Villa Lysis a Capri: il luogo consacrato all’amore e al dolore

Villa Lysis il luogo consacrato all'amore e al dolore

Villa Lysis, la straordinaria dimora del fu barone Jacques Fersen, ti metterà vis-à-vis con il lato eclissato dell’Isola Azzurra

Lontano dalla Piazzetta, dalla confusione, dalla folla e dal via vai di turisti in fremito dal poter camminare sull’isola che ha ospitato le più grandi celebrità dell’ultimo secolo, si erge nascosta ai più, Villa Lysis, ex proprietà del barone Jacques Fersen.

Se Capri ha ammaliato, o stregatoalcuni dei poeti, artisti, esteti più in voga, ci sarà un motivo.

L’Isola Azzurra è infatti la perfetta sintesi tra la vita attiva, quella dello struscio tra le vie dello shopping, della fila per il gelato da Bonocore, dell’aperitivo al tramonto al Faro o a Gradola e dei bar in Piazzetta, e quella contemplativa, delle passeggiate senza meta alla scoperta di piccoli eden naturali e non.

Il rifugio di un dandy francese che aveva voltato le spalle al mondo

Villa Lysis è unica nel suo genere, è un luogo sospeso, letteralmente. Sorge ai piedi della Villa Jovis, l’antica dimora dell’imperatore Tiberio, a cui l’architetto francese Edouard Chimot è probabile che abbia fatto riferimento per la realizzazione del progetto.

Secondo Norman Douglas, Fersen preferì quel posto agli altri non solo per la sua spettacolarità, ma perché remoto e allo stesso tempo vistoso

“La gente senza dubbio avrebbe chiesto chi poteva abitare, ed essersi costruito un palazzo in un posto simile; e allora avrebbe saputo che era il rifugio di un poeta francese, giovane e bello, che aveva voltato le spalle al mondo, disgustato per il modo crudele in cui lo avevano trattato i tribunali parigini. Si sarebbe parlato molto di lui”.

Era fomentato dall’alone di mistero e ammirazione che lo avrebbe avvolto una volta costruita la villa dei suoi sogni.

Oggi come allora, Capri doveva sembrare un luogo fuori dal tempo, capace di regalare emozioni molto profonde legate ad una natura antica e mitologica, che non è facile trovare altrove.

Villa Lysis: una dimora che non somigliasse a niente…

Villa Lysis è nascosta, ma non invisibile. Non si può di certo parlare di architettura organica, ma ad ogni modo tutto lo sfarzo della facciata e degli arredi -i pochi rimasti- non fa storcere il naso. 

La sua forza sta, a parte gli scorci mozzafiato, nel connubio tra classico e moderno, secondo il gusto neoclassico della mente che l’ha progettata: Jacques Fersen.

Fersen voleva che si edificasse una dimora che non somigliasse a niente, che non si rifacesse allo stile locale, bensì allo stile Luigi XVI.

Il dandy francese ha dato forma alle sue idee folli, ha concretizzato il suo voler vivere la vita come un’opera d’arte.
Si è esiliato volontariamente a causa degli scandali che lo avevano segnato nella Ville Lumiere, e ha trovato in Capri, il suo rifugio.

D’altronde non è stato né il primo né l’ultimo a restare stregato da questa “modesta” isola al largo di Sorrento.

Tu sei l’isola della luce, del languore e della quiete, o Capri! Tiberio ti ha scelta, Böcklin ti ha evocata e Wagner, inconsciamente, si è servito delle tue voci. […] E coloro che amano la luce vanno verso di te”.

Per lasciarsi alle spalle la morale della vecchia Europa che lo aveva condannato, Fersen ricostruisce un ambiente sfarzoso unendo la teatralità di un palazzo imperiale alle atmosfere di Maria Antonietta.

Fun fact: il barone era discendente dal lato paterno del conte von Fersen, affascinante nobile che doveva aver rubato il cuore di suddetta regina (e anche di Lady Oscar). È proprio grazie a questo legame che il fu Jacques D’Adelsward-Fersen abbandonò il primo cognome per motivo di vanto.

… ma con contaminazioni Liberty

Ad accogliere il visitatore che giunge a Villa Lysis vi è una scalinata, che conduce ad un porticato sorretto da quattro colonne scanalate e decorate con tasselli in oro e sormontate da capitelli di ordine ionico rivisitato. L’architrave in marmo bianco presenta incisa la scritta Amori et Dolori sacrum.

La costruzione di Villa Lysis termina nei primi anni del Novecento, quando in Italia si stava diffondendo lo Stile Floreale, o come più generalmente viene definito, Stile Liberty.

Non a caso splendidi mosaici e mattonelle dipinte di variegati colori, rappresentazioni floreali e forme geometriche adornano le pareti e le pavimentazioni sia delle stanze interne che delle terrazze a tuffo sul mare, da cui si può contemplare la costiera amalfitana e le montagne della Basilicata.

Roger Peyrefitte nella sua opera L’esule di Capri ci dà una descrizione molto precisa dell’interno di Villa Lysis:

Al piano di sopra, uno solo, c’era prima di tutto la camera di Nino, con una terrazza; poi la vasta camera di Jacques che terminava ad esedra, con tre finestre verso il golfo e tre verso il Monte Tiberio. Dall’altra parte del corridoio, una camera per gli ospiti […] e la sala da pranzo, servita da un montacarichi.

L’intero perimetro della villa è occupato dalla flora più disparata: Fersen creò una sorta di giardino pagano, collocando, al posto delle viti che con grande scandalo dei contadini aveva fatto sradicare, piante care all’una o all’altra divinità.
Alloro per Apollo, rose e mirti per Afrodite. Poi narcisi, camelie, azalee e orchidee invece delle buganvillee troppo comuni sull’isola.

Villa Lysis, à la jeunesse d’amour

Nell’anno MCMV questa villa fu terminata dal conte Jacques D’Adelsward Fersen e dedicata à la jeunesse d’amour, alla giovinezza d’amore.

Diede alla villa il nome di La Gloriette, poi cambiandolo quasi immediatamente in Villa Lysis. 
Liside era un giovane ateniese citato da Platone nel dialogo sull’amicizia e, secondo i moderni metri di giudizio, dell’amore omosessuale.

Fersen stesso viene infatti rapito da un giovane romano, Nino Cesarini: i due vivono a Villa Lysis una passione travolgente, in un’atmosfera basata sui piaceri, sulla libertà, sulla trasgressione.

Il rapporto con Nino però si incrina, e la parentesi priva di morale dedita ai piaceri della vita, finirà. Nino si sposa con una ragazza, lasciando una ferita profonda in Fersen, che entra in una spirale sempre più buia.

L’iscrizione antistante la villa riassume quindi fedelmente l’esistenza del conte: luogo consacrato all’amore e al dolore. Dolore che un cocktail di champagne e 5 grammi di cocaina, avrebbe spento definitivamente. 

Così metterà in scena l’ultimo atto della sua piècenella stanza dell’oppio all’interno della sua villa.

Il mare luccicava tranquillo, lontano…
delle canzoni si alzavano dal torcolo
sotto le viti, nella sera, dei mandolini
mormoravano agli amanti, melodiose note [..]
Io ho troppo sentita tutta questa quiete, 
questi incanti misteriosi,
od isola adorabile, 
per non aver conservato
nel profondo del cuore, durante l’assenza, 
tutta la vostra magia

Come raggiungere Villa Lysis

Villa Lysis è rimasta per decenni in pessime condizioni, ma grazie a dei restauri promossi dal Comune di Capri all’inizio degli anni duemila, è ora di nuovo aperta ai turisti.

Dalla Piazzetta Umberto I, percorrere Via Le Botteghe, poi Via Fuorlovado e Via Croce. Proseguire per Via Tiberio e imboccare Via Lo Capo.

Suggerimenti: per lasciarti incantare da tutte le bellezze che l’Isola ha da offrirti, invece di deviare per Via Lo Capo, proseguire per Via Tiberio, fermarsi al Parco Astarita per ammirare il panorama che mozza letteralmente il fiato, fare tappa a Villa Jovis e infine proseguire per la stradina sterrata a picco sul mare, fino a Villa Lysis. 

Non ve ne pentirete!

Consigliamo vivamente di accertarsi in anticipo sugli orari e i giorni di apertura/chiusura di Villa Lysis/Villa Jovis; evitare le ore di punta e munirsi di acqua e scarpe comode. 

PhotoCredit: @villalysis

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