di strumento a percussione, realizzato appositamente da Efesto

Il semidio iniziò a battere lo strumento su una montagna vicino al lago Stinfalo così da sconvolgere  il finissimo senso dell’udito degli uccelli.

La vittoria del semidio

Questi ultimi, infastiditi dall’insopportabile rumore, iniziarono a volare da tutte le parte: fu in quel momento che Eracle iniziò ad abbatterli utilizzando frecce avvelenate, intinte nel sangue dell’Idra di Lerna

La maggioranza dei volatili morì in questo modo, ma una parte riuscì a rifugiarsi nel Mar Eusino, sull’isola di Aretias, dove avrebbero affrontato gli Argonauti in cerca del Vello d’Oro. A dimostrazione del successo conseguito, Eracle decise di portare al cugino Euristeo alcuni degli uccelli uccisi.

Print Friendly, PDF & Email
Ambasciator