Scopriamo insieme le diverse leggende concernenti il legame ancora forte tra Virgilio e la bella Partenope
I legami tra il poeta di origini mantovane Publio Virgilio Marone e Napoli sono molteplici. La madre dell’autore dell’Eneide, Màgia Polla, apparteneva alla Gens Magia, di origine campana.
La passione per l’epicureismo
Inoltre, Virgilio dopo il suo insuccesso come avvocato, dovuto alla sua timidezza, si trasferì proprio a Napoli (sicuramente dopo il 42 a.C.) dove frequentò la scuola filosofica epicurea guidata dai greci Filodemo di Gadara e Sirone.
A Napoli per ricominciare una nuova vita
Il secondo e più duraturo periodo campano avvenne dopo il 38 a.C., quando Virgilio riuscì ad ottenere dalla generosità di Gaio Cilnio Mecenate un podere come risarcimento per i terreni paterni espropriati dopo la battaglia di Filippi (42 a.C.).
Dopo questa vicenda bellica, il Secondo Triumvirato aveva infatti stabilito di distribuire diverse terre in Italia ai loro veterani.
Fu proprio nella splendida Campania che Virgilio concluse le Bucoliche e compose le Georgiche.
Morte di Virgilio e sua sepoltura
Il sommo poeta della latinità morì a Brindisi il 21 settembre del 19 a.C., probabilmente a causa di un colpo di sole.
I suoi resti furono riuniti in un’urna e trasportati a Napoli. Anche se l’urna, come vedremo a breve, scomparve durante il Medioevo, il tumulo che la custodiva è ancora visitabile: si trova nel quartiere di Posillipo, all’interno del Parco Virgiliano a Piedigrotta.
Sulla tomba è possibile leggere il celebre epitaffio in latino: “Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua rura duces”.
Traducibile in lingua italiana come: “Mantova mi generò, la Calabria mi rapì [la vita], ora Napoli mi conserva; cantai i pascoli, le campagne, i comandanti”.
Quest’ultimo passo si riferisce alle principali opere dell’autore mantovano: le Bucoliche, le Georgiche e l’Eneide.
La fortuna medievale
Su questa tomba che sembra sia stata progettata dallo stesso Virgilio seguendo proporzioni e forme pitagoriche, nacque un vero e proprio culto virgiliano.
I partenopei iniziarono a considerare il corpo del poeta come una sorta di vero e proprio scudo a difesa di Napoli contro ogni calamità o devastazione.
Prima di San Gennaro e dopo Partenope ci sarebbe stato Virgilio nel cuore dei napoletani.
La distruzione normanna
Sembra che siano stati i Normanni a disperdere le ossa di Virgilio nell’XII Secolo.
Un certo negromante inglese, Ludowicus, doveva trovare e disperdere le ossa del poeta latino in quanto simbolo delle libertà partenopee.
I napoletani avrebbero portato il corpo nell’antico Castellum Lucullanum, l’attuale Castel dell’Ovo, ma gli invasori nordici trovarono lo stesso le ossa e le dispersero.
Napoli aveva perso, temporaneamente, il suo Protettore.
Protezioni magiche virgiliane
Il corpo scomparve, ma i supposti poteri magici di Virgilio continuarono a sussistere nei cuori dei napoletani.
Nella tradizione esoterica partenopea è stato presente, per moltissimo tempo, il mito di Virgilio-Mago.
In questo caso, Virgilio non fu soltanto un grande poeta, ma anche un vero e proprio mago, i cui poteri erano al servizio della città di Napoli.
Un palladio, sorta di simulacro ligneo con il potere di difendere una città, era stato realizzato da Virgilio per Napoli.
Una protezione che durò fino a quando non fu rintracciato dal Vescovo e Cancelliere dell’Imperatore Enrico VI, Corrado di Querfurt (1160 – 1202), inviato come legato nell’Italia Meridionale.
Un Uovo a difesa di Partenope
Attorno al 488, il Castellum Lucullanum ospitò il corpo di San Severino, una situazione che comportò la trasformazione della villa romana in un monastero prima della fine di quel secolo.
Successivamente, questo luogo divenne un castello fortificato, nonché prigione per personaggi illustri, tra i quali troviamo Corrado di Svevia e Giovanna I d’Angiò.
Questa la Storia.
Secondo la Leggenda, invece, Virgilio avrebbe costruito il Castello edificandolo sopra un Uovo speciale, magico.
Napoli sarebbe crollata solo se fosse stato rintracciato l’Uovo e distrutto.
Per fortuna di noi napoletani, l’Uovo è ancora ben nascosto.
La Rotta di Enea
Virgilio è ancora presente a Napoli e in Campania.
Il patrimonio storico-archeologico legato all’Eneide di Virgilio è molto vivo infatti in Campania.
Recentemente, sono stati anche realizzati itinerari ad hoc, come ad esempio quelli concepiti tramite “La Rotta di Enea”.
Un vero e proprio viaggio archeologico che attraversa gran parte del Mar Mediterraneo alla ricerca delle tracce del mito (da Troia a Roma).
Si vuole anche favorire l’integrazione e la multiculturalità.
Da questo progetto anche Napoli può essere una protagonista assoluta con itinerari quali: le letture virgiliane al Lago d’Averno, immersioni archeologiche a Baia e a Lucrino, visite guidate al Parco Virgiliano, Castel dell’Ovo, l’intero Centro Storico di Napoli (culla della città greco-romana), Cuma.
ambasciator.it
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STEFANO POPOLO
CEO & Founder
Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.